< Gli scrocconi di  Francesco Vecchi (Piemme)

Qui di seguito le recensioni di GliScrocconi raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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L’approccio alle tematiche è molto interessante e coinvolgente. Pur trattando di problemi economici e sociali mi ha coinvolta molto.

Daniela Destro

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Un libro corto, agile e che di conseguenza non può che trattare l’argomento delle persone che vivono alle spalle del "ceto produttivo" in maniera spiccia. Andando oltre le inevitabili semplificazioni, che l’autore peraltro riconosce, la caratteristica del libro è proprio la coerenza che lo fa quasi diventare sistematico: il modo in cui vengono trattati gli argomenti, gli esempi, la struttura e il linguaggio sono tutti funzionali alla narrativa. E ciò è un grosso pregio.

Alessandro Pisu

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Un saggio d’attualità sulla condizione economica che stiamo attraversando, scritto in maniera semplice e scorrevole: mi ha fornito l’occasione di osservare la situazione economica dell’Italia da un diverso punto di vista.

Gloria Galantino

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È un libro che fa arrabbiare, dunque poco indicato a chi vuole imparare in serenità!
Riprende tante situazioni fatte conoscere in tv. Per questo, lo confesso, dopo un po’, mi sono stancata … Lo stile è comunque molto accattivante e sciolto.

Emma Cerpelloni

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Se gli italiani che non lavorano e quelli ‘assistiti’ sono la stragrande maggioranza e di conseguenza la percentuale di coloro che pagano le tasse è drammaticamente bassa, significa che il peso del sistema sociale è iniquo e mal distribuito, tale da non garantire più il livello di benessere che si era raggiunto qualche decennio fa. Chi non ha lavora spesso non è nemmeno interessato alla ricerca di un lavoro, perché viene mantenuto o riceve sussidi, altri lavorano in nero e non pagano le tasse, ma altri pagano per loro l’assistenza. In Italia vivere sulle spalle degli altri è piuttosto semplice. In questo libro l’autore dimostra che gli scrocconi si moltiplicano mentre il nostro paese, con i suoi 60 milioni di abitanti, si regge ormai su un manipolo di italiani operosi che tirano la carretta per tutti: 5 milioni di individui che si spaccano la schiena e che dallo Stato ricevono molto meno di quanto versino in tasse. Ci sono poi i disoccupati veri e famiglie in reale difficoltà, ma spesso risulta difficile riconoscere chi è davvero povero e chi finge di esserlo. Aumentare lo zoccolo duro degli occupati è urgente quanto la lotta alla povertà e all’evasione fiscale, e facendo parte di quella sparuta schiera di ’sgobboni’ concordo competamente con l’autore

Daniela Pauselli

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Un piatto difficilmente digeribile: amaro.
La rabbia è l’emozione di fondo.
Manca approfondimento rispetto al lavoro sommerso dei "nababbi". Speriamo che possa portare a dei cambiamenti come la comunicazione tra varie agenzie (INPS...).

Helene Vallet

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Il tema dell’evasione fiscale è ricorrente nei discorsi politici, di tutti i giorni, televisivi, ma non sempre l’analisi che ne viene fatta è attenta, accurata, o ricca di dati. “Gli Scrocconi” di Francesco Vecchi riporta invece un lavoro coscienzioso, e risulta in un resoconto accorato. Vecchi scrive prima di tutto da cittadino (indignato), e poi da giornalista, e questo punto di vista condiziona il lavoro svolto in questo saggio, poiché le conseguenze dirette delle questioni d’interesse di studio sono spesso riportate in prima persona. Un po’ come le famiglie tristi citate da Tolstoj, per Vecchi “gli scrocconi sono tutti diversi mentre i fessi sono tutti uguali”, e questo porta ad un’analisi variegata delle diverse sfaccettature di questi scrocconi. Argomenti come i vari bonus disponibili in Italia, l’occupazione, il lavoro in nero, la disoccupazione, le pensioni, il reddito di cittadinanza sono compressi in un’opera breve ma efficace nel dipingere un problema consistente come quello, appunto, degli scrocconi.

Giulia Nicolini

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"Per ogni italiano che lavora, dieci vivono sulle sue spalle": il volume individua come e perché il costo del funzionamento dello Stato gravi sulle spalle di una minoranza di cittadini che pagano le tasse, spesso troppe, a fronte di una maggioranza che approfitta allegramente di esenzioni, bonus e simili fino a spingersi ad essere ignota all’Agenzia delle Entrate; l’autore suggerisce provvedimenti e proposte che dovrebbero correggere questa ormai accertata stortura. Al di là del contenuto, ho trovato fastidioso lo stile colloquiale e disinvolto dell’autore, che fa numerosi e dettagliati riferimenti alla trasmissione televisiva da lui condotta, fino a riprodurre dialoghi con gli ospiti o addirittura con i collaboratori. Non mancano osservazioni autoreferenziali e compiaciute (p. 42 (n.b. si deve rinunciare a un ospite) "come ogni bravo conduttore, la mia reazione è andare in panico"; p.113 a proposito di un’ospite timida "mi basta una mezza battuta per capire che non ha resa televisiva"; p.21 a proposito di una possibile ospite settantacinquenne "ho bisogno di sapere immediatamente se può essere un buon ospite oppure no"), giudizi "tranchants" (p. 80 "in studio ho un trombone che difende le istituzioni italiane"), affermazioni ancora più definitive (e poco fini...) tipo "il problema non è dare aiuti (n.b. a proposito di sussidi e redditi di cittadinanza); il problema è darli a cazzo"). Francesco Vecchi non pare quindi, per lo meno nel suo libro, difettare di autostima, pragmatismo ed efficienza e vuole metterli tutti a disposizione del lettore: il capitolo finale "Manualetto d’uso" ci invita a portare il suo volume in cabina elettorale per valutare in base ad esso le varie proposte politiche in tema economico-fiscale e a scegliere così a chi dare il nostro voto.

Paola Sissa