< Il maschilismo orecchiabile di  Riccardo Burgazzi (Prospero)

Qui di seguito le recensioni di IlMaschilismoOrecchiabile raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Scrittura solo apparentemente lieve: basta accordare fiducia alle prime pagine per capire che, al lettore che si inoltri tra i sentieri della musica leggera italiana, sta per dischiudersi un panorama alquanto articolato, che metterà a dura prova la sua competenza e la sua memoria in fatto di testi musicali.
Pressante il messaggio di fondo sul fraintendimento, il depotenziamento, quando non proprio il disconoscimento ed il sabotaggio di quella che è l’uguaglianza tra uomini e donne, che rappresenta ad oggi un dato tutt’altro che acquisito ed interiorizzato nella fantasia collettiva del popolo italiano, del pensiero del quale la musica costituisce il termometro più sensibile. L’intero testo da l’idea di avere urgenza di confermare la profonda giustizia che si annida in numerosi giri di parole tra le più celebri nel panorama musicale, forse con una foga che a tratti non giova alla freschezza ed alla portata del messaggio.
Il testo si apprezza tutto d’un fiato grazie anche alla scansione dei capitoli, tutti ruotanti attorno ad un verso - guida, rispetto al quale coagulare per attrazione altri brani desunti dal mondo della musica leggera e cantautorale italiana.

Ho trovato il taglio innovativo ed originale, in grado di parlare con schiettezza e semplicità, auspicabilmente apripista di un filone di indagine sulle forme espressive della contemporaneità che, a giudizio di chi scrive, costituisce una necessità impellente.

Dario Filardo

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Libro molto settoriale, poco interessante
Le canzoni spesso sono delle "poesie" ed ognuno le "sente" sue per il momento ed il contesto in cui le vive.
Vederle descritte perdono il loro fascino.

Marisa Coppo

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Interessante analisi delle canzoni pop dalla fine degli anni Cinquanta alla fine degli anni Zero. Il motivo orecchiabile non è quello del ritmo ma piuttosto quello delle parole che in cinquant’anni di musica leggera sembra riproporre, nel tema amoroso, quello “tossico” del maschilismo. E a incorrere nello stereotipo, che tanto stereotipo non è perchè rispecchierebbe un sentire comune trasversale nel tempo, sono canzoni di tanti autori, dai testi di Vasco Rossi alla massacrata opera del duo Modugno – Battisti. Nonostante le varie riflessioni emerse, come sul consumismo e la cultura di massa, trovo che non si sia dato abbastanza spazio all’analisi di questo sentire comune che attraversa cinquanta anni di storia italiana.
Voto:7/10

Angela Stoppini

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Il sottotitolo – “Mezzo secolo di sessismo nella musica leggera italiana” – dice già molto di questo libro. Musica leggera e canzonette hanno la capacità intrinseca di far passare inconsapevolmente delle emozioni, dei messaggi, che come tali entrano subdolamente nel pensiero comune e lì si radicano, accolti definitivamente dal “sentimento medio”. E questo testo di Riccardo Burgazzi individua una serie di stereotipi, diffusi dalle canzoni pop italiane in mezzo secolo, sulla donna, sul suo ruolo nella società e sul suo posto accanto all’uomo.
Le pagine scorrono rapide, allegre, ma allo stesso tempo estremamente formative, con una rassegna di tutti i più noti cantanti e dei versi più noti, accentuandone la dimensione sessista e discriminatrice.
A rendere ancora più interessante l’intero pamphlet, è l’introduzione di Carlotta Cossuta, che cita, tra gli altri, i concetti fondanti della sociologia di Pierre Bourdieu e della filosofia di Antonio Gramsci: le canzonette orecchiabili sono un potente veicolo di accesso alla dimensione strutturale e invisibile del dominio maschile e all’egemonia di chi detiene il potere su chi non lo detiene.

Igor Tosi