< Un’altra prospettiva. La vita e il teatro di un Maestro di  Peter Stein e Gianluigi Fogacci (Manni)

Qui di seguito le recensioni di UnAltraProspettiva raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Gianluca Fogacci intervista Peter Stain. Un dialogo coinvolgente che si concentra sull’uomo, sulla sua crescita e la formazione nel periodo del secondo conflitto mondiale. La guerra incide profondamente sulla personalità del bambino che in futuro sarà un grande maestro del teatro. L’intervista è un dialogo appassionato volto a indagare non solo la personalità del Maestro, come viene definito dall’autore, ma anche comprendere quello che si nasconde dietro. Si cerca di ricostruire il contesto culturale dall’infanzia fino all’età adulta di Stein, per alzare il velo e vedere oltre il visibile.
Quello che accomuna i due Maestri di questi scritti è la loro concezione dell’arte e del teatro: mezzi che uniscono tutta l’umanità.
Tra i due libri assegnati ho preferito questo, soprattutto per la vitalità dell’intervista e per l’impostazione dialogica che restituisce un’immagine nitida di Stein sia come Maestro, sia come uomo figlio del suo tempo.

Gessica De Blasio

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"Un’altra prospettviva. La vita e il teatro di un Mestro" è un saggio teatrale firmato da Gianluigi Fogacci e Peter Stein.
Si tratta di una lunga intervista attravero cui il lettore entrerà nel mondo intimo di Peter Stein.
Il materiale è stato raccolto nel 2018 e gli incontri tra Fogacci e Stein si sono tenuti in Italia nelle due dimore del regista
tedesco: la casa romana e la tenuta di San Pancrazio.
La sua fama lo precede: ha lavorato in molti Paesi, oltre che nella sua Germania, e non solo europei; si può dire
che è diventato famoso in tutto il mondo con "L’Orestea".
E’ un testo vero che ci racconta la storia di Peter Stein ripercorrendo le tappe della sua vita.
Un bambino che vive l’infazia nel pieno della Seconda Guerra Mondiale con la madre e il fratello, lontano dal padre
poiché in quanto ingegnere era stato messo a dirigere, dal governo nazista, decine di fabbriche che producevano componenti di armi belliche.
Un giovane ribelle e riservato, affascinato dalla storia dell’arte che studia all’Università e appassionato di architettura, viaggerà in tutta Europa
per crearsi una "biblioteca interna". Poi arrivano gli anni della nascita del tearo collettivo alla Schaubühne che avvenne a cavallo fra il 1969 e il 1970,
un lavoro duro che metteva a rischio anche i rapporti interpersonali: si esercitava un’autocritica continua e dunque non si trattava di una "setta" felice o autoreferenziale.
Ma si toccano anche i problemi e le criticità del teatro contemporaneo, secondo Stein si può sempre sedurre il pubblico ma "la sfida del teatro è
quella di tornare alle sorgenti del sapere: attraverso il teatro l’uomo ha l’occasione di far rivivere pensieri e sentimenti, società e mondi di cento, cinquecento,
mille, duemila anni fa, questo è il potere evocativo della scena; ma dipende da come viene fatto, da chi lo fa, da che interesse c’è nel farlo".
La lettura del testo è piacevole e scorrevole, il linguaggio quello dell’intervista fatto di domande e risposte, veritiero.
Al lettore sembrerà di essere a tu per tu con l’Intervistato e dunque di aver parlato in prima persona con l’artista.

Giulia Eleonora Zeno

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Interessante conversazione con il grande maestro del teatro Peter Stein e Gianluigi Fogacci.
Un percorso storico, personale e teatrale che approfondisce il mondo del teatro legandolo alle vicende storiche del Novecento fino ai nostri giorni. Una dialettica ottima e argomenti a volte forti ti accompagnano nel vissuto di un grande artista, piacevole la lettura, tuttavia se non appassionati della materia ci si trova a volte spaesati e con delle lacune importanti
dando per scontati argomenti sconosciuti ai più.

GB

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É un memoir scritto attraverso un’ intervista con domande pertinenti ed interessanti. Mi é piaciuto molto.

Graziella Brusa

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Devo essere sincera: non ho finito di leggere il libro. Sicuramente più "leggero" del primo. Anche in questo il mondo dello spettacolo è narrato, in maniera umoristica, attraverso il percorso di crescita personale dei protagonisti. Da semplice gioco e svago a passione e infine percorso professionale.

Marie Louise Cappiello

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Peter Stein in questa intervista ha colto l’occasione per esprimersi senza mediazioni sulla sua vita e il suo teatro, dandoci la possibilità di comprendere il pensiero di uno dei più importanti registi teatrali della nostra epoca.

Alice Nubile

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Il libro è davvero bello e interessante, il dialogo tra Peter Stein e Gianluigi Fogacci movimenta il testo, tra l’altro ben scritto. Mi ha affascinato la storia di Peter Stein, che è poi la storia di un’epoca e di un teatro militante, poco disposto a scendere a compromessi in nome di un’idea antielitaria di fruizione e condivisione collettiva.

Roberta Marazia

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Un libro che poi è una grande intervista ad uno dei maggiori registi teatrali europei. Peter Stein si racconta, racconta le sue opere, racconta del teatro, del retroscena, dell’organizzazione, della gestione. Racconta di se, dei suoi studi e la sua crescita di pari passo ci offre una panoramica della storia europea degli ultimi cinquant’anni. Un racconto piacevole essendo un dialogo con Gianluigi affogaci che spesso ha avuto il piacere di lavorare con lui. Un altra prospettiva ci offre quindi una visione umana su un mito che a volte ci è sembrato irraggiungibile

Emilia Novali

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La letture di questa intervista realizzata dallì’attore Fogacci al drammaturgo Peter Stein mi ha provocato stimoli e curiosità su questo mondo a me completamente ignoto qual è il teatro. Leggere che “Ogni volta che si affrontava un nuovo testo si partiva per un viaggio intellettuale, spirituale oserei dire, alla ricerca delle motivazioni profonde che stanno dietro un’opera d’arte, e per fare questo occorreva studio, tanto studio” suscita ammirazione per regista e attore anche se sconosciuti e curiosità per il teatro collettivo . La lettura di questa intervista mi ha portata a ricercare notizie,interviste e filmati su Stein quindi a studiare.

Lucia Crapuzzi

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Scoprire la vita, le passioni, i gesti e le parole di un guru del teatro come Peter Stein è stata veramente una bella esperienza, molto gratificante. Una biografia scritta molto bene e narrata con grande potenza emotiva, ma anche con grande umiltà. Il tutto sicuramente deriva dall’ottima conoscenza del "co-autore" con l’autore, nonché personaggio fulcro del racconto, e dall’ "intimità" sviluppata tra i due, che ha permesso di capire al meglio non solo Stein, ma anche la sua magnifica arte e la sua passione per il teatro.

Fabio Silietti