< Lo scrittore senza nome. Mosca 1966: processo alla letteratura di  Ezio Mauro (Feltrinelli)

Qui di seguito le recensioni di LoScrittoreSenzaNome raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Il libro è una sorprendente ricostruzione di quanto accaduto nel 1966 in Russia (ex URSS) quando due scrittori, per poter pubblicare le loro opere furono obbligati a farle arrivare clandestinamente in Occidente. Più che mai attuale purtroppo. Storia di coraggio e fierezza, con una intensità che a volte risulta pesante da assimilare

Erica Barbieri

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Conoscendo poco o nulla riguardo la letteratura russa del Novecento, ho trovato questo saggio, scritto in forma di romanzo, molto interessante, appassionante e scorrevole, aprendomi la porta a un mondo nuovo. Sarà anche la suggestione del momento storico che stiamo vivendo, ma l’assurdità della mancanza di libertà di pensiero, espressione ed informazione mi ha colpito in modo particolare.

Maura Scandolo

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Interessante

Franca Ariola

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Ho trovato il libro molto interessante, non conoscendo per niente la storia dei due scrittori russi. Leggo prevalentemente romanzi e il saggio, strutturato in molti punti come un romanzo (dialoghi e pensieri), mi ha piacevolmente colpito. Suppongo di essere stato poi condizionato anche dalla scrittura e dal modo di esporre di Ezio Mauro, che io trovo bravissimo. La lettura scorre veloce (grazie ad una sorta di “suspense” che ti spinge a continuare a leggere come se si stesse leggendo un libro giallo) e piacevole. La preferenza va a questo libro, ma non in maniera così netta perché l’altro è parimenti interessante.

Roberto Giusti

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Scritto come un romanzo, molto scorrevole, in alcune pagine quasi un thriller che non riesci ad abbandonare perché vuoi sapere come andrà a finire anche se già lo sai.
Ezio Mauro mi ha portato con leggerezza e curiosità ad addentrarmi e a conoscere la terribile situazione degli scrittori “dissidenti” e dei metodi, freddi e implacabili, del KGB che in questo saggio è sicuramente un terzo protagonista.
Un libro che sicuramente consiglierò di leggere.

Anna Maria Villa

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Coinvolgente, avvincente quanto un thriller nonostante si conosca già in partenza "movente" e "assassino", appassionante. Le pagine si divorano. E strano a dirsi, nonostante la pesantezza del tema il libro è pervaso di ottimismo...

Maria A. Dell’Aquila

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appassionante e coinvolgente come un Giallo,ci fa conoscere scenari e personaggi reali in un intreccio di storia e letteratura mai noioso reso con una scrittura precisa e chiara che analizza i sentimenti dei protagonisti.
una piacevole sorpresa

RITA CHIEPPA

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Una lettura piacevolissima di un fatto reale che inquadra perfettamente il clima sovietico del periodo trascorso e che ritroviamo nei tempi odierni, perciò utile per comprendere al meglio le assurdità dei regimi totalitari.

Luciano La Letta

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Robinson
Lo scrittore senza nome
Molto interessante l’operazione di recupero storico di una vicenda reale, testimonianza di uno stile politico che ha segnato il destino del protagonista. Una scrittura impeccabile senza mai sbavature di stile o inciampi nel racconto. Precisa, concentrata e sempre tesa al resoconto più che alla storia. Sconvolgente nella visione d’insieme e scendendo nei particolari, nella rappresentazione dell’ ottusità del potere. Ricorda in certi passaggi alcune considerazioni del più noto 1984 , che è una fiction solo nell’impianto della vicenda ma non nella sua sostanza. L’epilogo delle due opere è diverso solo se non guardiamo all’impegno profuso dai governi sovietici per impedire che i due amici potessero rivedersi da vivi. Trovo questo il compimento della punizione inflitta ai due per avere osato sfidare il partito. Il potere vince sempre ma stavolta non è riuscito distruggere la libertà dei due, li ha solo allontanati. Grande prova di scrittura per un racconto potente.

Maria Antonia Grasso

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Testo intenso, narra la storia vera di due intellettuali scrittori ’dissidenti’ accusati di antipatriottismo nell’Unione Sovietica degli anni ’50, condannati ai lavori forzati, perseguitati politicamente e socialmente e poi finalmente riabilitati con la Perestrojka di M Gorbaciov. Storia molto umana, di due eroi per caso, mossi da un puro spirito di dedizione all’arte della scrittura, al ruolo dello scrittore che non può sottrarsi al proprio dovere di esprimere il proprio pensiero critico e libero, avulso da costrizioni e condizionamenti. Una storia di coraggio, senso di responsabilità e lotta per i diritti di due uomini imperfetti, lontani dalle figure mitiche degli impavidi eroi combattenti. Uomini con le loro paure, fragilità, voglia di normalità e affetti familiari semplici e rassicuranti. Animati però da una straordinaria forza innata che li porta a non rinnegare mai i loro principi e a non disconoscere l’impulso che li ha spinti a scrivere opere di profonda critica verso il regime sovietico, che imprigiona le menti, annienta le intelligenze, appiattendole e uniformandole ad un’unica volontà. Emerge dal testo un chiaro messaggio di ostilità verso l’Unione Sovietica ed i suoi odiosi mezzi di costrizione, ma è altrettanto evidente il grande amore per la Russia ed il suo popolo, caratterizzato da enormi contraddizioni: feroci dittature assolutiste ma anche uomini e donne dall’enorme coraggio che con le loro opere combattono e difendono i principi universali di libertà e diritto di espressione.

