< I ragazzi di Leningrado. Memorie di uno studente italiano in Urss di  Carlo Fredduzzi (SandroTeti)

Qui di seguito le recensioni di IRagazziDiLeningrado raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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E’ più una biografia parziale che un saggio vero e proprio. Il libro non mi ha lasciato molto. L’Unione Sovietica di quel periodo si intravede, non è analizzata a fondo, soprattutto in senso critico.

Vero è, che quando si parla di Unione sovietica non sono molto sereno.
L’URSS per me è : Vavilov, Landau, Korolev, Tupolev, Bronstejn, Helmann , grandissimi scienziati imprigionati, a volte torturati e uccisi , o rinchiusi in manicomio.
E’ Bulgakov di cui tutti sappiamo.
Sono tutti gli italiani emigrati in Russia ed uccisi con la connivenza ed il disinteresse complice di Togliatti.
E’ Svjatoslav Richter , pianista eccelso, che non ha potuto andare in occidente fino agli anni 60.
E’ l’Ungheria, la Cecoslovacchia, ed ora l’Ukraina.
Sembra che la storia non insegni nulla.

Francesco Manzo

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Un racconto diavventure giovanili

Stefano Zaganelli

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I ragazzi di Leningrado di Carlo Fredduzzi.
È il racconto del viaggio verso la Russia e della permanenza a Leningrado negli anni sessanta per una borsa di studio di un gruppo di ragazzi italian. È un libro di ricordi sulla vita nello studentato, degli incontri con personaggi celebri, riflessioni sull’universo femminile sovietico così diverso da quello italiano negli anni sessanta.
È un racconto semplice e piacevole, di facile lettura che aggiunge però poco alle conoscenze che abbiamo del mondo sovietico di quegli anni.

Luisa Morizio

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Il tema é interessante, la scrittura è fluida e piacevole. Piacevole anche l’alternanza fra Storia in generale e storie particoali dello scrittore.

Marta B.

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È molto interessante la storia dei 123 religiosi dell’ Emilia Romagna morti nella II Guerra Mondiale. È la mia regione , abito vicino a Pieve di Rivoschio, e non conoscevo affatto questa storia. Eccidio di Monte Sole davvero drammatico.
La conclusione dell’autore e la post fazione del prete davvero mi hanno infastidito. La guerra è atroce di per sè, non serve un commento moraleggiante

silvia garaffoni