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Un saggio profondo e meditato,che ci indica come la verità deformata o addirittura l’assenza di verità(o bufala)vada a rimorchio della propaganda,politica ma non solo.Mi preme sfiorare in special modo,tra tutte le molteplici sfaccettature della disinformazione presentate in questo saggio,igli ormai inestricabili rapporti fra Rete e giornali di carta.L’autore sostiene che la Rete è la porta che lascia passare,amplificandole,fake news e disinformazione,non esitando a far ricorso ai famigerati algoritmi per allineare furbescamente le notizie ai gusti e alle aspettative del pubblico.Anche nella carta stampata si ravvisa una recente aquiescenza verso il sensazionalismo e la spettacolarizzazione tipici del Web,che non vanno certo d’accordo con la pura verità(uno degli episodi più celebri:le false armi chimiche di Saddam con tanto di provetta agitata da Colin Powell).La stampa è ormai diventata l’anello debole dell’informazione anche per ragioni tecniche:minor numero di giornalisti strutturati per la crisi dell’editoria con ingresso di numerosi giornalisti free lance,molto spesso sottopagati con conseguente proliferazione di articoli e reportage,non sempre sottoposti ad attenta verifica delle fonti con pericolo per la veridicità.Il saggio è profondo ed analitico,ben documentato.Nel momento buio in cui stiamo vivendo,possiamo senz’altro dirci d’accordo con l’Autore:se le bufale piacciono più della verità è anche perchè la verità non ci piace abbastanza.Nel libro si propone anche una ricetta suggestiva per migliorare la qualità dell’informazione:maggiore consapevolezza e senso critico dei lettori,che comporti maggior domanda di qualità rivolta ai "produttori di informazione",adeguatamente controllati così dai fruitori di notizie.
Giudizio:ottimo!
Paolo Altea
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"La verità non ci piace abbastanza" è uno dei rarissimi saggi letti recentemente e devo dire che mi ha fatto tornare la voglia di leggerne.
Al di là della scrittura chiara e pulita, fondamentale per chi vuole avvicinare anche lettori non del settore, ho molto apprezzato il saper raccontare una materia che pensavo di conoscere arricchendola con dettagli e informazioni che mi hanno dato una lettura ancora più ampia del tema. Ma io sono già sensibile a questo tema quindi la domanda che mi lascia questa lettura è parte degli argomenti trattati dal testo stesso: che possibilità c’è che chi crede nelle fake news e nei complotti, chi si nutre di informazioni su internet senza verificare le fonti possa arrivare anche solo ad avere fra le mani questo libro? Mi sono anche risposta: si può regalarlo, provare a donarlo a chi pensiamo affetto da questa gravissima malattia di ottundimento della ragione e anche spargerlo casualmente in giro un po’ ovunque... magari qualcuna di queste persone, che davvero incredibilmente esistono, potrebbe convertirsi e aprire finalmente gli occhi su un mondo complesso e articolato che va compreso con riflessioni complesse e articolate, non polarizzate.
Alessia Eleuteri
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Curioso, di facile lettura ma non banale. Letto tutto d’un fiato. Rappresenta bene il declino del prodotto editoriale storico, sollecita la consapevolezza di ciò che leggiamo nei quotidiani e in rete. Alla fine ci salverà "non la bellezza" ma "lo spirito critico". L’affermazione " la scienza non è democratica", la spiegazione che ne dà, rappresentano un passaggio fondamentale per capire la netta distinzione tra "autorevolezza e autoritarismo".
Mi è piaciuto.
Alessandro Minello
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Tema molto attuale quello dei social , dove noi non riusciamo a restarne fuori e a non farci condizionatore. Purtroppo tutto ciò che ha scritto l’autore è vera, partendo proprio dalle face news che rovinano a volte la vita del singolo fino ad arrivare a condizionatore l’intera popolazione con false convinzioni. Molto bello e appassionante .
