< Il Giardino e l’Arsenale. Una breve storia della Biennale di  Paolo Baratta (Marsilio)

Qui di seguito le recensioni di IlGiardinoELArsenale raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Affascinante il tema ma troppo lontano dai miei
Interessi
Mi riprometto di leggerlo

Assunta Picone

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Questo libro racconta la storia della biennale di Venezia. Non mi era mai capitato di avventurarmi in un saggio su un’istituzione culturale. Tra le sue particolarità c’è il fatto di essere scritto in prima persona, aspetto che ho apprezzato, in quanto aiuta la lettura di un testo che racconta una materia tanto affascinante quanto complessa.

Marta Cabiati

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Per quanto io viva abbastanza vicino a Venezia (40 minuti in treno), non ho trovato di mio interesse la storia di come è nata e di come si è sviluppata la Biennale nel corso degli anni.
L’intento dell’autore, Paolo Baratta, è di presentare quali sono stati i grandi cambiamenti introdotti negli ultimi vent’anni, affinché ne rimanga memoria e si possano continuare a stimare i risultati ottenuti. Per poter apprezzare questi cambiamenti e poter capire il presente, è necessario sapere da dove si è partiti. È un fenomeno che applichiamo tutti i giorni senza accorgercene: a scuola studiamo la Storia per capire il presente e sapere dove si sta andando. In matematica è utile conoscere i punti per cui passa una funzione per provare a prevedere dove questa si troverà.
Il primo capitolo del saggio si dedica, infatti, a ripercorrere le tappe fondamentali della Biennale: dalla sua nascita fino agli anni Novanta.
Devo confessare, però, che non sono riuscita ad andare oltre il primo capitolo, perché l’impressione che mi ha lasciato non è stata per niente positiva. Infatti, per quanto io sia consapevole della necessità di ripercorrere queste tappe, confessata la mia scarsa propensione nei confronti della saggistica, non posso nascondere che il tema trattato mi è risultato totalmente estraneo, generandomi un senso di noia mortale. Ho lottato con i miei sensi di colpa, ogni sera mi sono ripromessa che il giorno dopo sarei andata avanti. All’avvicinarsi della scadenza l’ansia è salita a livelli parossistici, ma non c’è stato niente da fare: la ripulsa verso quel tomo ha avuto la meglio e da quel giorno più non vi lessi avante.

Alice Ronzoni

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Scelgo di affrontare per primo il testo di Baratta e mi accingo alla lettura con curiosità e, lo ammetto, aspettandomi una storia della Biennale di Venezia gradevolmente condita di aneddoti, fatti di costume e di arte che, ripercorrendo più di un secolo di storia italiana, consenta di osservare i fatti del nostro Paese da un punto di vista originale.
Devo però constatare una certa delusione e la fluidità della lettura risente di una evidente disomogeneità tra le parti in cui è divisa l’esposizione.
La prima parte, la storia “antica” della Biennale, risulta una lunga carrellata di fatti esposti con tono un po’ accademico e non particolarmente accattivante. Brusco scarto narrativo nella seconda parte dove si passa alla prima persona singolare e viene narrato il primo quadriennio di gestione della Biennale da parte dell’autore: cambia il registro, fioriscono gli aneddoti personali e la lettura scorre veloce e piacevole. Nella terza parte, una anche troppo sintetica descrizione degli anni tra le due gestioni Baratta. La parte relativa al periodo 2007-2020 vede un ulteriore cambio di tono, con interessanti riflessioni sul concetto di “curatore” e sull’arte contemporanea in genere, ma la narrazione perde nuovamente slancio per poi condurre il lettore in un’ulteriore sezione dedicata alla cultura d’impresa applicata alla gestione della cosa pubblica. Gli ultimi capitoli parlano di Venezia, della Biennale come positivo esempio di realtà produttrice di valore per una città spopolata di abitanti e di servizi e caratterizzata da un’economia esclusivamente basata sul turismo. Molto interessante disanima socio-economico-urbanistica, ma condotta ancora con uno stile piuttosto amministrativo.
In conclusione un libro il cui titolo può ingannare le aspettative del lettore e la cui lettura risulta a tratti poco scorrevole a scapito di un tema oggettivamente molto interessante.

Paolo Kettmaier

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Saggio interessante e molto specialistico che consiglierei agli addetti ai lavori. Ho preferito questo libro perchè si avvicina ai miei interessi anche se in alcune parti per la presenza di molti nomi mi sono un po’ annoiata. Lo sviluppo storico e la suddivisione per settori della biennale son stati molto utili per farsi un’idea generale velocemente.

Laura Pianca

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Molto interessante. La biennale raccontata dagli esordi, proprio in un periodo in cui si parla molto della biennale perché diretta da una donna.

Claudia Ottaviani

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Venezia è pura magia
La biennale ci permette di sognare
Il libro è una piacevole e scorrevole lettura racconta la storia della biennale ma al tempo stesso ci pone importanti impellenti interessanti quesiti
E ci fa riflettere sul vero futuro di Venezia

Fanny rancan