< I giorni più bui di  Giovanni Albano (Piemme)

Qui di seguito le recensioni di IGiorniPiuBui raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Libro decisamente piacevole ed accattivante; da bergamasco sono veramente contento di averlo letto. Penso che esistano altri sullo stesso genere ma penso altresì che la necessità di far sentire al lettore, direttamente da un medico, che paura. disagio e, a volte, la disperazione siano di casa anche dall’altra parte del lettino del malato, fosse necessario.
Siamo stati (o saremo) tutti dei pazienti , con le nostre paure più o meno evidenti, e questa è la normalità; la paura nel cuore del medico che ci ha fatto veder l’autore, non mi ha impressionato; mi ha invece fatto ricordare che, dentro quel camice bianco (o dentro quello scafandro in tempo di Covid) c’è sempre un UOMO con il suo sapere, la sua determinazione ma anche con la sua fragilità e i suoi mostri.
Molto bello il duetto con il paziente, scritto molto con il cuore.
Un libro che meritava di essere scritto e di essere letto.

Vincenzo Parma

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Mi è piaciuto, è un racconto personale di esperienze vissute direttamente

Jessica

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Ho apprezzato molto i ragionamenti, le immagini, l’invito alla riflessione

Daniele Carlo

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Tornare con il pensiero in piena pandemia mentre si sta tentando di uscirne non è facile. Però dopo alcune, anzi parecchie, pagine la narrazione fluida dell’inizio del nostro periodo più buio mi ha conquistato.
Non più numeri, percentuali, previsioni. Non più sterili discussioni fra personaggi in cerca di notorietà, finalmente parole vere. Parole di chi con il covid19 ci ha veramente convissuto, ci ha lottato e lo ha sconfitto Un libro emozionante, coinvolgente, un libro che avevo iniziato con una lettura veloce ma poi mi ha costretto a tornare indietro e ricominciare dall’inizio senza saltarne una parola.
La narrazione contrapposta di chi il virus lo combatte con quella di chi, il virus lo ha subito, fa capire, molto meglio di tutti gli sterili contraddittori, cosa è stato ed è realmente il COVID 19.









Carlo Massalini

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Il libro scorre veloce. Ci sono due personaggi che raccontano i giorni bui della prima ondata di Covid uno indipendentemente dall’altro, il primario anestesista e il ricoverato grave. Mi ha colpito il punto in cui il malato, che si sente spersonalizzato perchè nella Sala della pre-intensiva viene identificato dal numero del suo letto, vorrebbe che questo non avesse un numero ma il nome di un fiore o di un personaggio delle fiabe : letto Giaggiolo, letto Peter Pan...
Per il resto rimane solo una testimonianza purtroppo molto datata. Racconta solo la prima ondata e si ferma ancor prima dell’arrivo del vaccino . Quindi niente no vax, niente green pass ecc. Non vale la pena leggerlo adesso e fa anche arrabbiare quando dice che dopo questa esperienza saremo tutti più uniti, migliori e più forti.

Giuseppe Caluri

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Il tema trattato (attualissimo, forse ancora troppo nella mente e nel cuore di noi tutti) e considerato da due punti di vista (medico e paziente) non considera una terza posizione, quella vissuta dalla maggioranza della popolazione: i familiari e i conoscenti delle persone colpite dal virus. I sentimenti di impotenza, le angosce, le speranze di chi è stato costretto suo malgrado ad abbandonare parenti e amici al proprio destino meritano di essere evidenziati alla pari di quelli di coloro che hanno combattuto in prima linea.
E’ comunque un testo che tra qualche anno potrà trovare spazio adeguato anche nelle biblioteche scolastiche, magari nello scaffale dedicato agli avvenimenti da non dimenticare...

Serena Piller