Shana giusy Fittipaldi
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Saggio sociologico che analizza le bugie create ad hoc per sembrare vere. Permette di comprendere i meccanismi nascosti dietro la comunicazione dei social. Interessante.
Rosanna
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Nonostante il titolo, questo non è un libro sulla verità, ma sul nostro rapporto con l’informazione, sulle trappole dei media, tradizionali e digitali, e sulla disinformazione. Proprio quest’ultima si traduce non solo nelle bufale che leggiamo sui social network, ma anche nelle fonti online che andiamo a cercare su internet che possono contenere notizie e informazioni inesatte. Questo saggio vuole mettere un poco di ordine e fare il punto su come oggi sia possibile e in che modo informarsi correttamente. Non sono solo social network e piattaforme online a spacciare per vere notizie e informazioni che tali non sono. Anche i mass media tradizionali, sempre alla ricerca dello scoop e del sensazionalismo, preferiscono spesso anticipare delle conclusioni piuttosto che aspettare per delle verifiche più puntuali e veritiere. Una disamina approfondita e puntuale, con tantissimi esempi (moltissimi sul mondo del Covid), che ne fa un testo imprescindibile per comprendere meglio come comportarsi per affrontare le notizie oggi.
Giorgio Grasso
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Il saggio “La verità non ci piace abbastanza” (sottotitolo “Il virus della disinformazione fra bufale, web e giornali”) è un’accurata analisi di Matteo Grandi, che analizza il mondo dell’informazione odierna, a partire dall’innegabile assunto che mai come adesso, che siamo sommersi dalle informazioni, non sappiamo cosa succede. Ed è innegabile che, fra i social, dominati dagli algoritmi, e i giornali on line, che per essere letti a tutti i costi dimenticano di assolvere alla loro principale funzione, ovvero quella del fact-checking, ci troviamo disorientati e bombardati da notizie che facciamo fatica a credere. Il saggio è incalzante, ben scritto e infarcito di casi pratici; non solo, alla fine l’autore dice la sua sul rimedio che ciascuno di noi deve adottare per non diventare la cassa di risonanza dei creatori di fake news, ovvero il senso critico e l’alfabetizzazione informatica, in una parola, aggiungo io: istruzione e cultura!
Daniela Russo
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Un libro che tutti devono leggere.
Urgente è l’impegno del singolo individuo alla cura delle parole, alla responsabilità delle scelte, alla consapevolezza del reale.
Questo libro può aiutare sotto molti punti di vista.
C’è un decalogo perfetto e una bibliografia fenomenale
Lo consiglio agli insegnanti soprattutto, come fice l’autore
Educare Educare Educare
Fanny rancan
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Sebbene sia un saggio "furbetto" su un tema caldo degli ultimi anni, "La verità non ci piace abbastanza" riesca ad andare dritto al punto nonostante qualche citazione banale (basta Orwell, basta Matrix, abbiate pietà di me). Piacevole da leggere, ma molto prescindibile.
Grazia Teresella Berva
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Personalmente preferisco questo secondo libro in quanto ho frequentato un liceo (e anche all’Università) che mi ha orientata verso la sociologia e le dinamiche sociali, anche nell’ambito digitale e dell’informazione mediatica.
Bisogna saper usare Internet e i mezzi di comunicazione in generale che possono essere una risorsa se ben utilizzati e saper scindere le informazioni vere dalle altre con un po’ di criterio.
