< Mala capitale. Cosa resta della più grande inchiesta contro la crimina di  Giovanni Benincasa (Castelvecchi)

Qui di seguito le recensioni di MalaCapitale raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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L’ho iniziato per primo perché più breve e pensavo di finirlo presto. Invece ho dovuto abbandonarlo perché a mio avviso troppo farraginoso e specifico, addirittura in alcuni punti riservato agli addetti ai lavori a livello di testo universitario. Di solito finisco tutti i libri che inizio a leggere ma in questo caso non so se lo riprenderò. Giudizio negativo.

Mariarita Di Matteo

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Altrettanto chiaro e preciso ma di lettura più "romanzato " e quindi di più semplice lettura.

Antonio Bruni

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Di argomento senz’altro interessante, sconvolgente nell’apprendere quanto sia radicato il mal costume.
Nel complesso un pò troppe citazioni erudite che alla lunga stancano.

Anna Pizza

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Il testo è corposo ma molto chiaro nella lettura e pure avvincente nelle argomentazioni. Pur trattando di sentenze ed utilizzando termini specifici ricostruisce e fa comprendere uno scenario complesso. Decisamente interessante e meritevole di rilettura approfondita

Teresa Citro

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Il saggio ripercorre l’inchiesta definita “Mondo di Mezzo” (o “Mafia Capitale”), quando le indagini sulle diffuse, endemiche attività criminali sul territorio romano conducono gli inquirenti a ipotizzare il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso. Punti di forza del saggio: (i) la ricostruzione di vicende giudiziarie precedenti, evidenziando tratti e disillusioni comuni; (ii) documentazione ampia e rigorosa. Profili di debolezza: (i) il risvolto negativo dell’ultimo pregio, perché il dettaglio potrà apparire eccessivo a un lettore non esperto di materie giuridiche (e il contributo non ha una collocazione tale da risultare riservato a specialisti); (ii) una prosa a tratti faticosa, anche per i tecnicismi spesso utilizzati.

Paola Ivaldi

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Credo che più che un saggio, questo sia una testo riservato a una letteratura specialistica. Spesso ho fatto fatica a individuare i concetti dietro a tante parole. L’accuratezza linguistica, probabilmente essenziale in giurisprudenza, risulta incomprensibile a persone come me.

Fulvia Costa