< Match Point. Sfide, campioni e momenti che hannop cambiato lo sport di  Dario Ricci (Nomos)

Qui di seguito le recensioni di MatchPoint raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Lo sport è costellato da eventi topici. Eventi che restano impressi nelle menti di chi quel momento lo ha vissuto in prima persona o ne ha letto sui giornali.
L’autore ha scelto alcuni di questi eventi e li ha raccontati riuscendo a trasmettere l’epicità e la drammaticità di quegli eventi.
Una volta terminata la lettura ne vorresti ancora.

Francesco

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Bah.... Non so proprio che dire ...

Mauro Molinari

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Interessante percorso fra momenti e personaggi di sport scolpiti nella memoria collettiva.

Gianluca Wayne Palazzo

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Alcuni momenti che hanno fatto la storia dello sport, ma anche quella di uomini e donne che raggiungono e a volte superano i propri limiti. Molti sport sono attraversati dalla penna di Dario Ricci, atletica, calcio, basket, volley, sci, tennis, e molti altri, con un filo conduttore comune: trasmetterci un’emozione attraverso un’impresa compiuta da un atleta, uomo o donna, diventato/a un mito nel suo campo. La lettura procede leggera, i racconti ricchi di dettagli e aneddoti, il divertimento, per sportivi e non, assicurato.

Giorgio Grasso

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Sono un’insegnante di scuola secondaria di primo grado, ex scuola media. Ogni volta che leggo eventi o testimonianze degli atleti mi prende un grande scoraggiamento e chiudo subito il libro. Questa volta non lo faccio altrimenti Robinson non mi invia più nulla da leggere e allora resto ad analizzare il mio scoraggiamento e lo interrogo, indago, penso, ripenso e costruisco eventi della mia quotidianità professionale durante i quali ho visto ben altro scoraggiamento: quello dei miei alunni.
Perché il sudore, la fatica, la rabbia, la speranza, la promessa, la fiducia che lo sport chiede e induce non si riesce a traslare, in un certo senso, a portare da una riva (lo sport) all’altra (la scuola)?
In Match Point storie di sofferenze e di rinascita l’autore ce ne ha raccontate tante. Sono storie nelle quali la sofferenza è perlopiù ripagata ampiamente da grandi promesse mantenute.
Eppure anche la scuola promette tante cose, spesso le mantiene, ma non ha in sé la stessa credibilità. E’ come se senza il corpo, la promessa fosse meno importante e quindi meno agita.
Nel mio linguaggio in classe spesso faccio ricorso al lessico sportivo:”E’ come quando siete in campo, ragazzi. E’ come quando dovete prepararvi per la partita finale, questo è l’allenamento”. Gli alunni mi osservano con sguardo spento e vorrebbero tanto appoggiare la testa sul banco e farsi una bella dormita. “Adda passà a nuttata”. E “a nuttata” sono io, è la scuola, è la classe, è il banco sempre più piccolo per le loro gambe lunghe e le loro braccia pesanti. Allora leggo a voce alta la storia di Tazio Nuvolari, così come ce la offre Dario Ricci nel libro, e tutta la pesantezza del mondo si spacca e si sbriciola. Alzano la testa e mi guardano negli occhi. Cosa li spinge ad ascoltarmi? E’ l’idea della vittoria annunciata nella premessa del racconto? E’ quella paura che si trasmette da DER TEUFEL a loro, a noi? E’ il brivido che ti dà la possibilità del successo di un’impresa, ma non la certezza? E’ quella porta aperta fino all’epilogo? Ti viene da intrecciare le mani e pensare: “Ti prego, faccela!”
E il pezzo di Cathy Freeman? Non basta un racconto così “grande” e commovente per fare insegnare a noi docenti, in classe, la storia dell”umanità disumanata e liberata (un po’) dall’oppressione? E perché ora hanno voglia di girarsi verso il planisfero appeso in fondo all’aula per andare a cercare Sydney?
Perché? Perché? Perché?
Dalle mie parti arrivano in bicicletta in tanti. Riconoscono con grande diff

Milena Petrocelli

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Il saggio è scritto con attenzione e partecipazione da parte dell’autore. I capitoli brevi e snelli, ma coinvolgenti fanno godere la lettura anche se non argomento di interesse personale.

Tamara Virgili

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Davide Chinellato KING
Il testo presenta le caratteristiche tipiche della biografia: dati verificabili, temporalità ben definita, forma espressiva e linguaggio chiari, al limite dello scolastico.
Il testo è però noioso, i personaggi sbiaditi, nessun virtuosismo stilistico, il protagonista è "sempre in panchina".
Il contesto, urbano e sociale, che pur avrebbe dovuto dare stimoli forti, non compare, viene appiattito sullo sfondo.
Tra i personaggi ritorna spesso mamma Gloria, ma il rapporto forte che c’è tra lei e il figlio è solo accennato, non appassiona. Anche le vittorie di LeBron, il suo altruismo, la sua attenzione verso i bambini e i ragazzi di Akron che, con lui hanno in comune un’infanzia sul bordo del precipizio, non coinvolgono.
Il testo è troppo lungo, una messa a fuoco di pochi momenti significativi e una maggiore attenzione al contesto e agli stati d’animo avrebbe potuto renderlo più interessante.

Maria Teresa Varnier

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Trovo che sia stata fatta tanta ricerca ed è molto apprezzabile per questo. Adattao per chi vuole scoprire un po’ di più sugli ateti intesi come persone

Lucia Tarli

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Un libro interessante , non amando particolarmente lo sport È stato enciclopedico per aprirmi a vari sport nuovi Però non mi ha dato quell’emozione di cui mi aspettavo. Un elenco di personaggi importanti dove sottolineano la loro vita , sconfitte , i loro battiti, le strategie e sfide indimenticabili