< Il precipizio dell’amore di  Mariangela Tarì (Mondadori)

Qui di seguito le recensioni di IlPrecipizioDellAmore raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Dolorosissimo libro sul dolore di una famiglia che si trova ad avere, non uno, bensì due figli ammalati gravi entrambi. E’ un racconto lucido su quelle che sono state le difficoltà, la superficialità dei primi medici che hanno visitato i bambini, la difficoltà nell’essere soli in una battaglia simile perchè nella società esistono solo barriere. La grande forza che è scaturita da dentro e l’avere accanto una grande famiglia che ha condiviso e aiutato come poteva per trovare qualsiasi modo che potesse creare vita laddove sembrava non essercene.
La forza e la paura, i momenti di gioia e i momenti in cui il dolore e la rabbia prendono il sopravvento.
E’ un libro che ho letto praticamente tutto piangendo, perchè mi tocca molto da vicino, e faccio fatica anche a scriverne perchè mi ha mosso davvero tanto dentro. Molto intenso. Troppo intenso. Se non fossi stata "costretta" non lo avrei mai letto, ma quello che dice è veramente potente e non bisognerebbe girarsi dall’altra parte.

Cinzia B.

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Il Libro di Mariangela Tarì è sì la storia della sua sofferenza insopportabile per il dolore visto nei propri figli, ma è soprattutto il racconto di un modo di vivere pieno di forza e vitalità. Un racconto sul valore del bene e su come questo vinca tutti i giorni, proprio nella difficoltà e nelle avversità. Una storia vera con un linguaggio altrettanto vero.

Francesca Attiani

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Mi è piaciuto molto anche se in genere non amo leggere di "dolore" vero.La formula "solo appunti di una mamma" ha colto nel segno. Il lettore viene "trasportato/immedesimato" in una situazione familiare drammatica e dolorosa in modo graduale e crescente ma poi si sente "dentro" a tal punto ,per quanto mi riguarda, da comprendere appieno le analogie riportate tra amore e dolore , il "sentirsi fortunati" per avere 2 bambini disabili e comprendere la essenzialità della vita.

LUIGI SERINO

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Una storia commovente, che scatena rabbia e compassione, che incita a non mollare mai di fronte ai colpi duri della vita.

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Vorrei iniziare questa mia considerazione, partendo da alcune affermazioni contenute alla fine del volume proposto: "Avrei potuto elencare numeri e leggi, ma la vostra attenzione sarebbe stata altrove. Le parole che raccontano storie vere, invece, smuovono qualcosa dentro di noi. Io ci credo. Voglio crederci fino in fondo." (pagg. 133-134), personalmente non concordo con queste parole; la mancanza di "numeri e leggi" infatti, unita alla presenza esclusiva, sovrabbondante, di ricordi (che rendono il testo un memoire e non un saggio), di avvenimenti ripetuti e ripetitivi, mi hanno allontanato, empaticamente parlando, dall’argomento trattato (spingendomi, talvolta, a provare avversione nei confronti dell’autrice). Penso sia molto appropriato il sottotitolo, "Solo appunti di una madre"; la ripetitività di alcuni avvenimenti narrati, l’ordine in cui sono stati descritti (non sempre consequenziale), la disomogeneità nel presentare le vicende dei due bambini (privilegiando quella di Sofia), la lettera a Repubblica nella quale alcuni riferimenti, mancando del contesto, risultano di difficile comprensione (in questo potrebbe essere d’aiuto la vostra redazione), tutti questi elementi rientrano nella redazione di appunti che, di norma, dovrebbero essere rivisti (il che avrebbe potuto migliore la recezione del testo) e, il più delle volte, sono indirizzati esclusivamente a chi li redige (in maniera forse troppo cinica mi sono chiesto, più volte, se dovessi prestare attenzione a quanto l’autrice stesse dicendo). Per concludere avrei preferito che, come nei seguenti passi: "Aveva chiesto a Sofia quali fossero i giochi che voleva e lei gli aveva risposto con gli occhi. «Vedi mamma» mi disse Bruno, «se guarda la mano a sinistra significa sì, se indica la destra è no.» Vedere i miei figli uno di fronte all’altro alla ricerca di una possibile difficile comunicazione è stato come una sberla in pieno viso. Un bambino così piccolo che ha la capacità di stare fermo dinanzi alla diversità, cercando di capire come poter usare quello che ha visto fare mille volte alla sua mamma e al suo papà, ti insegna una cosa fondamentale: non bisogna avere paura." pag.81; "Mi ha confidato che nel tragitto in ambulanza da Verona a Roma lui pensava al mare, ai cugini. So che non scopriremo mai veramente cosa possa provare un bambino che si sveglia in un corpo non suo e in un posto che non sia casa, ma anche lui aveva in mente

Francesco Iengo

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Nero su bianco una confessione intima e amara che travolge il lettore dalle prime righe e lo trascina con sé come la corrente di un fiume. E proprio quando pensi che il letto sia tornato calmo, la prossima cascata fa già capolino dietro l’angolo.
"Questo libro, che ha un respiro corale, parla di assenze ma anche di mani che sorreggono reti e di incontri fortunati" e lo fa con rabbia, dolore, rassegnazione e infinita speranza ma soprattutto con esigenza. Quella di farsi ascoltare, di aprire gli occhi per ricordare chi troppo spesso viene ignorato e dimenticato.
La mia preferenza muove verso questo libro proprio perché i temi affrontati meritano di avere lo spazio che gli appartiene di diritto, senza doverselo guadagnare con fatica, non solo nella vita di tutti i giorni ma anche nell’immaginario collettivo.

Lucia De Luca

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la narrazione è emotivamente coinvolgente, scritto con leggerezza apre un mondo conosciuto superficialmente e fa vedere la disabilità da un punto di vista intimo.

La compassione fa posto allo stoicismo di coloro che vivono la situazione a stretto contatto e costantemente con il disabile e purtroppo con tutto ciò che ci circonda.

Giorgio Podda

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Decidere quale libro votare è stato assai difficile perché "Il precipizio dell’Amore" è un libro meraviglioso. Mariangela Tarì racconta come ha scoperto e affrontato la malattia della figlia Sofia, affetta dalla sindrome di Rett, e il tumore del figlio Bruno. La sensibilità con cui l’autrice indaga l’animo umano con le sue debolezze e potenzialità è unica. L’autrice, che non nasconde i momenti di sofferenza lancinante e il senso di ingiustizia provato di fronte ad un destino tanto accanito, sostiene che il dolore non può e non deve mai essere la fine di tutto. Un libro delicato, struggente e che insegna il valore dell’empatia.

Elisa Rubin

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E’ una vicenda personale che viene proposta al pubblico per sensibilizzarlo sull’esistenza di sindromi che, essendo rare, non sono nell’agenda degli istituti di ricerca.
Dovendo giudicare freddamente fra due testi, questo non e’ stato quello che ho preferito.

Luisa Faldini

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"Il precipizio dell’amore" Storia appassionante che inizia con la sensazione di ricevere una sberla in faccia ma durante la lettura ci si immerge in un mondo reale, pieno di difficoltà con la tenacia che è propria dei genitori speciali. Si, speciali, perché se tutti ci sentiamo dei genitori perfetti chi vive la storia narrata (come tantissimi altri che rimangono nell’ombra) può solo essere chiamata speciale non fosse altro che per la forza che hanno di combattere contro l’ immobilismo del nostro sistema

Paola Latini