< Lettere dalle città del futuro di  Beppe Sala (DeAgostini)

Qui di seguito le recensioni di LettereDallaCittaDelFuturo raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Il saggio di Beppe Sala è di lettura piacevole e snella, ben architettato e interessante. Rivolto principalmente a un pubblico di ragazzi, risulta interessante anche per gli adulti. Attraverso le lettere in diretta dal futuro ad inizio capitolo il lettore viene a conoscenza di mondi e iniziative virtuose che riguardano città e capitali del mondo: quegli esempi aprono scenari auspicabili che il libro sembra far diventare possibili, in un ottimismo che obbiettivamente scalda il cuore. Ricco di spunti anche didattici, credo che possa essere un’interessante proposta per ragazzi che si affacciano al mondo della società civile.

Maria Cristina Venti

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Con una piccola finzione letteraria, l’immaginario ed ammiccante espediente fantastico di lettere provenienti dal futuro, Beppe Sala racconta e al tempo stesso spiega ai più giovani la sua visione della Milano futura, quella che ha immaginato e quella che si sta creando. Del resto la capacità di un amministratore pubblico, quale Sala è, non può che essere quella di immaginare i possibili scenari futuri e provare ad infondere nei giovani la stessa capacità di sognare, perché solo dai sogni possono nascere nuove realtà, forse migliori.

Raffaele Fiantanese

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“Lettere dalla città del futuro” è una sorta di viaggio in ciò che potrebbe diventare il nostro vivere quotidiano se solo riuscissimo a volgere lo sguardo oltre il nostro presente, e verso un altrove futuro carico di possibilità. Il punto di partenza della trama è una scatola in apparenza poco speciale, ma che al suo interno contiene un vero e proprio tesoro scritto fatto di testimonianze e esperienze di vita sulle città che verranno. Si tratta di lettere: tutte destinate al sindaco di Milano e tutte provenienti da destinazioni e temporalità differenti. Questo testo - rivolto soprattutto ai giovani, ma che parla indistintamente a tutti - punta sulla forza dell’immaginazione e la voglia di cambiamento: non può esistere il mondo di domani se non si comincia a costruire con costanza e pazienza su quello di oggi. Attraverso un linguaggio semplice e diretto, Giuseppe Sala “accompagna” il lettore lungo un percorso fatto di buoni propositi che riguardano essenzialmente l’anatomia delle città del futuro: come esse potranno - e dovranno - essere più inclusive, ecologiche, vivibili e improntate sullo stare bene collettivo (e non solamente personale). L’immaginazione è senz’altro il fil rouge che connette tutto il testo ed è l’espediente che vivifica la narrazione, proiettando le parole verso un “guardare oltre” che spinge anche a profondi e preziosi spunti di riflessione. In questo atipico modo di osservare il tempo presente, talvolta con forte occhio critico, non conta solo l’entusiasmo con cui vengono presentate le lettere (scritte da ragazzi provenienti da diverse parti d’Europa e abbellite da disegni e scritte altrettanto giovanili), ma soprattutto le intenzioni di carattere policentrico, non più indirizzate a pochi ma a molti. Per certi versi, questo libro fa un po’ pensare a “Le città invisibili” di Italo Calvino, anche se con una sostanziale differenza: mentre i luoghi descritti dall’autore del secondo Novecento non hanno alcuna corrispondenza a luoghi concreti, in “Lettere dalla città del futuro” si tratta invece di una prospettiva tangibile, ancorata a una trasformazione già in atto. La soluzione è solo una: sta a noi - nessuno escluso - trasformare questa stimolante immaginazione in una duratura realtà. In tre parole: fresco, inclusivo, scorrevole.

Valentina Zanotto