< Preludio alla Costituente di  Alberto Aghemo, Giuseppe Amari, Blando Palmieri (Castelvecchi)

Qui di seguito le recensioni di PreludioAllaCostituente raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Un saggio a mio avviso troppo "per addetti ai lavori" e troppo celebrativo di alcuni Padri Costituenti.

Lucio Cannavale

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Nella sua eterogeneità di scrittura, costituisce un’imponente raccolta delle tante voci e personalità che hanno contribuito, non solo con le parole ma con le loro stesse vite, alla nascita della nostra Costituzione.
Leggendo questa ricca antologia, si rinnova la consapevolezza di quanti e quali sacrifici e lotte sono stati necessari per la nostra attuale condizione e di quanto poco basterebbe per lasciarcela sfuggire.
La citazione: pessimismo dell’intelligenza, ottimismo della volontà (Antonio Gramsci).

Maria Rossi

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Interessante e vivida descrizione della vita e delle opere di alcuni dei personaggi politici più importanti dello scenario del nostro paese. Ha il merito di aver saputo sapientemente delineare anche i meno noti

Simona Chiapparelli

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Nel volume Preludio alla Costituente, vengono ricordate 27 personalità che, pur non potendo partecipare personalmente ai lavori costituenti perché non sopravvissuti alla guerra e alla repressione nazi-fascista, diedero un importante contributo con i loro ideali. Parliamo di Antonio Gramsci, di Filippo Turati, di Anna Kuliscioff. Le madri e i padri costituenti agirono anche in nome e per conto di quelle personalità, che hanno lasciato un’eredità importante. Credo che l’intento di questo libro, nel ricordare questi uomini e donne dai grandi ideali sia quello di ricordare il modo in cui, con coerenza, sono rimasti fedeli ai principi e ai valori democratici, anche a costo della loro vita. Inoltre, queste personalità rappresentano diversi pensieri politici. Credo possa essere un testo interessante da proporre nelle scuole.

Anna Maria Corda

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Alcide De Gasperi ha scritto che "nessuna autorità può essere d’aiuto all’uomo medio se non sente che la res publica, il bene comune di un’esistenza umana, libera e dignitosa è affidata alle sue mani" e Tina Anselmi che "la democrazia è un regime politico esigente. Esige, infatti, educazione alla libertà, che è anche responsabilità, e un costante impegno". Ogni pagina di quest’opera conferma quanto affermato da questi due illustri italiani e ci racconta la vita di giovani donne e giovani uomini provenienti da terre, estrazioni sociali, studi, ambiti politici, ecc., differenti, ma accomunati da sensibilità, cultura politica e amore smisurato per il popolo e per il proprio Paese. Leggendolo ho compreso meglio perché mio padre, da poco maggiorenne, nel 44 fuggì di notte con altri militari dalla caserma del CAR, rischiando la fucilazione, per raggiungere i partigiani della VI divisione d’assalto Garibaldi, che combattevamo in Liguria. Conoscevo già la storia di alcuni di questi giovani patrioti, altri, meno noti, ma non meno valorosi, li ho incontrati nel racconto e di questa scoperta ringrazio gli Autori, gli Enti coinvolti e Robinson. Persone capaci di arrivare a sacrificare gli affetti e la vita anche solo per rivendicare il diritto di manifestare idee e opinioni. I loro ideali, i loro pensieri, i loro contributi al cambiamento futuro del Paese sono descritti in maniera chiara, delineando una prerogativa ricorrente, il desiderio di conoscere, di comprendere, di approfondire, di costruire le basi di un pensiero ed una memoria storica di libertà e sviluppo, che tracciassero un solco, impresa perfettamente riuscita, perché è in quel solco che si sono inserite poi le personalità "costituenti" alla fine del conflitto. Tutti i contributi riportati, di epoca (pre)fascista o successivi (interessantissimo quello della Anselmi) costituiscono un’eredità preziosa, non dovrebbero restare patrimonio di pochi, ma meriterebbero maggiore divulgazione, anche in ambito scolastico, per offrire alle giovani generazioni esempi di vite vissute, intense, ma spesso brevi, dedicate al bene comune e alla diffusione di nobili ideali politici, diversi da quelli oggi imperanti, che non serve commentare...si qualificano da soli

Ugo Calzolari