< Il suicidio dell’Urss di  Sergio Romano (SandroTeti)

Qui di seguito le recensioni di IlSuicidioDellUrss raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Quale migliore punto di vista se non quello di vedere la storia attraverso chi la storia l’ha vissuta e l’ha fatta. Ho apprezzato di Romano il linguaggio semplice e diretto che usa nella narrazione dei fatti.
Approfondire quello che accade oggi, con uno sguardo ai perchè che si leggono tra le righe degli articoli, è stata una lezione molto interessante.
Non bisogna mai dimenticare che l’oggi è figlio dei tanti ieri.

Luigi D’Alauro

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Interessante descrizione dello scenario politico e sociale russo attraverso gli articoli di Sergio Romano che fotografano con acutezza e capacità critica i personaggi e le vicende che si collocano soprattutto nel periodo dalla guerra fredda alla presidenza di Gorbacev. La varietà dei temi trattati e dei contesti narrati nella raccolta degli scritti, l’abilità narrativa e di approfondimento degli avvenimenti e delle persone che ne sono state protagoniste rendono il saggio ricco di spunti di riflessione e permettono una lettura della realtà attraverso lo sguardo di un conoscitore attento e sensibile del mondo e della cultura della Russia contemporanea.

Giuliana Ballarini

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Il Suicidio dell’URSS
È un saggio storico e politico, un’antologia ricca di cronaca, descrizioni, riferimenti puntuali a date, luoghi e protagonisti. La mia lettura è progredita a rilento, per ogni pagina (ed in alcuni casi ogni riga) avevo bisogno di approfondire, trovare riferimenti che mi permettessero di proseguire. Per un lettore non esperto e non sufficientemente informato, la lettura può risultare difficile a volte - e non per una mancanza dell’opera stessa, ma per mancanza di tempo e preparazione che io ritengo necessari per comprendere quest’opera a pieno.
Ho apprezzato l’accuratezza dell’informazione ed il linguaggio forbito ed esatto, i continui riferimenti ad eventi e situazioni passate e presenti. Così come è lodevole la volontà di cercare ed esporre cause ed effetti.
Ho anche apprezzato la presenza del punto di vista dell’autore, gli spunti di riflessione che è riuscito ad inserire tra la narrazione dei fatti ed i dati.
È una lettura degna ed autorevole, che consiglierei solo ad un lettore appassionato.

Ilaria Alleva

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Un capitolo dopo l’altro, Sergio Romano delinea il quadro di avvenimenti storici e culturali propri della grande Madre Russia.
L’ex Repubblica Sovietica viene ben raffigurata nella sua volontà di potenza ed espansionismo, spinta da vicende politiche e umane.
Interessante lo stile usato dall’autore, nel complesso scorrevole e altresì ricco di scelte che conferiscono il giusto ritmo alla narrazione. Il racconto avanza accompagnando il lettore fino all’infausto epilogo: la recente dissoluzione dell’Unione Sovietica.

Sara Bidinost

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Una serie di articoli e reportage da chi ha vissuto da vicino fatti che narrano le vicende dell’Urss e i suoi rapporti con l’occidente, peccato si fermi agli anni della perestroika una analoga riflessione sull’ultimo trentennio farebbe capire perchè siamo giunti a quello che stiamo vivendo in questi giorni.

giovanni da roit

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Il suicidio dell’URSS
Il suicidio dell’URSS è un analisi puntuale e più che sufficientemente dettagliata dei risvolti politici e storici che hanno portato alla implosione , crollo dell’Unione Sovietica. L’Autore non appare sufficientemente critico e traspare una relativamente palpabile parzialità . La struttura del racconto è disarticolata e a mancare, tuttavia, è una scrittura fluida e coinvolgente, che non attrae e rende difficoltosa la lettura. Un’opera compiuta a metá.

salvatore urciuolo

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Il Suicidio dell’Urss, pur derivando da Sergio Romano, medesimo autore del primo saggio, Merkel, ha una scrittura evocativa a mezzo della quale il giornalista ci emoziona.
Il saggio è una raccolta di articoli scritti nel tempo dall’autore, corredati da alcune foto di repertorio ad indicare l’inizio di un periodo cui gli scritti fanno riferimento.
Sono belli i passaggi sulla politica e sulla società russa negli anni poiché suggestionano: grazie alla descrizione dei luoghi e degli attimi, leggendo sappiamo se a Mosca c’è tanta neve o solo il vento freddo e riusciamo meglio a comprendere un luogo così diverso che, come osserva Luciano Canfora nella prefazione, “è sempre Europa”.
Ad es. una delle prime cose che ci viene detta sull’ascesa al potere di Gorbaciov è che egli è nato in una delle migliori zone agricole del paese, a nord del Caucaso.
Il sentimento usato nella scrittura non fa venir meno la divulgazione che, comunque, grazie all’uso della narrazione, è resa meno tediante.
Ho trovato più interessante di tutto, la parte dedicata alla figura di Gorbaciov, credo poiché affascinante, come avvenuto per Merkel, per l’autore, che si è molto speso in entrambi i saggi per spiegare i ruoli di ponte dei Capi di Stato - qui, per quanto a Gorbaciov, con la Perestrojka. ponte fra vecchio e nuovo,
Ho gradito la caratterizzazione – al pari di quanto avvenuto in Merkel – di Shevardnadze, ministro degli esteri che non amava parlare, se lo faceva, lo faceva sottovoce e che sorrideva di circostanza, lasciando “dirigere” la propria vita sociale dalla moglie dai capelli rossi e piena di vitalità: mi è sembrato di leggere un romanzo di Dostoevskij nella parte dedicata alle famiglie di contorno alla storia del protagonista.
Interessante anche aver compreso, specialmente perché l’ho percepito nei report dall’attuale conflitto Russia-Ucraina, che da sempre la religione ortodossa ha consentito l’espansione del comunismo e che la Russia sarà davvero diversa se chiuderà con il KGB, vero protagonista della politica URSS/Russia.
Neo di questo saggio forse la datazione dell’articolo alla fine: ammetto però che può essere stata una scelta dell’autore.
Alla fine la storia è ciclica e non è poi così importante capire subito il momento storico cui si fa riferimento: tutto si ripete e ciò che poteva valere nel ’’91 potrebbe valere anche oggi.

Claudia Paolini

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Nel saggio “il suicidio del’URSS” l’autore Sergio Romano raccoglie alcuni suoi articoli, pubblicati prevalentemente su La Stampa negli anni 1987-1992, ripercorrendo gli avvenimenti più rilevanti che hanno portato al crollo dell’Unione Sovietica.
Gli articoli spaziano in settori diversi, dalla letteratura russa alla storia della Jugoslavia, dai rapporti con il Vaticano a quelli con lo stato d’Israele; ci raccontano della “grande famiglia slava”, delle grandi carestie, di personaggi che hanno dovuto esiliare, dell’eccitazione del primo uomo nello spazio, della “scelta religiosa” di Vladimiro alla fine del primo millennio.
Il testo è ricco di spunti interessanti che invitano a ulteriori approfondimenti ed evidenziano la conoscenza accurata e l’ampia cultura dell’autore.

Anna Maria Cambiaggi