< 420 grammi. Storia di una nascita difficile di  Peter Durante (Feltrinelli)

Qui di seguito le recensioni di 420Grammi raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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420 grammi è un pugno nello stomaco, Federico è un guerriero che ha superato prove difficili tra cui i quasi 200 giorni di ricovero in ospedale di cui 178 in Terapia intensiva neonatale.
Purtroppo non l’ho finito, era troppo per me: ho pensato ai genitori, alle infermiere che l’hanno accudito e al piccolo, a cosa potrebbero avere provato perciò mi sono sciolta in lacrime e ho dovuto saltare alcune pagine.

Chiara

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Emotivo, incredibilmente realistico e incalzante. Riesce a trasportare il lettore all’interno del vortice di emozioni relative alla gravidanza.

Giorgio Quattri

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420 grammi di Peter Durante ed Elide Esposito

Elide e Peter scoprono di aspettare tre gemelli: superata la sorpresa iniziale, iniziano a progettare il loro futuro da famiglia numerosa, finché durante una normale visita di controllo si evidenziano delle preoccupanti anomalie. Dopo qualche settimana i piccoli Ettore e Claudia non ce la fanno e si deve intervenire d’urgenza per far nascere Federico: uno scricciolo di 27 settimane che pesa solo 420 grammi e che passerà i primi sei mesi della sua vita tra la vita e la morte, intubato, subendo trasfusioni e tre interventi in anestesia totale. Un calvario atroce per i genitori, contrari all’accanimento terapeutico ma che accettano di provarle tutte finché ci sono speranze di far sopravvivere Fefé e dargli una buona qualità di vita per il futuro. Riescono ad andare avanti grazie ad amore e comprensione reciproci, uno splendido rapporto di coppia arricchito dall’amore per il cagnolone Poldo, e ad una tempra che sembra abbiano trasmesso anche al loro piccolo guerriero, supportati dall’affetto dei loro cari e dallo strenuo impegno prodigato dagli Angioletti bianchi e verdi, che via via seguiranno il suo caso, capitanati dalla Fatina dal fiocco viola, prodiga di conforto e spiegazioni.
È facile solidarizzare con questa coppia che con approccio laico, dignità e senza pietismi racconta il proprio dramma per fortuna a lieto fine.

Lavinia Gulí

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Diario di due genitori che hanno dovuto affrontare una nascita prematura e difficile. Elide è incinta di tre bambini, ma due muoiono in pancia durante la gravidanza e anche il terzo subisce delle complicazioni.
I personaggi sono scanditi da stereotipi precisamente dettati, esempio, i medici e gli infermieri sono "angioletti", il ruolo della mamma e del papà è quello imposto dalla società: lui tiene in piedi la famiglia e lei si occupa del bambino.
In generale c’è una grandissima confusione, nella stesura del testo, ma soprattutto nella gestione dei sentimenti.
Consiglio solo a chi riesce a entrare molto in empatia, per un motivo o per l’altro, con questo tipo di testimonianza.

Letizia Paolini

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Racconto coinvolgente e toccante che porta a tifare per Federico e a non voler smettere di leggere fino alla fine per celebrare la vittoria di una vita nuova

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Il libro, di agevole lettura, ha ben poche caratteristiche del saggio.
“402 grammi” tratta la ricostruzione della nascita e dei primi mesi di vita di un bimbo prematuro.
Il punto di vista, accorato e coinvolgente, è quello dei due genitori. Prevalgono toni giustificati ma retorici. Non vi può essere obiettività in un diario affidato ai protagonisti.
Manca purtroppo quell’originalità che potrebbe venire dalla costruzione di un’opera narrativa in senso pieno. Il libro non può nemmeno aiutare a capire la complessità medico-scientifica del caso clinico.

Marcello Luberti

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Argomento coinvolgente anche se difficile, scritto con molta dolcezza.

Patelli Roberta

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Non si può certo restare indifferenti di fronte al resoconto così partecipe di questa storia vissuta. Leggendo le pagine di quello che, a tratti, appare come un verso proprio diario di una nascita prematura e di una piccola vita a lungo in pericolo, emerge la consapevolezza di quanto questa testimonianza sia preziosa per chi dovrà purtroppo affrontare lo stesso dramma o per chi lo sta vivendo ora. Le voci dei due autori, i genitori del piccolo Federico, si intrecciano apportando ognuna la propria visione di questa esperienza che viene raccontata senza alcun pietismo o autocommiserazione.

Francesco Spurio

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420 grammi è la storia molto toccante di mamma Elide, papà Peter e il loro piccolo eroe Federico. Nato prematuro, Federico al momento della nascita pesa solo 420 grammi ed è l’unico di tre gemelli ad avercela fatta, raccogliendo il testimone di Ettore e Claudia.
Questa è una storia d’amore, che racconta la sofferenza di due genitori davanti alla difficile scelta di portare avanti una gravidanza con due bimbi senza vita in grembo, sperando, credendo, che l’ultimo piccolo guerriero possa farcela. Ma sempre pronti ad accettare di dover dire addio anche a lui, qualora Federico decida di lasciarsi andare.

Ho trovato particolarmente interessante poter leggere i due punti di vista in questo diario, quello della mamma e quello del papà. Mi ha colpito soprattutto una frase nel diario di papà Peter: “non la vita a tutti i costi, ma la possibilità di giocarsela… quella vita”. E in effetti anche di questo si parla nel libro, un argomento delicato che solo chi ha vissuto queste esperienze può comprendere a pieno e su cui può avere il diritto di dire qualcosa. Ma purtroppo si sa, l’Italia è quello che è, racchiusa nel suo buonismo cattolico da “la vita davanti a tutto”. Senza capire che i genitori sono i primi a soffrire, e le scelte che vengono prese in merito non sono mai a cuor leggero.
La prima pubblicazione del libro dovrebbe risalire al 2009, spero tanto che Federico abbia continuato a lottare e sia riuscito a leggere questo diario assieme alla mamma e al papà.

Federica Depetro