< Quanto mi servivi di  Francesco Cannadoro (Ultra)

Qui di seguito le recensioni di QuantoMiServivi raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Cannadoro nel suo Quanto mi servivi commuove e da forza allo stesso tempo. La sua vita privata, il suo amore per la moglie e il figlio sono una tempesta di emozioni positive che fanno dimenticare o comunque allontanano la trsitezza e la sofferenza della malattia.

CS

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Una storia vera di grande coraggio...la scrittura mi ha coinvolta poco

Silvia Angelozzi

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Mi è piaciuto molto l’autore, la descrizione del suo trascorso da ragazzino prima e da adolescente poi, senza sconti e senza giustificazioni.
Non credo che nessun ragazzo prima né adulto poi meriti una vita come la sua. Ci insegna ad apprezzare le piccole cose quotidiane, un sorriso, un saluto, una passeggiata, cose che diamo sempre per scontato. Andrebbe consigliato come terapia.

Anna Pizza

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È un racconto romanzato con notevole spigliatezza e con uno stile ben costruito. Giovanile e simpatico. A volte fin troppo piacione. Del resto raccontare tutte queste tragedie in maniera cronachistica sarebbe stato indigeribile. Lettura per nulla pesante.

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Un’autobiografia di redenzione personale e familiare senza autocommiserazione. Una continua oscillazione tra il mito (aspettative di quello che gli altri/la vita/la scienza dovrebbero essere) all’accettazione dell’eccezionalità e imprevedibilità della vita stessa. Una scrittura veloce e profonda. L’autore riesce a mettere in risalto realtà stigmatizzate (quale la tossicodipendenza, i disturbi comportamentali degli adolescenti, la povertà).

Helene Vallet

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Ho apprezzato la storia drammatica raccontata in prima persona da un padre che attraverso il forte legame con il figlio, amato.e accettato così com’è con una disabilità grave, riesce a riscattare le proprie figure genitoriali assenti e/o disfunzionali. Questo percorso di rivoluzione umana rafforza la fiducia nelle potenzialità di ognuno/a e nella vita. La scrittura è sciatta, colloquiale, piena di luoghi comuni o di metafore al limite della battuta, forse per esorcizzare la drammaticità del contenuto o
per raggiungere un pubblico più vasto.

Anna Maria Bientinesi

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Libro commovente ma mai scontato. Il racconto della giovinezza del protagonista e della crescita con la malattia del figlio porta a fare molte riflessioni sulla vita e sull’amore incondizionato.

Rosanna

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DIFFICILISSIMO scegliere tra i due libri.

Il libro mi è piaciuto molto per la sua semplicità e immediatezza.
Non sarà una storia originale,
Ne abbiamo letto molte negli ultimi anni, ma sicuramente questa rimane nella mente e nel cuore.
Un figlio diversamente abile che ti trasforma finalmente in un uomo.

Fanny rancan

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Non ho una grande passione per le narrazioni autobiografiche di questo tipo. Se poi partono dai social mi viene pure l’orticaria. Nel caso di "Quanto mi servivi", credo inoltre che la scrittura non riesca a suscitare empatia, per quanto ci provi. Avrò un cuore di ghiaccio, chissà.

Grazia Teresella Berva