< Questa è la mia storia. Due generazioni di medici a confronto di  Maria Luisa Sacchetti (Castelvecchi)

Qui di seguito le recensioni di QuestaELaMiaStoria raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Il libro è la biografia di una dottoressa a fine carriera che ripercorre la sua vita professionale, intrecciata con la sua vita personale. Sullo sfondo le scelte professionali del padre, prematuramente scomparso, medico anche lui, di una generazione in cui fare il medico non era una professione ma un modo di essere e di intendere la vita. Il libro, scritto in una prosa non sempre appassionante e a volte faticosa da seguire, è appesantito da varie testimonianze di colleghe dell’autrice, che nulla aggiungono alla storia narrata. In appendice anche uno scritto del padre.

Anna Allerhand

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Questa è la mia storia di Maria Luisa Sacchetti è tre libri in uno: l’autobiografia dell’autrice, la storia di suo padre raccontata da un suo manoscritto pubblicato in versione originale e il dialogo indiretto tra medici di due diverse generazioni: la professoressa Sacchetti, medico ricercatore presso il Dipartimento di Neuroscienze Umane dell’ Università La Sapienza di Roma e il dottor Nicola Sacchetti, medico sensibile e anticonformista. Ricercatrice e scienziata lei, medico "del popolo" lui, ma entrambi d’accordo sul fatto che: "Il Medico non è solo una professione, è anche un modo di vivere, un modo di stare tra le persone, un modo di stare con se stessi. Quindi è bene intraprendere questa strada solo se si sente la vocazione".

Enrica Bardetti

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Padre e figlia a confronto: due generazioni di medici accumunate dal lato “umano” della professione verso i pazienti e se stessi

CRISTIAN FICARELLI

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Autobiografia approssimata: avrebbe avuto bisogno di un serio lavoro di editing. La struttura è quasi inesistente: narrazione, fotografie, dediche e citazioni... Il lettore fa molta fatica a comprendere lo scopo di questo scritto.

Emanuele Papa

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Libro totalmente inutile.Pedante allo sfinimento. Autocelebrativo in maniera urtante. Non trasmette nulla al lettore se non la voglia di abbandonarlo dopo le prime pagine.

Stefania Motti