< L’amore che resta di  Sabino Chialà Emanuele Borsotti (Morcelliana)

Qui di seguito le recensioni di LAmoreCheResta raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Si presenta sin dalle prime righe di introduzione senza alcuna presunzione, nonostante viene proposto un tema teologico e controverso. Sono stati invitati a scrivere le prefazioni due autorità del tema Qohelet. Trattasi di un libro della Bibbia che come viene spiegato non mette al centro Dio ma l’uomo. Le espressioni di scrittura sono terminologia cristiano filosofica, ben precisa e ben trattata, proprio come se ci si rivolgesse a qualcuno che di quell’argomento vuole approfondire in ogni riga e riconoscersi in una certa spiritualità. L’attenzione è posta sulla visione, però, più umana e terrena utilizzando dei paragrafi lineari con riferimenti autorevoli e soprattutto utili a comprendere ogni passaggio del libro nel libro. Sì, è un po’ anche un percorso di un antico libro in un saggio moderno per interpretare ai giorni nostri. È degno di nota che nel comporre i paragrafi l’autore si è posto e ha posto domande mirate a tradurre la dietrologia di questa opera e a renderla con punti di vista comuni ma accreditati. È interessante e stimolante per la curiosità. Dunque assolutamente da leggere per acquisire un punto di vista cristiano poco conosciuto.

Barbara Viotti

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Un ragionamento critico su due testi sacri sicuramente non è consigliabile per una lettura rilassante ma di certo per una stimolante. Nonostante la tecnicità di alcuni passaggi, il testo è ben strutturato con un saggio più introduttivo in apertura, il quale permette di inquadrare l’argomento a chi è un neofita del campo. Risulta davvero interessante la dimensione antropologica che viene messa in risalto dagli autori: non necessariamente un testo sacro ha una chiave di lettura esclusivamente legata alla fede, bensì può configurarsi come uno scritto che narra dell’umanità, delle sue caratteristiche intrinseche. Una chiave di lettura illuminante alla luce della quale riconsiderare altri scritti sacri, non solo cristiani o cattolici. In fin dei conti, lo scopo della fede è anche quello di inquadrare e rispondere alla grandi domande sull’umanità che altre discipline non riescono a spiegare.

Ilaria Ranalli

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Lo spunto è interessante, e anche la scrittura è piuttosto fruibile. Ammetto che il mio interesse è la mia conoscenza della Bibbia sono pressoché a livello zero, e questo non ha aiutato. Probabilmente un saggio interessante ma soltanto per la platea giusta.

Michela Mascitti

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I due testi affrontati in questo saggio – Qohelet e Il Cantico dei Cantici -, sono come il lago di Narciso. Ti incantano e ti catturano. Ma come per Narciso la sua propria immagine, qui è la lettura che ti incanta. Di un incantesimo che ti ammalia per l’ emozione e il godimento suscitati dai tuoi stessi pensieri e dalle “riflessioni” che ti sovvengono. Sono le domande che ti poni e il labirinto affabulante, che percorri, a fondersi .Cosicché niente hai da dire di quello che leggi, ma solo di quello che provi nel farlo. Questo è quello che accade anche a Sabino Chialà e Emanuele Borsotti autori di questo “L’amore che resta”. Divertente, intenso, talvolta appassionante, ma più letteratura che saggio, Eppure “il paesaggio del corpo” di Borsotti riesce a farti sentire quanto lo spettacolo del mondo e la bellezza del corpo amato alimentino lo stesso sentimento erotico, e quanto questo abbia a che vedere con il senso di immanenza del Dio degli uomini.

Manlio Grimaldi

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Affascinante, il libro che avrei voluto scrivere.

Maurizio Malaspina

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Testo su due dei più bei libri dell’antico testamento : Qohelet (conosciuto anche come Ecclesiaste) e Cantico dei cantici. L’esegesi, ricca e puntuale, è fatta da due studiosi della comunità di Bose e si rivolge a credenti e non credenti, a conoscitori della Bibbia come a quanti sono poco avvezzi al libro sacro ad ebrei e cristiani. Si consiglia a quanti sono anche disponibili a leggere integralmente i testi analizzati. Buona la bibliografia per un ulteriore approfondimento.

Roberto Pierazzoli

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Sabino Chialà ed Emanuele Borsotti, L’amore che resta, Qohelet e il Cantico dei Cantici.

Sabino Chialà (teologo e priore della Comunità monastica di Bose) ed Emanuele Borsotti (monaco e teologo) pubblicano un’opera sui due libri sapienziali della Bibbia, il Cantico dei cantici e Qohelet, attribuiti dalla tradizione al Re Salomone, il re figlio di Davide, noto per la sua sapienza.
Si tratta di libri poetici e ricchi di profondità con cui gli autori riflettono sull’amore e sulle cose della vita, libri in cui si parla poco di Dio e molto delle vicende umane, che è poi una delle caratteristiche che li rende così diversi rispetto agli altri libri della Bibbia ma, come definito dagli autori, si tratta di libri che rappresentano “l’alveo apprestato da Dio” alle vicende umane.
Chialà dedica il suo contributo alle possibili chiavi interpretative dei due libri sapienziali mentre Borsotti riflette sull’idea del corpo, o meglio sulle “architetture del corpo”, quelle architetture da cui sicuramente avranno preso spunto i nostri poeti contemporanei come Mogol, Gino Paoli, Ghiannis Ritsos (“Altra dimora non ho – abito il tuo corpo”) e il premio Nobel Octavio Paz (“Vado per i tuo corpo come per il mondo”).
Un libro dedicato alla poesia e alle vicende umane dove Dio trova spazio, non perché oggetto privilegiato dei riflessione ma perché, attraverso le vicende dell’uomo nella sua precarietà (hevel), Dio diventa il senso e la ragione ultima di ogni cosa.
Un libro per chi è appassionato alla Poesia e non pensava di trovarne così tanta all’interno dei libri sapienziali della Bibbia.

Luisa Foti

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L’amore che resta è un libro interessante ma un po’ difficile da leggere.

Robin Ru

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"L’amore che resta" mi è piaciuto molto.
Mi ha arricchito su due testi sui quali non mi sono mai interessato particolarmente, mi ha tolto dalla mia comfort zone letteraria e mi ha regalato ore di lettura interessata e interessante.
La scelta tra i due libri in "gara" è stata difficile questa volta, oggetto di diversi ripensamenti, ma alla fine una scelta la si deve pur fare, giusta o sbagliata che sia.

Fabio Pasotto