< Fuori i nomi di  Simone Alliva (Fandango)

Qui di seguito le recensioni di FuoriINomi raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Meno facile e ammiccante del primo ma più approfondito e ricco di riflessioni interessanti

Rossella Bontempi

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Fuori i Nomi! Interviste illuminanti su un mondo, quello del movimento Lgbt, da me poco conosciuto. Un ventaglio ben scelto e rappresentativo di personaggi interessanti, attraverso i quali emergono le mille anime di un movimento molto meno unitario di quello che immaginassi. Basti pensare che metà delle persone intervistate praticamente ha tolto il saluto all’altra metà. Da un lato vengono messe in evidenza le mille sfaccettature del mondo omosessuale, con ingiustizie, problematiche e storie tra le più svariate, dall’altro emerge il triste fatto che anche di fronte ad una lotta per diritti comuni, importante come quella dei cittadini omosessuali, spesso prevalgono gli individualismi rispetto alla necessaria comunione d’intenti. Un testo interessante e, a mio avviso, scritto con sincerità, anche se con stile eccelso.

Claudia Scorzoso

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Il dolore, l’impotenza, il silenzio ma anche la violenza, la ribellione, l’ira sono materia costante nei fatti del G8
Il percorso fatto dall’autore è preciso e puntuale.
I fatti del G8 hanno lasciato un segno indelebile.

Rosaria Lacitignola

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Finalmente un libro interessante sulla nascita in Italia del movimento LGBT.
Scorrevole e ben scritto, senza ipocrisie è dritto al punto.

Edmea De Paoli

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L’argomento trattato da questo testo di cui non conoscevo nulla tranne alcune notizie apprese grazie a un articolo letto su "Repubblica", mi ha molto interessato. Il libro è scritto bene, mai noioso ne pedante o didascalico e apre una finestra su ciò che era il nostro paese 50 anni fa in materia di diritti lgbt.
Lo voto anche per esprimere la mia ammirazione per i protagonisti di questa storia anche se mi è piaciuto molto anche l’altro testo

Torre Gian Luca

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Ben scritto, fluido ed interessante.
Preferisco l’altro per l’argomento

Dora Romano

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Un saggio in minore, che non riesce ad uscire dal guscio di una non eccelsa scrittura. Ha però un merito, che gli consente un piccolo sprint. Tira fuori dal guscio (scusate il gioco di parole) molti personaggi che hanno girato, nel tempo, intorno al collettivo Fuori! (acronimo di Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano). Quindi, ottima e da seguire l’intervista ad Angelo Pezzana, pur con le diversità politiche che ci possono essere. E tra nomi noti anche dal ristretto cerchio LGBT (Franco Grillini o Vladimir Luxuria), c’è anche tempo per fare un salto a casa della mia amica Imma (ma ne avrei citato i libri nella bibliografia). Tuttavia, pur volenterose, le interviste non riescono a dare spessore alla materia, quasi che non si capisse il senso dell’operazione-libro. Uno scrittore capace avrebbe potuto, partendo dalle interviste, imbastire un discorso più articolato e coinvolgente. Così, al fine, abbiamo solo storie, legate dalla matrice comune, ma poi un po’ sbrindellate nel tempo e nello spazio.

Giovanni Leonori

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Abito a qualche centinaio di metri di distanza, in linea d’aria, da quella Libreria Internazionale Luxemburg, venuta dopo la Hellas nella vita di Angelo Pezzana, e di tanto in tanto mi capita di osservare i lavori di riqualificazione di viale Ottavio Mai a ridosso del Campus Universitario. Questi NOMI e altri citati nelle prime interviste del libro raccontano una delle tante storie del FUORI della Torino Sabauda, di squarci arcobaleno, di bisogni e necessità di traiettorie spezzate in un città quadrata. La pagine del saggio sono state un richiamo ai miei tempi giovani. Nella casa che abitavamo da studenti curiosi, c’erano i primi numeri del FUORI, alcune riviste anarchiche, Re Nudo, Muzak. Durante il rapimento di Aldo Moro, le riviste sparirono in cantina e furono dimenticate. Meglio evitare i capri espiatori. Nei primi anni del contagio Aids fui coinvolto nella creazione di una linea telefonica della LILA. Ero uno dei responsabili del Telefono Amico di Torino. Dal primo insorgere della malattia, registravamo richieste e paure sia da parte di soggetti etero sia da omossessuali. L’anonimato garantiva la libertà di chiedere ed esprimersi. Era necessario dare informazioni chiare, suggerire i luoghi dove poter fare anonimamente i test. Nacque così la linea telefonica della LILA e per mesi, da etero, vissi le paure e i cambiamenti di vita del gruppo di omossessuali con cui lavoravo. Poi dopo qualche anno l’Aids mi passò accanto colpendo persone a cui ero molto legato. La storia narrata nel libro è per me necessaria. Ho trovato le prime interviste più emozionanti, in alcune mi sono perso tra i troppi passaggi nei gruppi dirigenti delle varie organizzazioni. Comprendo che si voglia narrare la Storia, ma non c’è nessuna intervista a chi sia nata o nato dopo gli anni 70. E pur se il libro è dedicato alle nuove generazioni, sarebbe stato interessante conoscere il punto di vista di chi la Storia l’ha trovata, e su quali orizzonti oggi vorrebbe andare.
Mi auguro che il libro possa vincere il torneo, sarebbe importante, perché come afferma Porpora Marcasciano: “La liberazione è una pratica di resistenza, benessere con sé stessi e di conseguenza benessere della comunità, la nostra liberazione è proporzionale a quella di tutte le categorie oppresse e subalterne di razza, cultura, sesso. Sono tutti segmenti di un unico percorso”.
Il percorso è sicuramente lungo ma quel cammino dovrà essere intrapreso con molto più vigore e chiarezze nell’oggi rimbambito dai social!

Salvatore Ivan Raffaele