< L’economia dell’autoproduzione. Il mutamento sociale e il volontariato di  Piero Bargellini (Mauro Pagliai)

Qui di seguito le recensioni di LEconomiaDellAutoprduzione raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Premetto che non sono una lettrice abituale di saggistica.Ho trovato comunque molto interessante questo saggio di sociologia sull’importanza della autoproduzione.Di facile lettura, perche’ scritto in modo molto comprensibile, ma non banale. L’argomento è divulgato in modo ampio e approfondito e spazia dalla autoproduzione individuale al volontariato. L’ho trovato di grande attualità perche’ da degli spunti sia sul risparmio energetico, sia sulla possibilità di dedicare un po’ del proprio tempo a vantaggio della collettività.

Mara Cerbini

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L’economia dell’autoproduzione:un titolo veramente intrigante per una lettrice come me che cominciava a leggerlo senza sapere cosa contenesse. L’autore fa una sorta di comparazione tra città e campagna e da qui mi sorge spontanea una domanda:in una società globalizzata come la nostra si può ancora fare questa distinzione? Beh,se la pensiamo da un punto di vista antropologico ci troveremo di fronte a seri problemi,molti reputano che non si può parlare di melting point o salad bowl oppure di campagna e città data anche la forte urbanizzazione di appena 50 anni fa,altri possono ammettere che questo fenomeno ha dato come effetto una risposta contraria ossia società chiuse in delle bolle,basti pensare ai fenomeni contadini di cui parla lo stesso autore. La città come la campagna è un mondo variegato non si può far riferimento a degli stereotipi per definirle oppure per induzione,sono realtà così complesse che bisogno prendere determinati fenomeni e analizzarli in tutti i loro aspetti:se si parla con un contadino di 60 anni che vive in aperta campagna,passa le sue giornate facendo esclusivamente il coltivatore,sarà una di quelle persone che quando va a fare una visita dal medico del paese porterà i suoi prodotti per ricambiare,se invece scendiamo di una generazione ma rimanendo nello stesso posto vediamo come il figlio molto probabilmente vivrà dei prodotti fatti nella sua terra ma nello stesso tempo comprerà quello del supermercato.Chi vive di autoproduzione ci mette anche molta fatica per avere un prodotto di qualità.La manutenzione della casa e la colazione mattutina mettono in chiaro quando spendiamo per cose che possiamo fare autonomamente ma reputo che dietro a tutto questo “evitare di farlo” ci sia solo anche la necessità di avere una vita sociale per chi fa colazione la mattina prima di andare a lavoro(se ne ha uno) e per l’abitudine di non sperimentare in campi che non sono proprio il nostro forte o pensiamo che ci siano altri a farlo meglio e muovere così anche l’economia di un paese (penso). Studio arte e parlare del volontariato mi coinvolge molto visto che molte associazioni vivono di questo invece di mettere persone competenti al posto che meriterebbero,bisogna avere gente che lavora per averne altra ancora che fa volontariato. L’autoproduzione è un fenomeno stupendo e spero che molti cercheranno di mettersi più in gioco e anche valorizzare i prodotti più genuini.

Giuseppina Meo

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Un tema per me nuovo ed un interessante punto di vista sull’economia del nostro Paese e su eventuali sviluppi futuri.Scorrevole alla lettura e fruibile da tutti anche senza specifiche competenze.

Sicuramente il mio preferito.

Isabella Racca

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Argomento interessante ma trattato, tranne qualche rarissima occasione, con informazioni già in possesso da chi è interessato all’argomento.
Non porta alcun miglioramento di conoscenza.
Noiosa la parte dedicata a certi territori, probabilmente di interesse dell’autore.

Pierluigi Marinelli

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L’ho trovato poco realistico e riferito solo ad una parte del territorio italiano.

Silvia Porta