< Ecologista a chi? di  Roberto Della Seta (Salerno)

Qui di seguito le recensioni di EcologistaAchi raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Un saggio sul mondo digitale, un argomento di cui non avevo ancora letto nulla. Un mondo che crediamo di saper usare, ma che è cannibale: ci ruba energia e risorse e ci da indietro solo scarti. Cosa fare quindi? Forse come spiega l’autrice ci sono modi per trarre benedici dal digitale, ma solo se viene usato con consapevolezza.
Bello l’incipit e l’idea di base dell’autrice, ma un po troppo faticoso da leggere, soprattutto dopo una giornata full.

Elisa Croci

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Ecologista a chi? - dal titolo spavaldo e sottotitolo miserevole - è un saggio che nei primi otto capitoli illustra la Teoria della Complessità, i mali della Terra, la deforestazione causa sia del cambiamento climatico sia dell’aumento della zoonosi. Alcuni capitoli ( X- XI – XII – XIII- XVI) riassumono, o meglio sintetizzano, altri libri a cui rimandano puntualmente in nota. Interessanti mi sembrano il capitolo IX in cui ci si chiede se la nostra epoca sia da considerarsi un Antropocene o un Batteriocene; il cap. XV in cui si illustra una nuova visione della città in chiave ecologista. Mi sembrano poco fruttuosi i capitoli in cui ci si chiede (e si cerca di argomentare) se la scelta ecologista sia di destra o di sinistra e si vuole dimostrare che la scelta ecologista, anzi l’idea green ha rovesciato in poco più di mezzo secolo lo sguardo dell’opinione pubblica, della politica, della stessa economia … . Opinabili questa ed altre affermazioni.
Interessanti, sia nei contenuti sia da un punto di vista di strategia argomentativa, i due capitoli titolati E però 1 , E però 2 in cui si recuperano argomenti della tesi avversa o si illustrano aspetti controversi di alcune questioni ecologiche.
L’esposizione si risolve attribuendo a Papa Bergoglio e Greta Thunberg il merito di aver umanizzato l’idea ambientalista, di averne fatta l’idea di un nuovo, potente umanesimo (p.160). (?) Anche da un punto di vista lessicale/ terminologico, soprattutto nella seconda parte, rilevo una certa confusione. Mi sono fatta l’idea – del tutto gratuita? - che il saggio regga là dove può appoggiarsi ad altri studi, ed invece ceda là dove procede in solitudine. Il capitolo conclusivo rivela non doppiezza ma stanchezza.
Del saggio ha le puntuali citazioni.
Ecologista a chi? - dal titolo spavaldo e sottotitolo miserevole - è un saggio che nei primi otto capitoli illustra la Teoria della Complessità, i mali della Terra, la deforestazione causa sia del cambiamento climatico sia dell’aumento della zoonosi. Alcuni capitoli ( X- XI – XII – XIII- XVI) riassumono, o meglio sintetizzano, altri libri a cui rimandano puntualmente in nota. Interessanti mi sembrano il capitolo IX in cui ci si chiede se la nostra epoca sia da considerarsi un Antropocene o un Batteriocene; il cap. XV in cui si illustra una nuova visione della città in chiave ecologista. Mi sembrano poco fruttuosi i capitoli in cui ci si chiede (e si cerca di argomentare) se la scelta ecologista sia di destra o di sin

Vittoria Sofia

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Storie non appassionanti , inutilmente ripetitive

Domenico Straini
P.S. Mi piacerebbe sapere

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L’opera risulya troppo pretenziosa, rifacendosi a piene mani a teorie non sempre espressamente attribuite ai vari autori.
Il tono dogmatico, catastrofista infastidisce, pure se in linea di massima espone idee condivisibili e direi a volte persino scontate.
Risulta molto poco piacevole il tono cattedratico, da maestina insopportabile per tali argomenti.

Tamara Virgili

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Non si può, almeno a parole, non dichiararsi ecologisti oggigiorno. E lo fanno anche quelli che più inquinano, ricoprendo con una mano di vernice verde le peggio cose. Ma quando si tratta veramente di impegnarsi vengono fuori i ma, i se, i però. Questo saggio fa una bella panoramica sul pensiero ecologista, scoprendo luci e ombre. E lo fa da una prospettiva interna che le da una maggior autorevolezza. Una prosa chiara e scorrevole aiuta la lettura. Personalmente qualcosa non mi trova d’accordo, come il discorso sull’industria che vedo troppo complicato nella realtà, ma è pur vero che senza l’impegno di tutti, industrie comprese, non si può realisticamente ottenere i risultati necessari a modificare la crisi catastrofica che abbiamo davanti.

Rosangela Usai

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La pandemia è una vecchia conoscenza dell’umanità?
E poi, gli ecologisti hanno ragione sul fatto che gli uomini abbiano devastato la natura o, al contrario, la tecnologia ci salverà?
Una lunga e dettagliata riflessione scientifica di come, nel corso della storia, le pandemie si sono intrecciate con l’ambiente. Saggio molto specifico sul tema ambientale ed epidemiologico. Numerose riflessioni sul complesso ruolo del clima sulle epidemie, quasi un trattato scientifico per addetti ai lavori

Anna Lavinia

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Riflessivo ma più "scientifico" del primo, l’ho preferito

fm