< Fuorisede di  Rosi Braidotti (Castelvecchi)

Qui di seguito le recensioni di Fuorisede raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Un’opera che merita tutto il tempo necessario per leggere, meditare e metabolizzare l’incessante flusso di parole e pensieri di un’autrice femminista di cui non avevo mai sentito parlare.
Non è un libro da regalare a tutti. Piuttosto una lenta riflessione da auto regalarsi in un particolare momento della propria femminile  vita matura.


Agnese Fuligni

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Rosi Braidotti è un’accademica e filosofa in movimento che si autodefinisce nomade. Ne sono prova, in questa raccolta di saggi, la sua vita e il suo percorso accademico, costellati da tanti “spostamenti” e dalla ricerca del darsi da fare (massima dello zio mentore che la iniziò alla filosofia) che attinge a sua volta dalla passione e l’amore per la vita activa, e che si traduce in una continua ricerca e messa in discussione. Fondamentali per la costruzione del suo pensiero filosofico, il polilinguismo, la passione politica che si trasforma in femminismo, l’apporto della psicanalisi. E’ il mio primo approccio a questa autrice, una delle pioniere dei Women’s Studies, e nonostante le iniziali difficoltà nel comprendere appieno la parte di saggio più strettamente filosofica sono rimasta affascinata dalla sua scrittura e pensiero, tesi a non soddisfare la doxa, ma ad esplorare l’inattuale.

Angela Stoppini

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Si tratta di tre interventi autobiografici abbastanza piuttosto autocelebrativi della carriera della famosa autrice che, essendo ben nota, non aveva motivo di autocelebrarsi. Il difetto e’ che e’ centrato poco, se non per un quadro familiare presentato in un saggio, su un contesto di vita completo, per cui anche l’affermazione femminista e le conseguenti scelte dell’autrice restano prive di alcuni elementi. Non bastano infatti citazioni dei personaggi incontrati qua e la’ per il mondo a delinearne anche del tutto il percorso umano oltre che scientifico.

Luisa Faldini

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Il testo è costituito di quattro saggi autobiografici in cui l’autrice suddivide e ripercorre le tappe fondamentali attraverso cui si è articolata la sua esistenza e la sua riflessione scientifica. Nella sua autobiografia Braidotti confessa di sentirsi più a suo agio nell’indagare e raccontare le vite degli altri piuttosto che la propria. Ci racconta che quattro passioni hanno mosso il suo percorso intellettuale: ’’la scrittura, la filosofia, il femminismo e il presente”, e partendo da questi punti cardinali ripercorre con grande fervore il suo percorso biografico.

Deldec

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Un bel dilemma stavolta, non potendo usare il pari merito. Scaricando i testi e vedendo tra i due un libro della Gruber avevo già “la sentenza nella testa”, come direbbe Guzzanti. Ma questo libro mi ha colpita in un punto debole, con un’identificazione profonda che mi lega alle esperienze linguistiche dell’autrice (sia pure su sentieri diversi e assai più oscuri) come esperantista. Mai così tanto mi sono scoperta come lettrice “mon semblable, mon frère” (ma soeur, nello specifico). Promosso.

Cristina de Giorgi

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pur essendo una scrittura densa e complessa, la scrittura di Rosi Braidotti a me da un senso di empatia con il mondo che ci circonda.
Sarà causato dal suo essere nomade o dal fatto fi essere poliglotta o dal fatto che entrambe le condizioni precedenti le danno un apertura

intellettuale che e raro trovare in un studioso della sua importanza.

leggere i quattro brevi saggi presenti in questo libro, tutti autobiografici, permettono di capire il perche di questo comportamento e di
apprezzare i pensiero di questa donna nata italiana, emigrata in giovane età in australia (prima non wasp ad entrare nei college esclusivi asutraliani), formatasi filosoficamente a Parigi alla scuola del post-strutturalismo, soprattutto Deleuze e diventata persona di culto in tutto il mondo grazie ai suoi insegnamenti nell’università olandese dove si e sposata a 50 anni con un’altra donna.

come si fa a non amare una donna del genere?

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Il libro si presenta come una raccolta di testi tratti da raccolte precedenti, in cui l’autrice parla del suo pensiero femminista e del suo essere ‘soggetto nomade’. Testo, a mio avviso, frammentario che risulta un po’ ostico nella prima parte (in cui vengono spiegati alcuni fondamenti del suo pensiero) soprattutto se non si conosce l’autrice e non si sono mai approcciate in precedenza le sue teorie. Molto più interessante la sezione ‘Una vita a zig-zag’ in cui l’autrice parla della sua vita, l’infanzia in Italia, l’adolescenza in Australia fino ad arrivare alla cattedra all’Università di Utrecht e di come si siano formate le sue teorie. Molto bella la ‘Preghiera laica’ dedicata allo zio prete che l’ha iniziata al pensiero critico.
Rimane comunque un testo di difficile accesso senza una pregressa conoscenza delle teorie dell’autrice.

Francesca Migliavacca

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Questa raccolta di saggi a carattere autobiografico risulta una miniera di cultura,filosofìa,stòria contemporanea,femminismo, antirazzismo ,amore për la vita e rispetto per la morte.
Ogni pagina insegna a pensare e arricchisce il lettore.

Rossana Culli

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Troppo ostico, dà per scontati concetti non banali col risultato di una lettura poco scorrevole e poco piacevole.

Marco Mirabella