< Come sinfonia di  Pino Donaggio, Anton Giulio Mancino (BaldiniCastoldi)

Qui di seguito le recensioni di ComeSinfonia raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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La saggistica non rientra tra i miei generi preferiti, ma tra i 2 ho preferito il primo perché conosco il protagonista e i luoghi in cui è ambientato il libro, quindi mi sono sentita più "coinvolta"

Cristina Prati

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Complice una mia recentissima e breve vacanza a Venezia che me l’ha fatta percepire molto vicina e ancor più realistica, la vita del musicista completo, violinista, compositore e cantautore Pino Donaggio diventa l’emozionante racconto di un uomo che sin da ragazzino tra le calli della Laguna coltiva il suo genio e talento con incredibile passione. Le pagine di questa autobiografia ne rendono un doveroso omaggio mai diventando sterile e fredda agiografia. Merito di una scrittura vivace, di salti temporali, aneddoti privati e divertenti, si compone sotto i nostri occhi - come una sinfonia - il racconto di un talento sui generis nel panorama italiano che ci rendono intatta la grandezza e poliedricità di un musicista a tutto tondo.

Calogero Messina

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In “Come sinfonia” di Pino Donaggio e Anton Giulio Mancino viene narrata la storia di Pino Donaggio, cantautore, autore di colonne sonore e compositore. Il libro ripercorre la sua attività e la sua vita, alternando le parole e la testimonianza di Donaggio alla voce del narratore che lega le varie parti. È una biografia a mio parere indicata agli appassionati di musica e alla figura dell’autore: chi non lo conosce forse potrebbe non trovare la lettura particolarmente interessante, anche se è abbastanza scorrevole.

Irene Altran

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biografia professionale di un noto compositore,il testo è ben articolato, ma entra in dettagli molto tecnici, per "addetti ai lavori" che rende il libro prolisso, a volte didascalico.
si nota l’importanza che viene data allo studio continuo e all’approfondimento sempre, anche quando sei un professionista affermato.
e’ molto interessante l’intreccio tra la vita del compositore e la storia di Venezia che viene raccontata con toni "caldi".
credo che ascolterò la musica collegata ai film con un’attenzione maggiore.

Loredana Gamberoni

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Purtroppo, estremamente noioso, a mio parere.

Veronica Zoccheddu

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Il linguaggio con il quale è scritto è raffinato e il lessico è più ricercato rispetto a quello del primo libro. La trama è avvincente e permette di rivedere e rivivere la pandemia con gli occhi di un veneziano. Il libro, inoltre, permette di immaginare Venezia , rimasta completamente deserta durante il lockdown, e di assaporare il silenzio della laguna e di confrontarli con la situazione di affollamento a cui abitualmente si assiste.

Arianna Ziero

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Quando si scrive di un musicista, diventa elegante e raffinato sostituire nella struttura del libro i titoli dei capitoli con riferimenti ai movimenti di una sinfonia. Quando poi il termine “sinfonia” è contenuto nel titolo di una delle composizioni che hanno reso universalmente noto e apprezzato l’artista in questione, il gioco è ancora più bello. Al lettore non resta allora che farsi piacevolmente trasportare dalle parole di Pino Donaggio e Anton Giulio Mancino, che evocano la musica attraverso avvenimenti, personaggi e la storia dell’Italia dalla seconda metà del secolo scorso a oggi.

Giorgio Enrico Bena

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Più di quattrocento pagine: per arrivare a leggere le quali, fino alla fine, è necessario mettere in gioco il più grande senso del dovere. E questo malgrado la rilevanza del biografato, la cui vicenda artistica per più di una generazione di lettori, per moltissimi di noi con qualche anno alle spalle, non può non considerarsi occasione imperdibile per un grande amarcord. L’operazione editoriale si sviluppa su un doppio binario, quello della scrittura biografica per così dire professionale e quello autobiografico, affidato ai ricordi, ai pensieri virgolettati del biografato: forse è così che avviene in questo genere di saggistica, non so, non me ne intendo. Certo è che per conoscere il vero Pino Donaggio bisogna andarsi a cercare proprio i virgolettati, che in modo semplice e tutto sommato schietto raccontano più di quanto il personaggio stesso, forse, intendesse o immaginasse di voler fare, cogliendo l’occasione di dire la propria, di togliersi qualche sassolino e ripristinare la sua verità su tanti frangenti o risvolti amari di una carriera peraltro luminosissima, costellata di davvero tanti successi: recriminazioni più o meno rilevanti, qualche rancore a lungo covato, la confessione di una velata insoddisfazione per qualche mancato riconoscimento o consacrazione.
Il libro si articola in cinque parti: dopo la prefazione di Terence Hill, si susseguono l’Overture e quattro Movimenti, i veri e propri capitoli, destinati rispettivamente a narrare le origini, la storia e le tradizioni familiari, l’educazione musicale, il conservatorio, il violino (Primo Movimento); gli esordi da cantante, le case discografiche, i contratti e le esibizioni, Sanremo, i successi e gli incontri decisivi (Secondo Movimento); le tournée all’estero e gli esordi nell’ambito delle colonne sonore, a contatto con i grandi registi inglesi e americani, il sodalizio con Brian De Palma e l’epopea americana (Terzo Movimento); l’incontro con il cinema italiano, con Troisi e Benigni, Pieraccioni, il sodalizio con Terence Hill, l’esperienza con Liliana Cavani e Tinto Brass, i fratelli Vanzina, Dario Argento, le colonne sonore ‘politiche’ per i film di Beppe Ferrara, Michele Placido e Giuseppe Zaccaro, i film e le grandi serie per la tv, gli ultimi più recenti capolavori (Quarto Movimento). Spiace che delle dissertazioni di Anton Giulio Mancino, intrise di citazioni d’ogni genere, non sia fornita in calce una nota bibliografia, anche essenziale (pagina più pagina meno). Tanti i refusi.

Maria Cristina Rossini

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Pino Donaggio è un compositore e cantautore italiano di fama mondiale e la sua biografia ci racconta a 360 gradi la sua vita, dalla sua infanzia nella misteriosa e meravigliosa Venezia, agli anni della sua formazione, fino ad arrivare ai grandi successi che hanno innalzato il suo nome.
Il saggio, nonostante la lunghezza, riesce a dare onore a una delle figure più importanti del panorama musicale italiano, dando la giusta importanza ai momenti più salienti della sua vita.
Lettura consigliata a un pubblico amante della musica e anche del genere biografico.

Arianna Criscione