< Aver cura della vita. Dialoghi a scuola sul vivere e sul morire di  Ivo Lizzola (Castelvecchi)

Qui di seguito le recensioni di AverCuraDellaVita raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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La scuola come punto di partenza per affrontare la vita, non solo per quanto riguarda il sapere, ma soprattutto una scuola che ti consegna gli strumenti fondamentali per affrontare le difficoltà e la crudeltà della vita, come la morte.
La bellezza della vita che riaffiora nei momenti di brutalità e durezza; i giovani che si interrogano e che non sempre ricevono le giuste risposte a temi delicati.
Trovare un buon maestro che possa guidarti o, quanto meno, fornirti gli strumenti essenziali per poter combattere eventi che non siamo in grado di controllare e che possono portarci alla deriva.

Anastasia Diste.

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Crescere significa scontrarsi con la vita, ma anche con la morte. Ma come affrontare tematiche così delicate con i giovani? Come introdurle nel percorso scolastico? In questo saggio vengono proposti diversi percorsi narrativi, pensati per stimolare il pensiero e la riflessione, l’ascolto e la comprensione, l’analisi e l’accettazione. La vita sboccia, fiorisce, si rigenera e poi svanisce in un soffio: saperlo comprendere e accettare è un passo importante per entrare nell’età adulta. Intenso, stimolante e commovente.

Elena Antolini

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Aver cura della vita è un libro complesso, non di facile lettura, ma Lizzola cerca di affrontare la scuola sotto il punto di vista lenitivo del dolore, della responsabilità con spunti assolutamente non comuni.
La scuola non viene vissuta come entità astratta e semplicistica ma viene vista come un esame di percorsi da affrontare, tra vulnerabilità e giustizia.

Andrea Antinucci

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Troppo dispersivo, l’impressione è che si parli di tutto e di niente, i temi vengono affrontati in maniera troppo teorica e distaccata.

Ilaria Scotti Rinaldi

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Quando la morte entra nelle aule scolastiche nessuno, da una parte e l’altra della cattedra, può rimanerne indenne. La perdita di un compagno destabilizza, confonde ma rende anche consapevoli. Il libro si pone come obiettivo quello di indagare, attraverso le testimonianze dei ragazzi investiti dall’evento traumatico, gli stati d’animo, le reazioni e gli interrogativi all’interno della comunità-classe. All’accorato dibattito sulla morte dal punto di vista giovanile, si unisce pure l’inchiesta sulle modalità della scuola di affiancarsi ai suoi studenti, non solo durante l’apprendimento ma anche - e soprattutto – nel percorso di maturazione e di crescita, fornendo loro gli strumenti per la decodificazione del senso stesso della vita.
Si tratta di un testo interessante per comprendere le dinamiche di approccio al dualismo vita-morte da parte dei ragazzi, sia come individui che come comunità, ma è rivolto eminentemente agli addetti ai lavori.

Elisa Rizzo