Monica Peggion

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Interessante, rende la "storia" leggibile" e raccontata con un piglio giornalistico che fa entrare nell’atmosfera di anni fa senza fatiche .

luciano DONINI

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E’ un Ezio Mauro che non ci si aspetta dopo aver letto i suoi editoriali o ascoltato i suoi interventi televisivi.
E’ riuscito a rendere avvincente la storia personale del protagonista e a raccontare il clima politico repressivo dell’URSS degli anni sessanta del secolo scorso. Si percepisce un profondo coinvolgimento personale dell’autore nel raccontare il tentativo del potere di annientare lo spirito di un uomo libero. Mi ha ricordato l’atmosfera del film Le vite degli altri.

Federica Landini

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Daniel’ e Sinjavskji... due nomi che sono riemersi da un angolo della mia memoria di ragazzina (non altrettanto ricordati: ho verificato con amiche coetanee nonché colleghe, ma non ricordavano nulla).
Un libro sicuramente meritorio nel sottolineare la terribile potenza della dittatura nel cancellare il pensiero di chi "erra"("Eliminando i libri...si estingue il pensiero, si cancella l’autore", p.31) e della subdola ferocia della "rieducazione".
Però per me troppo denso, troppi personaggi e luoghi in cui in definitiva mi è stato difficile orientarmi, visto che non ho mai avuto occasione di leggere un rigo dei due poeti, e non sono appassionata di letteratura e storia russa.
Mi è parso un testo decisamente di nicchia, per "addetti ai lavori".


Antonella Fagherazzi

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Libro molto bello, più un romanzo che un saggio.Io conoscevo di M. L. King poco più che il discorso dell’agosto del 1963, con la famosa frase " I have e dream".
Viene ben illustrato il clima politico e culturale dell’epoca fino ai giorni nostri con una scrittura avvincente.

Cinesi Roberta

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La scrittura è fluida e la storia avvincente spinge alla lettura. L’argomento trattato permette di far luce su di un periodo poco conosciuto. L’inizio forse ricorda troppo "La metamorfosi" di Kafka, ma poi si smarca egregiamente

Marzia Lonardi

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Riesce ad essere avvincente quanto un romanzo e nel contempo a fornire un chiaro quadro del contesto storico e culturale dell’epoca.

Anna Zocca

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La stagione e la tragedia della dissidenza in URSS ha qualcosa di scespiriano. Il potere senza volto che uccide , metaforicamente e fisicamente, i figli migliori del comunismo , magari grazie alle delazioni degli amici delle vittime.
Peró anche dietro l’ottusa repressione degli organi sovietici c’è l’eterna storia di un paese che sembra non aver vissuto un vero umanesimo, e che ancora oggi non da valore alla vita, e sublima il potere come unico fine.

Carlo ricci garotti

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Ezio Mauro ricostruisce la vicenda di Julij Daniel’ e Andrej Siniavskij, due scrittori russi processati a Mosca il 10 febbraio 1966 per aver pubblicato all’estero sotto pseudonimo libri giudicati dal Kgb di contenuto anti-sovietico. Sono loro a raccontarsi, anche se il libro è scritto in terza persona, e Ezio Mauro è bravissimo a rendere i loro sentimenti e le loro convinzioni chiare al lettore come risulta chiaro, leggendo, che il processo e la detenzione che hanno subito hanno colpito e annientato i due scrittori non per le loro idee ma per le parole pronunciate dai loro personaggi. Ma si può arrestare e cancellare opere e vita di uno scrittore per quello che dicono i suoi personaggi? Nell’Unione Sovietica del 1965 la Corte che ha giudicato colpevoli Daniel’ e Sjniavskij e li ha condannati a 5 anni di lavori forzati ha deciso di sì, condannando gli scrittori e i personaggi come se non ci fossero distinzioni tra chi scrive e la sua creazione.
Lo scrittore senza nome è un libro coinvolgente che smuove una ridda di emozioni: indigna, commuove e soprattutto fa riflettere.

Enrica Bardetti

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Ezio Mauro racconta la storia di Julij Markovič Daniel’, traduttore e scrittore che si trova suo malgrado ad essere il "primo dissidente" nella storia dell’URSS. Il saggio è impeccabilmente documentato e scritto in modo avvincente. Ne esce il ritratto di un uomo che riesce ad affrontare il processo, il gulag e la persecuzione successiva senza mai rinunciare alla sua dignità. Sullo sfondo, i cambiamenti della società sovietica dagli anni del disgelo alla dissoluzione dell’URSS. Una lettura estremamente piacevole.

Alessandro Mossa

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Era la notte tra il 15 e il 16 dicembre 1969 quando il ferroviere anarchico e partigiano Giuseppe Pinelli, detto "Pino", moriva....una storia sotto forma di graphic novel per riscoprire una storia del passato che ancora riecheggia nel presente. La storia è ripercorsa dal punto di vista delle due bambine, permettendo così di percorrere parallelamente la storia politica dell’Italia tra gli anni ’60 e ’70, e la storia di Pinelli. La forma del fumetto può rendere fruibile anche a lettori molto giovani gli avvenimenti storici.

Deldec