< Il terrorista & il professore di  Arrigo Cavallina, Cesare Cavalleri (Ares)

Qui di seguito le recensioni di IlTerroristaEIlProfessore raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Un carteggio che parte quasi per puro caso e che invece porterà i due protagonisti a scavare nel profondo dell’animo umano e a sollevare temi delicatissimi, uno su tutti quello della rieducazione del detenuto. Perchè dalla lettura delle parole di Cavallini emerge pentimento e un uomo che ha bisogno non solo di perdono ma anche di poter fare ammenda dei propri errori. Toccante.

Giulia Ravaioli

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Il libro "Il terrorista e il professore" ha il pregio del punto di vista, cioè di raccontare non la Storia, ma una storia degli anni del Terrorismo, e, sempre, il racconto della storia di un singolo crea empatia e partecipazione in chi legge. Lettera dopo lettera ci si concentra meno sulle dinamiche storiche e politiche, e sempre di più sul rapporto di amicizia, scevro di ogni forma di giudizio da parte del professore, e sulla sofferenza tremenda del ragazzo che deve imparare ad accettare se stesso, e il suo errore, e ricostruirsi. E’ un libro molto malinconico; a me sembra che questo sbandamento sia una ricerca veramente disperata di un senso da dare alla vita, prima nella lotta, poi addirittura nella fede. Al fondo, dunque, la fatica di capire chi si è e la necessità di costruirsi un’identità, o meglio distruggersi per poi ricostruirsi, o almeno tentare. Questo è un insegnamento importante perché la nostra società è abbastanza avara nel concedere una seconda possibilità, mentre è da premiare il coraggio di chi ammette di aver sbagliato tutto, chi rinnega anche il vecchio sé e vuole cambiare e migliorare partendo, di fatto, dal grado zero.

Elena Fant

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La lettura de Il terrorista e il professore mi ha riportato agli anni della mia giovinezza , al ’68 di contestazione, all’Italia insanguinata dal terrorismo rosso e nero, alle lotte operaie, a tutto un periodo storico vissuto nel tentativo, spesso violento, di voler modificare l’esistente e di migliorarlo.
A distanza di anni è evidente il fallimento di questo tentativo, e con occhi più distaccati riconoscere gli errori fatti,
Il libro è anche un percorso di riscatto del terrorista Cavallina che appare evidente nello scorrere il carteggio col suo professore Cavalleri.
Alla fine del libro mi è venuto da pensare che si potrebbe vedere nel rapporto epistolare tra i due una similitudine con il viaggio di Dante Alighieri (qui Cavallina) nell’inferno e nel purgatorio guidato da Virgilio (qui Cavalleri) che si conclude con il riscatto del terrorista, pentito di una vita in parte sciupata, e riavvicinato alla fede.
Testo pieno di riflessioni profonde , di una amicizia disinteressata che si manifesta costantemente , nessun rimprovero , solo un delicato invito a accettare la responsabilità dei propri errori e alla compassione per il dolore inferto agli altri.
Un libro che potrebbe essere proposto , in alcune sue parti, agli studenti delle scuole superiori, per questo l’ho preferito tra i due sottoposti a giudizio.

Marco Cinelli

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Questo libro mi ha colpito profondamente, a partire dalla prefazione, in cui credo sia perfettamente riassunto il vero significato del messaggio cristiano.
Nella parte del carteggio, poi, emerge un’umanità, un’intimità è una varietà di emozioni e sentimenti che è impossibile non rimanerne toccati.
Offre una finestra su un mondo, quello della solitudine e delle difficoltà carcerarie, che è troppo spesso poco raccontato.
Credo che da questo libro si traggano spunti di riflessioni interessanti sul perdono, sugli errori, sulla redenzione, sulla fede, sul senso di colpa.
È un libro che consiglierei caldamente.

Stefania Camiciola

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Un certo scetticismo ha accompagnato l’approccio iniziale ad un testo al quale è difficile dare un’etichetta di genere: un “saggio storico epistolare”? Forse, ma non è esauriente. E’ senz’altro un significativo spaccato del momento più doloroso della storia repubblicana ma “visto” e “vissuto” dall’interno attraverso le confidenze da romanzo epistolare tardo settecentesco. Ma il libro arriva. Scuote la coscienza con il suo crescente attrito tra il soggetto e l’oggetto della vicenda storica, tra la storia pensata e quella fatta. E in mezzo la “dissociazione”, non il pentimento. Uno scontro tra posizione opposte che alla fine riesce a tradursi in incontro. Con rispetto, con attenzione e senza retorica.

