< In nome di Maria di  Aldo Dalla Vecchia (Graphe)

Qui di seguito le recensioni di InNomeDiMaria raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Manca di approfondimento, rimane sul piano descrittivo senza sfruttare le aperture argomentative che si aprono nel discorso. Peccato perché ci sono spunti interessanti.

Chiara Casali

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In nome di Maria:
Lettura lieve, senza grande spessore.
Fenomenologia di una figura mediatica che fa programmi televisivi di intrattenimento.
Di scarsa presa e modesto interesse, per quanto magari l’analisi risulti di indiscusso rilievo sociologico, vista la rilevanza acquisita da MdF in vari settori del mondo della TV e dello spettacolo in generale.

Daniela Bondielli

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Il piccolo volume mi aveva incuriosito, pensavo di poter capire e apprezzare qualcosa che pensavo mi sfuggisse, invece no.
Quando si dice “si può fare a meno dell’intrattenimento?” io personalmente penso di si, forse per formazione o per curiosità personale trovo la TV autoreferenziale, come la politica degli ultimi 30 anni.
Tra l’altro l’abbreviazione MDF per identificare Maria De Filippi, mi richiama il Medium Density Fiberboard, appunto MDF, il materiale che si usa al posto del legno per realizzare parti laccate come ante o ripiani nei mobili contemporanei, un materiale composito e povero che non ha nulla a che fare con il legno.
Comunque, concludendo, leggendo le poche pagine mi sono immaginato un uomo che si guarda i piedi e dice “…è il massimo avere due piedi..…poi un giorno incontra un polipo….la realtà!”

Roberto Munari.

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Ho letto con divertimento e interesse il saggio di Aldo Dalla Vecchia e - quarantacinquenne io - mi sono ritrovato a ripercorrere le varie trasmissioni ideate e/o condotte da MDF avendole viste in Tv al loro esordio.
Questa signora dalla voce inconfondibile, dal taglio di capelli "poco femminile", come si diceva allora, per usare un eufemismo, che bucava il piccolo schermo con uno stile e una lentezza sua propria. La terza moglie di MC, che calamitava le copertine delle riviste "leggere" e lo ha fatto per anni.
Scelgo questo libro, tra i due propostimi, perché mi è piaciuto conoscere, scoprire, il dietro le quinte di una o più trasmissioni, ’ascoltare’ il MDF pensiero, imparare cose nuove sulla Tv e sul modo di costruirla. Alcune alunne mi hanno chiesto proprio in questi giorni - giuro! - se guardo e se conosco un personaggio in voga oggi su Amici. "Ecco", mi sono detto. Tutto torna. E loro a testimoniarmi il successo di un format senza età che, grazie alle informazioni presenti nel libro di ADV, sono riuscito ad apprezzare di più.
Unico limite del volume: troppo breve. Mi sarebbe piaciuto andare ancora più a fondo, non tanto del ’mistero’ MDF, ma dell’universo, del mondo del lavoro, dell’aneddotica che sta dietro il piccolo schermo. Davanti al quale stiamo tutti.
Carino lo stile dell’autore, forse un ’taglio’ un po’ troppo leggero per i miei gusti. Un ’assaggio’, la punta di un iceberg. Comunque, un’infarinatura importante di un venticinquennio, poco più poco meno, di storia italiana. Dai gusti del pubblico, si capisce molto di come è fatto il nostro Paese.

Riccardo Belotti

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Pur essendo interessante la visione delle varie trasmissioni non più da spettatore, ma dal lato di chi le immagina e realizza, ho trovato il tono del libro troppo celebrativo. Spiega il successo di un fenomeno senza chiaroscuro, rimane in uno spazio circoscritto.

daniela iori