< Pallone d’oro. Storia e leggenda di  Francesco Domenighini (Ultra)

Qui di seguito le recensioni di PalloneDOro raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Per gli appassionati di calcio questo libro e’sicuramente un must!

Stefano Della Melina

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Iperboli come “la rovesciata di Cristiano allo Stadium è una delle imprese che addobbano la storia” basterebbero a farmi smettere di leggere Pallone D’Oro di Francesco Domenghini (Lit 2021). E i numerosi refusi mi darebbero ragione. Ma voglio verificare se sia vero che la carriera di un calciatore “è mimetica di un’intera vita” ed essere catturato dal “linguaggio immediato” che promette. Avviso ai naviganti: attenti alle secche delle statistiche. Non fate caso alle metafore usurate come “il canto del cigno.” Seguite il consiglio di Enrico Terrinoni per l’Ulisse di Joyce: non più di quattro pagine al giorno. Gli appassionati di calcio apprezzeranno appellativi come “Saeta Rubia” per Alfredo Di Stèfano. Ho sorriso scoprendo che nel 1963 la Coppa dei Campioni fu vinta dall’Inter contro il Real Madrid grazie a Luis Suárez. Da bambino ero interista. Cruijff corrobora la nostalgia per anni in cui una partita portava felicità, e mantiene la promessa mimetica. Perso il padre a dodici anni, la madre vende il negozio di frutta e verdura e diventa donna delle pulizie, lavoro trovatole dall’Ajax, che nel frattempo si prende cura del figlio perché diventi “un rivoluzionario del calcio.” La narrazione scorre liscia come una cronaca. Infatti è per dovere di cronaca che la leggo, tranne quando è riferita ad altri piacevoli ricordi (Mûller e Beckenbauer). Ma ecco il “Tulipano nero”, “il Cigno di Utrecht” e l’“airone svedese” e allora dico: Basta! Andate al “Diavolo!” Si fa per scherzare. Ma ora capisco il “linguaggio immediato.” Quindi passo, e chiudo con i nomi preferiti. Primo classificato: João Pinto. Secondo: Burruchaga (in mancanza di Olarticoechea). Terzo: Großkreutz. Pallone D’Oro è un catalogo dei vincitori che illustra i punti salienti della loro carriera scritto nel modo in cui solitamente se ne parla: “A cinque giornate dalla fine, il Barcellona aveva quattro punti di vantaggio sulle Merengues e Madrid era pronta a dar la carica per la grande vittoria, ma dovette masticare estremamente amaro.” Se Robinson decidesse di affidarmi altri libri da leggere per il torneo lo farei volentieri, a patto che non si tratti de La Scarpa d’oro. PS: I Borussia sono due. Ma cos’è il dribbling “nello stretto”? Mah!

Flavio Multineddu

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Il libro è ben scritto e anche avvincente ma per gusti e interessi personali mi è piaciuto meno dell’altro.

Manola M.

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Purtroppo l’argomento non mi interessa. Mi è capitato un libro su uno dei pochi argomenti che non riescono a stimolarmi da nessun punto di vista. Posso dire che è ben raccontato e per gli appassionati può essere interessante questa carrellata di vincitori del pallone d’oro, assieme al racconto delle loro vite, a me però non dice niente.

Elisabetta Di Stefano