< A grandezza naturale di  Erri De Luca (Feltrinelli)

Qui di seguito le recensioni di AGrandezzaNaturale raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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La storia della paternità vista da Erri De Luca attraverso i ritratti di figli e dei loro rapporti con il loro genitore. Lettura piacevole e profonda. Assolutamente consigliato.

Simone Salussolia

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Il secondo libro parla di un tema super interessante. Il rapporto con i genitori. In un continuo gioco di rimandi fra tempi e situazioni. Super interessante già dalle prime battute.

Debora Michelini

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Interessante saggio sul rapporto tra l’essere genitore e l’essere figlio. Erri De Luca è sempre una certezza.

Marco Bichicchi

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Il rapporto padre-figlio in senso lato. l’essere padre al di là del vincolo di sangue. La caratterizzazione è approfondita e i personaggi, ben amalgamati fra loro in un rapporto di consequenzialità aderente ed intimo, risultano ben costruiti, con un sapiente approfondimento psicologico. Notevole l’evoluzione individuale ed interpersonale. La profondità di relazioni e sentimenti è resa con dovizia di particolari, costruendo un intreccio che dà spazio a vite emozionanti ed interessanti da narrare. Il mondo narrativo, fortemente ancorato al reale, che la voce narrante tesse, si trasmuta in un sempre che attanaglia e avvince con disperata vitalità. Da leggere e rileggere.

Chiara Mule’

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Anche in questo libro in fondo si analizza la vita "dell’uomo" mettendone in risalto le origini, i legami con la famiglia e l’influenza che inevitabilmente ne deriva, portando altresì ciascuno ad essere simile ma unico.
Bella la lettura pittorica - artistica di questo legame.

Patrizia Biacchessi

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Erri De Luca si riconferma (casomai ce ne fosse bisogno) il maggior talento attuale della narrazione dell’interiorità. Devo ammettere che questo libro non poteva non conquistarmi perché contiene due dei tipi di saggistica che preferisco: le analisi che partono da un’opera d’arte per indagarne i retroscena della composizione, la storia personale dell’artista, il contorno storico e sociale; e l’indagine filologica, filosofica e antropologica dei testi antichi, mitici o religiosi. Per me, De Luca ha dato il meglio di sé.

Annalisa Molfetta

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Ho sempre avuto dei problemi con i libri di Erri De Luca, lo stimo molto come uomo, ho spesso apprezzato e condiviso le sue posizioni dal punto di vista politico e le sue iniziative sul sociale. Ma la sua scrittura mi risulta ostica e farraginoso. Non sono riuscito mai a finire un suo libro. Questa volta mi sono impegnato a fondo ma anche in questo caso ho dovuto gettare la spugna. Si piange un po’ addosso e alcune volte ostenta troppo le sue sofferenze e le esperienze che ha attraversato vantando una superiorità che magari gli spetta ma che lo rende a volte antipatico. Troppe citazioni.

Silvio Gaudio

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Ho cercato di non farmi influenzare dal nome dello scrittore. Purtroppo, DE LUCA lo ho sempre trovato indigesto. Credo, tuttavia, che il mio parere sul libro non sarebbe stato differente anche se non avessi saputo il nome dello scrittore. Il testo mi ha lasciato l’amaro in bocca. Ho avuto l’impressione che l’autore volesse più compiacere sé stesso che il lettore. Assolutamente sconsigliato.

Adamo Biolo

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A GRANDEZZA NATURALE
Impossibile dimenticare il primo racconto che ho letto di Erri De Luca – La città non rispose – contenuto in una raccolta Mondadori del 1991 – antologia dei nuovi narratori - in cui emergeva la sua scrittura densa e tagliente di chi espone con lucido distacco lo scuotimento dell’anima e la passione della carne. Parole piene, pesanti che squarciano la prospettiva di chi legge già in quel breve racconto in cui si evoca una giovinezza stropicciata tra Napoli e Parigi ai tempi del terremoto in Irpinia. Le sue scelte e il suo linguaggio mi hanno sempre ricordato Orwell, che viveva tra i derelitti per rifiuto delle sue origini borghesi finendo con il non appartenere più a nessuno, e ottenere il suo scopo di libertà e ricerca di verità. Ho seguito Erri De Luca nei suoi scritti successivi e ne ho letto il furore e anche la stanchezza. L’ho ascoltato schernirsi fingendo ignoranza di fronte a chi gli chiedeva conto dello smodato uso della litote rispondere: cos’è la litote? E se questo potrebbe sembrare lo snobismo dei puri, a leggere quello che dice e quello non dice di sé ogni volta che scrivendo parla di qualsiasi cosa, si può intuire una sufficiente quantità di buonafede che azzera ogni critica. Erri De Luca è decisamente il mio scrittore contemporaneo preferito. Amo il suo modo di scandagliare la realtà e i ricordi. Utilizza immagini stridenti e a volte incomprensibili. Obbliga chi legge a fermarsi, a tornare alle parole, a capire cosa significano certe espressioni, coltiva il suono del linguaggio, che è prerogativa della poesia, ma che lui trasmette con la scrittura semplice dello scultore che elimina il superfluo per arrivare all’immagine che vuole consegnare al lettore. Non a caso ha scelto di parlare di quadri stavolta. E non soltanto, come ogni volta.

Maria Antonia Grasso