< Da Parigi a Londra. Storia e storie degli Europei di calcio di  Paolo Valenti (Ultra)

Qui di seguito le recensioni di DaParigiARoma raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Molto scorrevole, nonostante la tematica non sia nel mio genere.

Sara Presti

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Purtroppo è un libro, per me, di poco interesse perché riguarda gli europei di calcio dal 1960 al 2016 e non ho mai seguito lo sport. Ma sicuramente può risultare interessante a un appassionato di calcio.
È però ricco di anedotti e curiosità indissolubilmente legati ad eventi storici compresi nel periodo citato sopra (guerra fredda, la dittatura di Franco, il terrorismo ele stragi italiane) che rendono il testo scorrevole e interessante. All’inizio di ogni capitolo è delineato il contesto storico e questo ci fa capire come anche lo sport non può non essere non trascinato dagli eventi e accaduti in Europa ma anche fuori dall’Europa (dittatura di Videla e Pinochet in Sudamerica) dove molti calciatori giocano.
Quella raccontata è comunque una storia fatta dai protagonisti, dalle rivalità ma anche in grado di dare emozioni e che coinvolge tutti quanti perché tutti ricordiamo di averne sentito o visto in televisione e a volte inneggiato o tifato per la nazionale (anche chi non segue il calcio) e ne abbiamo un ricordo nel passato che diventa un ricordo comune a tutti noi e che ci accomuna e ci fa sentire uniti.

Virginia Saragoni

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Il libro racconta la storia dei Campionati Europei di calcio, dagli inizi nel 1960 alle edizioni più recenti, con uno stile vivace e brioso. La narrazione è arricchita da molti aneddoti riguardanti i calciatori e le varie edizioni dell’evento. Le interviste ai protagonisti del campionato, unite alla ricostruzione del contesto storico con cui si apre ogni capitolo, permettono al lettore di immergersi nell’evento e gli danno l’impressione di viverlo in prima persona, Si tratta di una lettura molto interessante e piacevole per gli appassionati di calcio, un po’ meno, forse, per i lettori che non hanno questa passione.

Maria Luisa Montanella

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Bel libro per i ricordi che rispolvera, soprattutto nelle persone della mia età. Ottimi anche i riferimenti storici che lo rendono ancora più interessante.

Riccardo Allerhand

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Purtroppo non ho molto da dire: si tratta di un testo che veramente è anni luce rispetto alle mie corde. E’ di fatto un manuale calcistico che racchiude tutti i campionati euoropei (tranne uno). Giocatori, partite, stadi, goal realizzati e goal subiti, risultati qualche retroscena socio/politico. Per chi è appassionato di numeri, statistiche, punteggi, analisi di dati e informazioni è un ottimo testo da consultare.
Il fatto che manchi proprio lui, il campionato europeo del 2021 in cui l’Italia ha trionfato, forse rappresenta la pecca maggiore.

Monica Peggion

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Come un album di figurine. Scritto con attenzione e passione ripropone la carrellata degli Europei, parenti poveri dei Mondiali, riabilitati perchè vinti, ma soprattutto perchè ai Mondiali non ci andiamo più. Scrittura facile, che scivola via. Ogni parte segue uno schema fisso: contesto, risultati, curiosità, finale, protagonisti. Di per sè niente di speciale, molte cose e racconti sono conosciuti e alla fine si cerca nelle curiosità quello che non si sa e che può diventare un aneddoto divertente per gli amici al bar. Ma penso anche che sarebbe bello leggerlo in due, chi ha vissuto o ha ascoltato le leggende di un calcio passato e chi invece conosce solo quello presente, pieno di immagini, iperconnesso e iperinformativo. Raccontare di Jascin, dell’Ungheria, Riva, Golden Boy, Kaiser Franz ... avrebbe lo stesso effetto oggi su un ragazzo/a? Parlo io che non ho vissuto direttamente quegli europei, ma me li hanno raccontati e sono rimasti dentro la mia testa nell’angolo del mito, delle foto e della tv in bianco e nero (molto sfocata), delle visioni collettive perchè le tv erano poche. Quelli moderni passano senza grandi moti d’animo. Sono come mille altre occasioni di calcio, anche quelli vinti, forse meno quelli persi che potevamo vincere. Comunque non sono i Mondiali.

Luciano Franceschi

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La presentazione di Stefano Meloccaro, che seguo molto volentieri su Radio Capital, mi aveva fatto ben sperare. Lui è spiritoso e non ingessato. Il libro invece ha una scrittura troppo seria, precisina, da lezione scolastica, con un linguaggio corretto e pulito, ma un po’ "stantio". Sicuramente per un appassionato di calcio, magari oltre i 60 anni...., un ottimo libro, chiaro e con molti particolari. Avesse parlato nello stesso modo schematico, a capitoli, di cinema, per dire, l’avrei letto tutto nonostante il tipo di scrittura non entusiasmante. In pratica ho fatto fatica a scegliere, perché non ero invogliata a finire nessuno dei due, per colpa degli argomenti. Ma del primo libro ho apprezzato di più la scrittura.

Alessandra Ferrante