< Dante e il cinema di  Paolo Speranza (Gremese)

Qui di seguito le recensioni di DanteEIlCinema raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Scritto come se fosse una tesi di laurea.
Mi è piaciuto molto, sia per la struttura, sia per il linguaggio di facile comprensione, sia per il numero di foto che lo arricchiscono.
Per nulla noioso, mi sembra un gran bel saggio che rende omaggio al nostro sommo poeta.
L’ho trovato molto originale e interessante, anche perchè unisce due mie passioni: cinema e lettura!

Sara Quadrelli

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In Dante e il cinema. I film ispirati alla vita e alle opere dell’autore della Divina Commedia (Gremese), Paolo Speranza offre uno spaccato assolutamente esaustivo dell’attenzione dedicata, nel tempo, dalla settima arte al sommo poeta, lo fa occasionato dai settecento anni dalla morte della più teologica delle commedie. Il manuale offre uno spaccato adatto allo studio accademico che parte dagli albori del cinema (muto), passando alla dimensione onirica dell’ipotesi felliniana e di Pasolini. Raccontare, ancora una volta, il bacino archetipale dei tipi e dei topoi danteschi, non è mai lavoro inutile, dozzinale o appena seriale, ma preferiamo l’inarginabilità di una verità che urge di essere detta li per lì. Questo fa Argento. Non ci piacciono le narrazioni legate agli appuntamenti d’almanacco ma le verità incoercibili, spinte dalla necessità umana del presente. Per il resto esiste lo studio serio, non da diporto. Due testi, fondamentalmente imparagonabili, per mission e target, rispondono a due esigenze profondamente diverse. La più urgente è, sarà sempre, l’urgenza di verità sulla realtà cogente della storia, hic et nunc.

Ilaria Muggianu Scano

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Al di là di una certa confusione nella suddivisione dei temi e dei film nei vari capitoli, la trattazione è originale e interessante, e direi che non tralascia niente. E’ inoltre corredata da abbondante quantità di immagini, senza le quali la lettura sarebbe molto faticosa e, vorrei dire, per me quasi impossibile. Per forza di cosa la maggior parte della trattazione riguarda cinema muto e delle origini.

Carmelo De Rosa

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Un saggio estremamente interessante che affronta in modo dettagliato i rapporti che legano l’opera e la vita di Dante con il cinema. Una monografia curata nei minimi particolari, che evidenzia uno studio approfondito dell’autore impreziosita da schede ed immagini che permettono al lettore di varcare diverse porte concettuali. Paolo Speranza ci regala un lavoro certosino che contempla con eterogeneità tutto il cinema afferente il mondo dantesco esplicandolo non solo da un punto di vista tecnico ma, anche, soprattutto da quello geografico con la trattazione divisa per provenienza. Un viaggio che attraversa gli USA, passa in Germania ed in altri luoghi europei, per approdare in Italia. In definitiva un saggio emozionante istruttivo e tecnico ma che non tralascia il sogno e l’empatia.

Michele d’Apuzzo

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Lo studio sulla filmografia dantesca è molto accurato e particolareggiato. Il testo è scorrevole e corredato da molte immagini interessanti.

Martina Romagnoli Polidori

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Un saggio molto interessante, documentato e arricchito da molte fotografie. La scrittura è scorrevole e vivace, niente affatto da addetti ai lavori. Particolarmente interessante la parte finale dedicata ai progetti di Fellini e Pasolini e alle "presenze dantesche" in vari film contemporanei dove il richiamo alla Divina Commedia è suggestione e ispirazione.
Non è stato facile bocciare questo bel libro.

Maria Grazia Caldirola

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Mi occupo professionalmente di cinema e di didattica del cinema pertanto un saggio del genere non poteva che essermi gradito; l’opera è ricca, curiosa e ben strutturata, scrivere di Dante al cinema è un atto di coraggio! Molto interessante.

Carlo Turco

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Dante e il cinema: nel profluvio di iniziative e di pubblicazioni del settimo centenario dantesco Paolo Speranza per Gremese ne racconta le vicende lunghe più di un secolo in modo ampio interessante documentato; tante, belle e anche rare le illustrazioni , ricche la bibliografia e la filmografia in appendice che consentono di approfondire curiosità suscitate dalla lettura. Tradurre in immagini cinematografiche l’opera del Poeta o raccontarne la vita risulta essere stata un’impresa pressochè impossibile, destinata spesso a rinuncia o fallimento: il cinema italiano degli inizi ci prova sceneggiando a inizi ’900 episodi famosi, i più noti e popolari; con mezzi più ampi e tecniche migliori tenta di farlo anche Hollywood negli anni ’20/’30, tra gli ultimi film muti e i primi sonori; ritentano in Italia per il sesto centenario con due clamorosi flop; ci riprovano sotto il fascismo e nel secondo dopoguerra con Matarazzo: sono tutti faticosi tentativi di tradurre in immagini la fantasia del Poeta, sempre con risultati modesti nonostante il coinvolgimento di interpreti famosi, le trasposizioni in epoche diverse, le scenografie e i costumi spesso ripresi da Dorè, finendo non di rado col mandare in rovina alcune Case di produzione . È lungo anche l’elenco di progetti prestigiosi mai realizzati da autori famosi, il più famoso dei quali, Fellini, non riuscirà a girare nè un progetto di Inferno ad alta definizione nè il "Viaggio di Mastorna" concepito anch’esso come una discesa agli Inferi. Pasolini citerà o si ispirerà a Dante in tante sue opere, come Waida, Kurosawa, Peter Greenaway, Godard, anche in lavori televisivi. Echi o citazioni danteschi si trovano in tanti film famosi dove forse non li abbiamo colti ("Amarcord" "La dolce vita" "Accattone"). Incuriosiscono le più recenti
delle opere citate "In viaggio con Dante" di Lambertini che accompagna immagini d’Italia con versi di Dante e il "Dante" di Pupi Avati di prossima uscita.

Franca Nicolais

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Questo è il terzo libro dedicato a Dante che leggo per il torneo di Robinson. Sono certa che i cultori del genere sapranno apprezzare questo volume e riconoscergli il giusto valore. Purtroppo, non sono un’amante di Dante...

Jessica Pelide

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Rassegna che ho trovato completa, interessante, divertente, scorrevole, corredata da moltissime immagini, fotogrammi dei film citati, confronti con le opere iconografiche di riferimento. Uno dei tanti testi nati in occasione dell’anniversario dantesco che però, a differenza di altri, aggiunge qualcosa di nuovo.

Anna Maria Bertoni