< Politica e violenza di  Luca Alteri, Xenia Chiaramonte, Alessandro Senald (Meltemi)

Qui di seguito le recensioni di PoliticaEViolenza raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Politica e violenza è sicuramente un saggio che tra i banchi di giurisprudenza avrà un successo grandioso. È un libro scritto bene e dettagliato, ma è anche, purtroppo, poco adatto a chi non ha alcuna conoscenza giuridica e non possiede il linguaggio ricco di tecnicismi con cui il saggio è scritto. Per me, che non sono un’esperta in materia, è stata una lettura difficile e a tratti pesante. Molti più study cases avrebbero alleggerito la narrazione a mio parere.

Annastella Versace

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Anche se la mole è notevole è un saggio completo e interessante vista la varietà dei temi sull’argomento. Ho trovato più interessanti alcuni capitoli come quello sulla nascita del terrorismo in Russia e di quello italiano.

Loris Frasson

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Saggio interessante, che mette in luce aspetti del nostro mondo che fanno male.

Elena cerrit

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Leggere questo libro contemporaneamente alla visione di Germinal, capolavoro di Zola riprodotto magistralmente in film (produzione francese), spiega molto bene l’intento che gli autori vari (tutti da citare, molto seri, molto competenti) hanno messo nel comporre “Politica e violenza”, un corposo (oltre 400 pagine) volume edito da Meltemi, una ricerca promossa e finanziata dall’Istituto di studi politici “S. Pio V”.
I problemi messi in campo sono davvero tanti: l’ordine pubblico è in realtà l’ordine voluto dal capitalismo? Si parte da lontano con la contrapposizione fra positivisti e realisti (tra l’altro si scopre che Lombroso era socialista) e dalle varie prospettive relative proprio all’instaurazione di un capitalismo sempre più feroce e reazionario. Fino agli esempi concreti della guerra civile in Salvador, conclusa nel 1992 dopo dieci anni e della Colombia, dove gli indigeni (i nativi) chiedono ancora un riconoscimento (nonostante le Farc abbiano siglato un accordo con il governo nel 2016), poiché la violenza resta insita nello stato.
Graziella Marturano e Federico De Salvo di occupano della tradizione sociologica, per cui secondo Max Weber dove c’è politica c’è violenza e Camilla Emmenegger analizza le proteste dei gilet galli in Francia. Per approdare a una conclusione: Ce n’est que justice . Antonio Di Stasio tratta dello sciopero sociale e le sue ragioni storiche, un’arma spuntata oggi che il lavoro si liquefa in mille postazioni singole e nel terziario più che in altre attività che consentano un’opposizione efficace. Xenia Chiaramonte fornisce appunti per una storia del reato politico. Alessandro Barile studia la violenza politica nella cultura letteraria e si sofferma soprattutto sul nichilismo di Turgenev (in “Padri e figli”, con il famoso personaggio di Bazarov) fino a Dostojoevski e Savinkov. Jessica Matteo e Ottone Ovidi trattano della violenza negli anni Settanta, con un riflettore sulla stessa tesi di laurea della Matteo, alla Sapienza il 23 ottobre 2013, ampliata e rivista (interviste a ex terroristi, tutti pentiti della violenza esercitata).
Fino ad arrivare alle 60 pagine (un libro a parte, ecco si preferirebbero volumetti gemmati da questo invece del singolo volume) di Luca Alteri e altri. Ma perché leggere questo libro? Molto spesso dà l’impressione di un mero esercizio accademico.

Mariateresa Gabriele

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Il volume ci presenta una raccolta di saggi/studi/ricerche che affrontano un argomento di cocente attualità, il rapporto tra il potere e la violenza, affrontato da diverse angolature, prospettive e approcci multidisciplinari.
Ciascuno di questi contributi ha una sua ben precisa connotazione e si ha come l’impressione che siano lì, in questo contenitore libro, in modo un po’ casuale, senza rispondere ad un progetto comune.
Inoltre per qualcuno di essi la lettura risulta un po’ pesante, poco godibile da un pubblico di non addetti ai lavori e viene da chiedersi a chi si rivolge.
Ciò nonostante, ho trovato il volume moto stimolante per l’argomento sul quale bisognerebbe continuare a riflettere.

Antonella Bandini

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Argomento di grande interesse, ma trattato con uno stile pesantissimo. Tipico della Peer review, ma impossibile da provocare un qualche interesse. Ho saltato da un capitolo all’altro, ma non ho trovato coinvolgimento personale. Peccato.

MARCO MORETTI.

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Un libro complicato da leggere (non nascondo che, visto il poco tempo a disposizione, ho dato unalettura solo superficiale) ma interessantissimo. Per me è stato di particolare interesse il capitolo dedicato alla violenza nellaletteratura, ma il parallelo tra violenza "giusta" (o giustificata, tipo quella esercitata dallo Stato) e "ingiusta" che pervade tutto il volume affronta un aspetto della nostra società di rilevante importanza. Un libro sicuramente da leggere, rileggere, appuntare, studiare.

Paolo Basso

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Impegnativo

Gemma Bontempelli

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Difficilissimo fare una scelta, per quanto mi riguarda, in questa sfida.
Politica e violenza è un saggio che mi interessa moltissimo, e che spero mi aiuti proprio a capire, o almeno ad acquisire elementi importanti in un percorso di comprensione, di questo binomio spesso molto saldo. E’ una lettura, o meglio uno studio approfondito che insieme sicuramente a molti altri testi andrebbe letto da chiunque prima di "scendere in campo" per evitare il rischio di trovarsi in un campo di battaglia.

Claudio Della Pietà