Jessica
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Il fatto che la verità non ci piaccia abbastanza è l’assioma da cui parte questo irriverente e provocatorio (in senso buono) saggio. Si affronta il problema delle fake news, portando da un lato esempi di casi reali legati alle notizie false su Covid-19, vaccini e molti altri eventi della nostra contemporaneità; dall’altro lato sono fornite al lettore le indicazioni per sfuggire al meccanismo distruttivo delle fake news
Chiara Sardo
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Matteo Grandi, La verità non ci piace abbastanza, Longanesi
Studio rigoroso, attento, capace di analizzare il conflittuale passaggio dalla “verità”, singola, solitaria ed assoluta alle “verità” precarie, faziose e spesso false, nel campo dell’informazione. Si tratta, quindi, di un lavoro che travalica la semplice questione massmediologica per entrare quasi nel campo dell’esistenzialismo e, dunque, della filosofia. Grandi ha il merito di non essere ruffiano, di non cadere in inutili ammiccamenti giovanilistici verso il lettore per il banale gusto di piacere; egli scrive con la pirandelliana certezza che nella società attuale non c’è più la volontà di cercare la “vera” verità ma di accontentarsi solo di quella di maggior comodo per noi stessi. Così è (se vi pare) …
Pietro Bernardo Del Buono
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Molto interessante e scritto in modo chiaro, comprensibile. In alcuni punti un po’ prolisso a volte. L’argomento è molto stimolante e ci porta a riflettere sulla nostra pigrizia nel verificare le fonti e la veridicità delle notizie.
paola confalonieri
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Non mi ha coinvolto molto. La saggistica e le disquisizioni sulle bufale e sul modo in cui circolano le fake news sono un argomento trito.
Fabio Maria Fiori
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È questo un libro assai necessario per questi nostri tempi:
smascherare le fake news è difficile per tutti, anche per chi ha cultura, anche per chi conosce il giornalismo “classico”perché la nostra formazione non ci ha dato gli strumenti per scoprirle. Come rivela questo libro, peraltro, le fake news nascono per vari motivi e dunque vanno smascherate proprio partendo da queste possibili motivazioni e finalità. Occorre conoscere il più possibile esempi di “bufale” per abituarci a leggere le notizie “con le antenne vigili”: ad oggi, solo così ci si può difendere. Ben vengano libri come questo!
Emma Cerpelloni
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Ho letto questo saggio con enorme piacere. Scritto in modo chiaro, scorrevole, a volte ironico. C’era la necessità di approfondire la situazione dell’informazione dal punto di vista della diffusione delle fake news, soprattutto durante la pandemia da Covid. L’autore ci porta molti esempi di bufale e ci fa riflettere sul ruolo svolto dai social, ma anche da testate giornalistiche di spicco, e da siti di informazione sulla responsabilità di diffondere notizie false o addirittura inventate. È tutta colpa dei mezzi di informazione che sono alla ricerca del titolo senzazionalistico e dei likes e non verificano l’attendibilità delle fonti, o siamo anche noi lettori responsabili visto che le condividiamo, amplificandone la diffusione?
È una domanda che ci coinvolge e sarà sempre più di attualità, visto la sempre maggiore diffusione dei social.
Mara Cerbini
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La verità non ci piace abbastanza, forse sì, anzi ancor di più dopo la lettura di Grandi! Uno stimolo ad esercitare lo spirito critico per evitare manipolazioni che fanno leva sulla paura. Il "Covid" in questo è stato una palestra dove siamo stati sollecitati (con maggior consapevolezza ed urgenza) a riconoscere, svelare ed ammettere bufale, disinformazioni, fake news esposte sia nel digitale che nel cartaceo. Il vero antidoto alla manipolazione è saper sia comunicare che ascoltare opinioni diverse (ma autorevoli) usando i media come alleati. Libro ricco di contenuti, scorrevole, accattivante.
Helene Vallet
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Interessante saggio sul fenomeno diffuso e non nuovo delle fake news nate già nell’antichità.
La capacità di informarsi su fonti e dati risulta fondamentale per potersi muovere agevolmente tra le mille notizie da cui siamo bombardati.
Piacevole da leggere grazie ai tanti esempi riportati e alla scrittura scorrevole. Grazie a questo saggio non si leggerà più alcuna notizia con la stessa facilità di prima
Vanna Girotto