* * *
Questo libro di Ugo Nespolo mi è piaciuto molto perché mi ha svelato alcuni meccanismi del mondo dell’arte che non conoscevo. Interessante e piacevole la mescolanza fra la vita dell’autore e e la trattazione del tema. Un saggio davvero ben fatto.
Valeria Gili
* * *
Per non morire d’arte
Ho iniziato a leggere e alla seconda pagina mi sono dovuta fermare per prendere fiato, mi mancava l’aria. Una bombola di ossigeno era ciò di cui avevo bisogno in quel momento. Ho poi ripreso a leggere, ma con più calma: come quando si va in montagna, devi trovare il tuo passo se vuoi arrivare in cima. Lettura molto impegnativa anche per via dei continui rimandi a delle citazioni. Ai tempi dell’università mi ricordo che per la tesi di laurea potevi scegliere tra una tesi compilativa e una di ricerca. Per non morire d’arte ha lo stile di una tesi compilativa anche se molto più complessa e dotta. Partendo da un assunto: di arte temporanea si muore senza scampo nel trovarsi condannati alla dannazione del prezzo.
Non so nulla di arte contemporanea, mi piacerebbe pensare che da qualche parte nel mondo ci sia qualcuno ancora capace di esprimere in canoni artistici la complessità e i valori/disvalori dei tempi che viviamo.
Nespolo non mi lascia speranza non so se per una sua personale soggettiva delusione d’artista o perché il mondo dell’arte contemporanea è davvero senza futuro.
Nel frattempo metto in agenda la visita al museo d’arte contemporanea di Rivoli e alla fondazione Sandretto Rebaudengo a Torino
Neicla Campi
* * *
Dove vivo c’è un’opera di Nespolo (lavorare, lavorare, lavorare, preferisco il rumore del mare) che non amo così come non amo particolarmente l’autore. Non lo conosco a fondo ma, parafrasando dal passato (chi dice Moravia, chi Manganelli citando Scheiwiller) non lo conosco e non mi piace. Con Robinson ho avuto l’occasione per rimediare. Occasione parziale perché non sono riuscito a finire il libro. Premetto che sono reduce recente della lettura di "Arte a parte" di Tullio Pericoli che apprezzato molto. Qui mi sono trovato di fronte ad un profluvio di citazioni e di corsivi, con periodi lunghissimi e zeppo di un inglese invadente. Non vorrei sembrare troppo severo ma faccio io una citazione (credo di Monicelli) che disse a Nanni Moretti protagonista oltre che regista: Moretti spostati e facci vedere il film. Ecco: Nespolo spostati e facci leggere il libro.
Maurizio Capponi Via Cilea, 114 Grottammare
* * *
Saggio interessante per capire il mondo dell’arte e il modo in cui ci approcciamo ad esso oggi (in molti casi sbagliato). Il testo è breve, mai pesante, tutto sommato risulta piacevole.
Enrico Maria Chiorazzo
* * *
Contenuto esclusivamente per addetti ai lavori
Non buona correlazione tra un capitolo e l’altro
Espressione di concetti non facili in maniera un pò "contorta".
LUIGI SERINO
* * *
Analisi cruda e precisa sull arte e sul contesto che vive ,commercializzata quasi a perdere il vero significato e il vero scopo.
Claudia D’Agostini