< A night at the theatre. I Queen alla corte di sua maestà il cinema di  Vincenzo Cossu (Arcana)

Qui di seguito le recensioni di ANightAtTheTeather raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Senza niente togliere al talento musicale del giovane scrittore, il libro mi sembra solo una operazione commerciale sulla scia del successo avuto nello show televiso.

Paola Capaccioni

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Nel giudizio di questo libro sono inevitabilmente di parte. Adoro la musica dei Queen e questo libro ne esplora un aspetto che non avevo mai visto scandagliato. Le influenze che il cinema ha avuto sulla produzione artistica del gruppo, a partire dai film preferiti dei vari componenti (Freddie era un vero cinefilo!). Ritroviamo titoli dell’epoca d’oro di Hollywood e come questi capolavori in celluloide abbiano influenzato musica, video clip, persino le foto della copertina degli album o i loro titoli. Un debito che i Queen hanno cercato di onorare e restituire cimentandosi con colonne sonore che hanno visto la luce, con quelle che sono rimaste nascoste e con le influenze sul dopo Freddie.

Francesca Sanna

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The Rokes che dire, mi sono ritrovata alla fine senza accorgermene! Mi è piaciuto tanto l’inizio, il fatto di sapere cosa è successo in quegli anni . Premessa conosco Shel Shapiro solo come attore e sentito dai mie genitori che nasce cantante. Con questo libro ho scoperto un grande artista e sono andata a sentire le canzoni! Davvero un libro ben fatto

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Il libro ripercorre le vicende dei Queen e dei relativi album in maniera convincente e interessante anche per un lettore non particolarmente interessato al tema. Come scrive l’autore si tratta di un’opera creativa e per questo, nonostante la vasta bibliografia e discografia citata, non si configura come un saggio tradizionale. Carente, purtroppo, la parte iconografica ridotta a poche illustrazioni forse per esigenze editoriali e, lo si evince dal testo, certamente non al ritenere il modo di proporsi dei Queen, meno importante rispetto alle musiche e alle vicende umane.

Enrico Giannichedda

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Vincenzo Cossu. A night at the opera

I cinefili, nonchè fan dei Queen e del loro straordinario frontman Freddie Mercury, sono serviti.
Questo libro di Vincenzo Cossu offre una più che dettagliata analisi dei rapporti stretti tra la famosa band inglese ed il cinema.
Questi rapporti vanno dall’ammirazione giovanile del performer per i film interpretati da certe grandi attrici USA, ai titoli di alcuni album ripresi dai film omonimi dei fratelli Marx, alle colonne sonore realizzate per film fantasy (Flash Gordon e Highlander), al primo singolo realizzato da Freddie Mercury per Metropolis, il capolavoro di Fritz Lang (1927), rivisitato da Giorgio Moroder.
Ma è il film pluripremiato, Bohemian Rhapsody, uscito nel 2018 dopo lunghi anni di contrastata gestazione - e che copre narrativamente un arco di tempo che va dal 1970, nascita della band al 1985, anno del trionfo del Live Aid - a consacrare il modo speciale di fare musica e spettacolo di Freddie Mercury e dei Queen.
Il successo del film è clamoroso, malgrado le molteplici incongruenze e gli svariati anacronismi sottolineati dalla critica.
E’ un libro, questo di Vincenzo Cossu, in larga parte godibile. Ben scritto, molto documentato.
Tuttavia, l’enorme quantità di dettagli tecnici, di schede, di precisazioni ne fanno un’opera destinata per lo più ad un pubblico di specialisti.

Paola Reale

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Il libro farà la gioia dei fan dei Queen con tanti dettagli sulla vita dei componenti e sul film. Per un lettore qualunque, specialmente nella prima parte, è troppo pieno di nomi e date, poco comprensibili ai non addetti ai lavori.

Antonella Arbia

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Tanti libri sono stati scritti su questa celebre band che ha fatto la storia e per questo sarebbe stato quasi scontato cadere nella banalità e nel "già detto, già scritto"... eppure non accade. Un libro che dona agli appassionati dei Queen, ma anche ai più giovani che vogliono scoprirli, uno spaccato originale sugli dei della musica del secolo scorso.

Chiara Sardo

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Non ho trovato per niente interessante questo libro.Sarà che non amo i Queen, sarà che lo stile dell’autore non mi ha incuriosito perché troppo aneddotico. Lo consiglierei solo ai fan sfegati dei Queen

Marianna Bassi