< Io sono più amore di  Francesca Fioretti (LaNaveDiTeseo)

Qui di seguito le recensioni di IoSonoPiuAmore raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Francesca Fioretti è una grande donna e la lettura del suo libro non ha fatto che consolidare questa mia opinione. È una grande donna perché ha affrontato tutto quello che c’era da affrontare- rabbia, dolore, incertezze, rimpianti, felicità e amore - e l’ha fatto con grandissima onestà, senza fronzoli o giri di parole inutili.
Io sono più Amore ti ferisce e ti cura nello stesso momento. É un racconto che ti fa capire come tutto può ripartire senza necessariamente cancellare o dimenticare il passato.

Camilla De Giorgio

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In "io sono più amore" vengono trattati temi molto personali e forti: morte, dolore, amore per l’uomo perduto, per la figlia per il proprio vissuto. Temi che vengono trattati in modo semplice, descrivendo ciò che si prova e come poterlo "superare" o meglio conviverci. Un libro che non cerca di impressionare o farsi compatire, ma semplicemente di condividere un proprio pezzo di vita per comunicare al mondo che non sempre e non tutto è rose e fiori, che non sempre il cielo è sereno e che tutti abbiamo un vissuto che potrebbe essere utile per qualcuno che sta vivendo qualcosa di simile.
Mi ha conquistato proprio la semplicità con cui il tutto viene narrato, come se si stia parlando con un amica, conoscente.

Monica Zanon

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Profondo, intimo, struggente ma sempre con apertura verso la vita e il futuro. L’elaborazione del lutto così inaspettato richiede sempre tanto tempo. La strada della psicoterapia che ha scelto l’autrice è per le persone che possono permettersi di farsi questo "dono" ma senza dubbio è ragionevole pensare che con una figlia da crescere sia praticamente impossibile riuscire a farlo da soli senza cadere in uno stato depressivo. La morte fa parte della vita certo, ma certi vuoti sono difficili da colmare, da spiegare da raccontare. Non so se questo libro lo abbia scritto l’autrice senza il supporto di un ghost writer o simili, certo è che mi ha trasportato nel suo viaggio di dolore e speranza.

Marianna Caprotti

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Leo Turrini con il suo sguardo essenziale ci riporta a quella corsa di caschi abbandonati dalla vita. Una testimonianza che è una telecronaca di sguardi, di non detti.
Il racconto di quegli istanti si fonde nelle domande mia fatte o forse si ad Ayrton, il pilota con la bandiera del Brasile su ogni podio e lo sguardo rivolto a Dio.

Vittoria Luppi

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Questo libro, al di là della tragedia raccontata in prima persona dalla compagna del giovane calciatore scomparso non mi è piaciuto, lo ho trovato, nonostante una buona scrittura, un po’ forzato nella descrizione degli stati d’animo, e troppo teso alla ricerca di continue frasi ad effetto.

Paolo Pastorino

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Libro, non saggio. Esibizionista del dolore. Impersonale. Inutile.

Nicoletta Giuditta

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"Io sono più amore" è un libro per chi ama crogiolarsi nel dolore. Racconta una storia vera, un dolore vissuto, quindi può essere utile per chi ha bisogno di condividere il proprio, per portarne il peso in modo condiviso. E’ un libro che può piacere anche a chi assiste al dolore altrui come difesa alla propria paura di provarlo. Ma di sicuro per molti non può andar bene. La scrittrice ha portato avanti un’operazione catartica scrivendo, ma personalmente ho trovato noioso il ripetersi così lungamente sullo stesso argomento.

Emanuela Schiavon

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Io sono più Amore è la storia di Davide Astori, calciatore della Fiorentina scomparso nel 2018 a causa di un problema al cuore, della sua compagna Francesca Fioretti, autrice del libro, e della loro figlia Vittoria. È la storia di come loro si sono conosciuti, innamorati, di come hanno costruito famiglia e di come Francesca è riuscita a sopravvivere al grande dolore della perdita del compagno.
Il libro è abbastanza breve (circa 135 pagine) molto scorrevole nella lettura, narrato in prima persona dal punto di vista di Francesca.
La scrittura semplice permette di capire bene quali sono le sensazioni che l’autrice prova nei vari momenti descritti: il dolore dopo la notizia della morte di Davide, il senso di smarrimento al pensiero di come sarebbe stato il futuro della loro bambina, la confusione generata dallo shock e da tutte le questioni burocratiche di cui doversi occupare.
Tutte queste sensazioni vengono descritte in maniera molto credibile e permettono al lettore di potersi immedesimare subito con Francesca pur non avendo vissuto lo stesso dolore.
Una nota sulla scrittura: spesso, per rendere il concetto più chiaro, l’autrice tende a ripetere in più frasi quello che sta provando, aggiungendo ad ogni nuova frase nuovi aggettivi, nuovi esempi, nuovi ricordi che sì aiutano a immedesimarsi meglio nella situazione, ma a lungo andare rallentano troppo il ritmo della narrazione e verso la fine risultano anche pesanti.
Non nego che in certi momenti ho più volte pensato “Ok, ho capito andiamo avanti”, quasi a implorarla di riprendere la narrazione degli eventi.
In questo saggio non mancano però anche ricordi felici, come i numerosi viaggi che la coppia ha compiuto in giro per il mondo anche dopo la nascita di Vittoria, che l’autrice racconta per farci conoscere Davide sotto nuove sfumature.
Non sono appassionata di calcio e conoscevo Astori solo per le notizie che si sentivano nei telegiornali a seguito della sua prematura scomparsa. L’idea che ho dei calciatori, in generale, non è positiva, ma Francesca, tramite questi suoi aneddoti così intimi, mi ha permesso di capire che esistono anche calciatori non solo dediti ai riflettori, anzi.
Se l’intento dell’autrice era quello di mostrare Davide sotto una luce più personale e inedita, direi che ci è riuscita molto bene.
Premesso che questo è un memoir mentre “Il Comunismo Italiano” è un saggio (quindi forse sarebbe più corretto definire il torneo come di non-fiction), ho preferito “Io sono più amore” perché per

Alice Ronzoni

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Io sono più amore è scritto in prima persona dalla compagna di Davide Astori, brillante calciatore deceduto improvvisamente per una patologia cardiaca purtroppo non diagnosticata. Francesca Fioretti racconta il suo dramma e come lo ha affrontato insieme alla figlia di 2 anni. Un racconto toccante, lucido e coinvolgente frutto -credo- anche di un gran lavoro di editing da parte della curatrice Chiara Spaziani. Questa capacità di coinvolgere il lettore, senza ricorrere a trucchi o a scorciatoie sentimentali, spiega la preferenza accordata al racconto della Fioretti piuttosto che al testo divulgativo della Bertucci.

Carlo Dalla Valle

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Un libro che racconta il lutto con sobrietà e dignità e inaspettatamente veicola un messaggio di speranza: verso il futuro e nei confronti della famiglia. E narra l’esperienza del teatro e della poesia, quindi dell’arte, per lenire, almeno in parte, le sofferenze ed essere d’ausilio nel difficile traghettamento da una sponda all’altra del dolore, attraversando il buio.

Luigi Apa

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Sono felice che l’autrice abbia trovato nella scrittura la guarigione da una ferita così grande. Purtroppo non trovo profondità linguistica e di contenuti

Barbara Amali

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Il racconto della storia personale di Fioretti a proposito della morte del marito, calciatore della Fiorentina, rimane sulle frasi fatte senza riuscire a comunicare davvero i suoi sentimenti, come sembra voglia fare con questo libro: ci gira intorno senza sapere come metterli a fuoco.

Elena Cicalini