Pietro Bernardo Del Buono

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Il testo è basato sulla corrispondenza intrattenuta dal 1984 al 2019 tra Cesare Cavalleri, giornalista scrittore e direttore editoriale delle Edizioni Ares e un suo ex allievo di quando era professore alle scuole superiori a Verona, Arrigo Cavallina, in carcere con l’accusa di aver fatto parte di gruppi terroristici operativi nel Nord Italia negli anni Settanta. Il dialogo tra i due, prudente nelle battute iniziali ma poi via via più intenso, è costellato di riflessioni riferite non solo ai cosiddetti “anni di piombo” e alle scelte – spesso sciagurate – di tanti giovani che optarono per la lotta armata (tra cui, appunto, Arrigo Cavallina, poi condannato a 14 anni di carcere), ma anche alle scelte di vita personali, agli errori compiuti, al significato della propria esistenza e al senso da attribuire a ciò che ne resta. Un carteggio vivo, profondo, spesso emozionante.

Gianluca Sgambuzzi

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Covid, prevenire, curare conviverci
Ci sembra, ormai di conoscere tutto del Covid, ma contemporaneamente, di avere grandi dubbi sulle nostre stesse conoscenze, sul nostro agire, sul nostro futuro.
In questo testo, fortemente divulgativo ma basato sulle, poche/tante?, evidenze scientifiche, vengono riportate le risposte ai quesiti posti dagli utenti, nella help line che l’Istituto Mario Negri ha attivato, con grande impiego di risorse e tempo, per aiutare a districarsi fra l’innumerevole congerie di informazioni, polemiche, controversie, che hanno caratterizzato la gestione dell’epidemia da COVDI 19.
E. questo sembra l’intento principale del volume: fornire punti di riferimento affidabili, rassicurare e incoraggiare, ribadire la validità delle campagne di vaccinazione e, soprattutto rimarcare il ruolo dei comportamenti responsabili a tutela di noi stessi e degli altri.
Il volume è un viaggio nella conoscenza del COVID, delle sue varianti, della sanità pubblica, della qualità della nostra vita e del mondo che stiamo lasciando ai nostri figli.

Sara Giannetto

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Quasi commovente, per me che gli anni di piombo li ho vissuti da studentessa. La cronologia introduttiva è stata di forte impatto perché avevo rimosso la violenza e il numero di fatti di sangue in cui ero immersa in quegli anni.
La prima lettera del professore al suo ex studente è molto significativa dell’ approccio di una parte del mondo cattolico improntato prima al proselitismo e poi alla comprensione del prossimo.
Interessante per comprendere il periodo storico

Angela Lambri

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Può un epistolario essere ancora oggi una lettura interessante in grado di farci capire passaggi della Storia e dei suoi protagonisti? Certo che può! Anzi, più di altri generi letterari, sa coinvolgere e appassionare per quel grado di verità e libertà che destinatario e mittente possono permettersi. Ora se c’è un tempo buio della storia italiana recente è certamente quello denominato "anni di piombo", dalla strage di Piazza Fontana a Milano a quella della stazione di Bologna, passando per rapimenti - uno per tutti quello dell’onorevole Aldo Moro -, omicidi, rapine, processi, intrecci tra apparati statali deviati, loggia massonica P2, mafie e militanti dell’estrema destra. Anni complessi di cui oggi si parla poco perché sembrano molto lontani da un punto di vista politico-sociale, molto vicini da un punto di vista mediatico. Anni che nei programmi scolastici non compaiono nemmeno e per ciò, ancora di più, un libro come questo appare intelligente e utile perché può spiegare agli studenti con la sincerità di una lettera, simbolo di amicizia e stima profonda, ciò che semplice non è, perché la storia è stratificata e ovviamente è fatta dagli uomini. Una precisa cronologia - dal 1968 al 1984 - introduce al carteggio tra Cesare Cavalleri, giornalista e scrittore, direttore delle Edizioni Ares e della rivista "Studi cattolici" e Arrigo Cavallina, già studente del Cavalleri in giovane età, ex terrorista, Fondatore dei Pac nel 1978, oggi impegnato a parlare di non violenza e umanizzazione delle carceri. Carteggio nato per caso divenuto poi parte integrante della vita dei due e oggi un libro. La storia personale diventa Storia con la S maiuscola e aiuta a rispondere a domande ancora oggi aperte.

Flavia Fiocchi

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Arrigo Cavallina noto terrorista e fondatore dei PAC viene arrestato e durante la permanenza in carcere realizza che la sua vita è stata un fallimento: gli ideali per i quali aveva lottato e ucciso sono da lui messi in discussione. Si sente un uomo finito ma il suo ex professore di Ragioneria, Cesare Cavalleri, si ricorda di lui e lo contatta. Inizia uno scambio di missive che durerà per molti anni attraverso i quali Cavallina intraprende un percorso interiore che lo avrebbe portato alla dissociazione dalla lotta armata. Il professore gli tende la mano, lo rassicura, si schiera al suo fianco, capisce che ha sbagliato ma che da questo può ripartire perché nulla è perduto e Cavallina comprende: sa di non essere solo, sa che può farcela. Il percorso sarà lungo e difficile ma l’amicizia tra di loro sarà la loro forza.

Monica Rosi