< Teoria generale delle stronzate di  Giancristiano Desiderio (Castelvecchi)

Qui di seguito le recensioni di TeoriaGeneraleDelleStronzate raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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"Teoria generale delle stronzate" è un pamphlet dedicato a coloro che sono stanchi di leggere e di ascoltare le frasi retoriche, le menzogne scambiate per realtà soprattutto nei dibattiti pubblici, nei talk show, nelle bacheche dei social network.
È un libricino ironico e dissacrante.

Silvana Ciuonzo

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Libro di veloce lettura, forse anche troppo...
Scorre rapidamente ma poi alla fine ne resta ben poco; ci sono alcuni capitoli sicuramente più godibili e di più facile comprensione: le "La sesta legge della stupidità" e "Elogio del bar sport" sono sicuramente tra questi ma l’impressione generale è che, a parte qualche guizzo, il libro stenti a "decollare" e ad essere veramente interessante. Forse anche a causa delle molte citazioni "filosofiche" che talvolta anziché arricchire il testo lo appesantiscono solamente e rischiano di non essere apprezzate da chi (come me) di filosofia non si intende e gradirebbe magari sentirsela spiegare in maniera più semplice .

Simona Cirillo

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Verità, bugie e stronzate in salsa populista.

Veruska Serafini

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A volte capita di leggere dei libri che vengono riassunti perfettamente dal loro titolo, altre volte invece ci si imbatte in volumi il cui titolo rappresenta ironicamente il suo contenuto, come in questo caso. Infatti il libro e la sua ’’teoria generale’’ sono, utilizzando il gergo non certo forbito dell’autore, una colossale ’’stronzata’’.
L’autore cerca di legittimare i suoi assunti, totalmente ideologici, con citazioni colte senza riuscirci e alla fine di questo opera non certo mirabile l’unica impressione che rimane è che le ’’stronzate’’ sarebbero quelle su cui Desiderio non è d’accordo.
Lo stile fintamente ’’politicamente scorretto’’, come va di moda oggi, maschera tesi reazionarie e totalmente mainstream negli ambienti conservatori e nazionalpopulisti.
L’apice del volume è il capitolo sulla scuola in cui si depreca la ’’scuola di massa’’ perché, sostanzialmente, non permette ai figli dei più abbienti di rimanere in posizione di supremazia per grazia ricevuta, in barba a tutti i dati sulla mobilità sociale che mostrano da decenni che la ’’scuola di massa’’ fallisce (purtroppo) nel garantire l’eguaglianza e la mobilità sociale in forza del vincolo derivante dall’ambiente in cui si nasce.

Gabriele Caselli

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Lorenzo Montemagno Ciseri
CERBERO E GLI ALTRI
I mostri nella Divina Commedia
Carocci
ISBN 978-88-2900-505-5
2021, pag. 168, 15 Euro


“Nel leggere l’Inferno dantesco si scopre, si indaga e si appaga l’ombra, personale e sovrapersonale, il cosiddetto “lato oscuro”, l’antitesi della luce che, con buona pace della saga di Guerre stellari di George Lucas, fu un concetto teorizzato da Carl Gustav Jung a partire dai primi decenni del Novecento. L’ombra in ognuno di noi, che è l’insieme di tutto ciò che è negativo in un individuo e nel genere umano, e l’ombra assoluta, ovvero tutto ciò che è negativo nell’esistenza, quello che banalmente si può de1nire il male “
Così Lorenzo Montemagno Ciseri nell’Introduzione al suo ’Cerbero e gli altri’. Un volume che porta come sottotitolo ’I mostri nella Divina Commedia’, che da settecento anni esercita tutta la sua attrattiva e la sua potenzaa evocativa su di noi e sulla cultura mondiale. L’autore, docente di scuola secondaria superiore e dottore di ricerca in ’Storia della scienza e della teratologia’ (già nel 2018 diete alle stampe “Mostri: la storia e le storie”), già nel primo capitolo di questo libro (“Mostri e viaggi ultramondani”) con una caleidoscopica ricchezza di citazioni e rimandi da’ prova di un bagaglio culturale coniugato con una facilità seducente di narrazione. Nel secondo capitolo (“Maestri di mostri”) ecco Virgilio (“Si è detto che la discendenza diretta e dichiarata dell’Inferno dantesco è quella dalle opere di Virgilio il quale, in special modo nell’Eneide ma, come abbiamo visto, prima ancora nelle Georgiche, narra ampiamente di discese nell’oltretomba. La descrizione che troviamo nelle Georgiche, però, è sostanzialmente un’anticipazione di quella presente nell’Eneide, quasi una bozza, ed è in questa seconda opera che Virgilio rielabora tutti gli elementi infernali e dà loro una forma più de1nita, più ampia e a volte nuova. Non a caso Dante sceglie proprio il poeta latino come guida nel suo percorso attraverso gli inferi: chi meglio di lui avrebbe potuto condurlo e fargli da scorta in quel mondo di orrore e tenebre?”). Segue Brunetto Latini (“Brunetto, quindi, non tralascia nessuna delle principali mostruosità antropologiche, e antropomorfe, che le fonti classiche avevano messo a sua disposizione e perciò, nel Tresor, noi possiamo sfogliare l’intero catalogo, o quasi, delle favolose popolazioni di quell’Oriente che, da secoli, continuava a rappresentare la vera soglia verso il meraviglioso.”). Dal te

sergio albertini

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Diciamo subito che il libro stesso rispecchia assolutamente il titolo del libro. L’ho trovato stucchevole e banale, ma la cosa più fastidiosa è il porsi al di sopra del lettore.
L’autore raggiunge l’apice quando distingue il mondo in “stupidi” e “non-stupidi”, inserendosi ovviamente nei secondi. Deve essere un po’ ossessionato dalla paura di essere giudicato stupido, visto che questa parola ricorre nel libro ben 58 volte in meno di 90 pagine. Fortunatamente è breve, unico pregio del saggio.

Pietro Cappelletti

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Questo saggio mette in luce quello che penso da anni e cioè che la filosofia dovrebbe avere una parte fondamentale nell’educazione dei giovani. L’autore, con garbo, mette in evidenza come sia importante pensare con la propria testa per difendersi dalle teorie, a volte strampalate, di chi ritiene di essere detentore di tutte le umane conoscenze. Come chiarisce l’autore, essere competenti in una materia non significa essere competenti e aver ragione in tutto. La filosofia aiuta a pensare e noi in quanto esseri pensanti dovremmo ragionare sulle cose che ci vengono dette e non essere obnubilati da paroloni appositamente usati con la volontà di confonderci e convincerci. Ottimo libro, ne consiglierei la lettura a tutti.

Teresa Coscarella

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Teoria generale delle stronzate. Giancristiano Desiderio

Saggio interessante e attuale, affatto superficiale; il titolo potrebbe generare dei presupposti di superficialità del
Tutto disattesi!
l’autore prende spunto dal mondo contemporaneo e lo analizza e critica argomentando il suo pensiero con filosofi occidentali. Mi è molto piaciuto proprio perché lo ritengo originale nel suo punto di vista sui diversi aspetti della realtà odierna; mi riferisco in particolare al
Capitolo sulla scuola, La Fabbrica del Nulla e in generale a tutta la visione della società che nasce con la comunicazione dei nuovi media.

Elena Donadio