< Senza offendere nessuno di  Giovanni Scifoni (Mondadori)

Qui di seguito le recensioni di SenzaOffendereNessuno raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Non è un’ode alla neutralità (come il titolo mi ha fastidiosamente, di primo acchito, suggerito), bensì l’inusuale elogio di tale ornitorinco, metafora di colui che non si incasella appieno in alcuna ideologia, ma che lascia spazio al dubbio, alla valutazione delle sfumature; muovendosi in una società cocciutamente polarizzata in cui “il pensiero dominante è sempre quello altrui”, resiste alla tentazione di formulare, in tempi ultra rapidi, un giudizio netto su tutto.
Il buon vecchio scambio di opinioni sembra dunque essersi estinto.
Attraverso molteplici tematiche, Scifuni si rivolge al lettore dandogli del tu, raccontandosi con nitidezza, costellando i racconti di aneddoti personali. Chiaro è l’intento (e l’invito a pensarci su), nella speranza che l’ormai vituperato dialogo e le relative sfaccettature sopravvivano.
A mio avviso prolisso, strappa qua e là un sorriso, esponendo una ben precisa posizione su cui, appunto, potersi amabilmente confrontare.

Roberta Musci

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"Senza offendere nessuno" è un libro originale. Impossibile, conoscendo l’autore in quanto attore, non immaginare, leggendo, che sia lui stesso a raccontare i fatti rendendoli ancora più divertenti e, a tratti, paradossali. Non saprei, essendo un saggio, in che argomento catalogarlo, se psicologico, quasi teologico, o quale altro ambito. Lettura scorrevole con spunti di riflessione per nulla banali, una vera scoperta!

Chiara Barzizza

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Un libro leggero che spazia fra una moltitudine di temi attuali mettendo in risalto le contraddizioni con ironia e spirito critico. Lettura fluida, ti sembra di essere seduta a un tavolino a bere un caffé con lui, scambiando pareri a 360 gradi sulla contemporaneità. Dopo la metà del libro, però, questa grande varietà di temi forse stanca un po’. Alcuni rimangono un po’ troppo in superficie. avrei preferito un paio di argomenti in meno e sviscerati un po’ di più. comunque rilassante.

Loretta Gallon

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Posto che secondo l’autore ciascuno di noi sceglie il genere a cui appartenere, "che non siamo mai troppo diversi da quello che si prevede che siamo", qual è il posto per chi sfugge ad ogni genere di classificazione, come l’ornitorinco? Come può dialogare chi è portatore di opinioni "sfumate"? Libro che in maniera vivace e scorrevole descrive scene di vita vissute dall’autore che cerca di capire come stare nel mezzo.

Angela Broccoli

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L’autore sin dall’inizio si definisce un ornitorinco. Tendenzialmente diffido di chi si definisce tale avendo solo il becco. Per esserlo bisogna anche deporre uova e produrre latte, tenendo presente che l’ornitorinco ha anche la cloaca - non è tutto oro ciò che luce -. Ma in realtà non si tratta di un vero platipo, piuttosto di un Narciso. Sempre con l’acqua hanno a che vedere, ma per motivi molto diversi. Chi ci deve campare e chi ci si specchia. Non so che dire, rischio solo banalità. In questo caso meglio tacere. Scrittura divertita più che divertente, al servizio di una infinità di vignette ondivaghe, il cui scopo apparente viene tradito dalla ingombrante centralità del narratore.

Manlio Grimaldi