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Un libro che ha come unico punto a favore la velocità e la facilità di lettura.
Per il resto un libro totalmente inutile che dà un’immagine pessima di Asia Argento.
Probabilmente a lei sarà servito come diario per liberarsi mettendo per iscritto i suoi problemi.
Diciamo che se ne può fare a meno!
Sara Quadrelli
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Anatomia di un cuore selvaggio (Piemme) non è un’autobiografia, è un metodo. Ci sono quelle opere che per essenziale necessità divulgativa assumono il profilo di libri ma il cui racconto arriverebbe comunque. Il percorso scrittorio di Aria Argento, Asia per coercizione anagrafica, passa, con ogni evidenza, incolume alla sterilizzazione di ogni editing. È inchiostro di bile. Nessuna mediazione editoriale, neppure un filtro. Un memoir scritto di getto, incurante delle reazioni dei protagonisti volontari, o forse provocatoria, chi può dirlo? Un libro che è sottile artificio ludico, uno stato sublime di coscienza in cui confluisce ogni esperienza, dal primo giorno fino al presente. Il dolore come sovrattassa del talento. Una denuncia del mondo dello showbiz che diventa spettacolo essa stessa. Quanto è stato semplice adeguarsi a una logica mediatica e spettacolare nell’elaborazione dell’abuso? La narrazione di un dolore che diventa fatto unitario e collante nell’esistenza di Asia Argento, la donna mai stata bambina. Il dolore come elemento centralizzatore e purificatore dell’esistenza. Dolore che diventa eccesso mediatico, giustizia-spettacolo, politica-spettacolo. Non esiste pertugio della società italiana, del moralismo internazionale che Argento non abbia stoccato con il fendente reattivo del #meToo con volitiva pervasività, da protagonista sororale. Sororità che diviene consapevolezza della più poderosa mutazione antropologica di inizio millennio. Non accetta il calvario dell’accidia molle dell’immobilità civica, talvolta forse esibita con festosa egolatria ma vistosamente dolente. Asia Argento è così che sta volentieri al mondo: dolente, addolorata, dolorante ma sempre protagonista degli eventi, questo è un fatto. Argento con un metodo preciso porta avanti quasi trecento pagine di narrazione che non si patiscono: il coraggio della verità. non fa mistero del suo titolo di studio, la terza media, non nasconde il suo complesso di Elettra elaborato con abbondante tempismo, non corre il rischio di alcuna retorica, racconta una verità. Ogni passaggio di cruda realtà ce lo fa preferire al pur valido saggio di Paolo Speranza Dante e il cinema. I film ispirati alla vita e alle opere dell’autore della Divina Commedia (Gremese).
Ilaria Muggianu Scano
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Bello la sua vita difficile sin dal primo giorno nonostante ciò a trovato la forza di affrontare ogni dolore con coraggio, anche se quando racconta dei figli la rabbia cede il posto alla tenerezza. Mai giudicare prima di conoscere una persona verissimo consigliato
Maria Pia Saracino
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Asia è una donna misteriosa che suscita sentimenti contrastanti nel pubblico, o almeno in chi non la conosce personalmente.La scrittura è semplice e scorrevole, la storia avvincente. La sua storia, quella di una donna giovane che sembra abbia già vissuto più di una vita.Spesso la realtà è molto diversa da quello che appare.Un libro molto coraggioso che non lascia indifferenti.
Valentina Malito
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Ho letto una parte di questo testo:
mi è sembrato quasi un LUNGO tema di seconda elementare: "DESCRIVI LA TUA GIORNATA", in questo caso "LA TUA VITA". Ho fatto, ho detto, sono andata...passando da una situazione ad un’altra con un po’ di confusione e il tutto farcito di volgarità, scurrilita’ .
Il presunto astio, perché anche lì è poco chiaro,
verso dei genitori assenti è mal descritto.
Proverò a finirlo, annoiandomi
Livia Tondo
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Dietro la fastidiosa aura da artista maledetta traspare una crisi adolescenziale mai superata. Il merito dell’autrice sta nel non ricercare una scrittura ricercata o colta, ma di restare terra terra, agganciata ad una vicenda che scorre con una ripetitività ossessiva. Proprio nulla di memorabile ma alla fine si fa apprezzare per un fondo di sincerità. Mi permetto di aggiungere un appunto agli organizzatori: non vi sembra che un’opera del genere non sia etichettabile come saggio?
Roberto Monicchia
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avevo visto una sua presentazione del libro di Asia stessa in un’intervista in TV. Su di lei ho sempre avuto un punto di domanda, non ero mai riuscita a farmi un’idea né della donna ne dell’artista. La prima parola che mi viene in mente è avvincente, e per descrivere una vita così fuori dal comune, anche poco esaustivo. Sembra quasi inimmaginabile che una persona, abbia vissuto sulla propria pelle (letteralmente) quello che racconta....a volte sembra onirico.
In alcuni punti l’ho trovato un po’ "scolastico", ma merita la lettura se si vuole capire almeno un po’ Asia. Un racconto fuori dal pensiero comune del mondo da cui proviene e di cui fa parte suo malgrado, scritto da una donna che non ha nulla di comune.
Viola Cipriani
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Scrivere un’autobiografia, secondo me, è utile per diversi motivi: per esempio per raccontare episodi interessanti che potrebbero essere dimenticati, perché l’autore possa rielaborare gioie e dolori, per condividere pensieri ed opinioni.
Nel libro di Asia Argento c’è poco di tutto questo, sembra una cronaca continua di errori e dolori (pochissimi ricordi positivi sono presenti) destinata ad uso e consumo di un lettore avido di pettegolezzi e di un’autrice alla ricerca dell’ennesimo modo di guadagnare soldi velocemente.
Per quello che mi riguarda, nemmeno lettura da ombrellone.
Barbara Colombo