< Un tempo senza storia. La distruzione del passato di  Adriano Prosperi (Einaudi)

Qui di seguito le recensioni di UnTempoSenzaStoria raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Ben scritto e di facile lettura. Utile per ripercorrere il ruolo avuto dalla storia nel mantenere viva (o nel cancellarla) la memoria del passato, partendo dall’oggi e andando a ritroso nel tempo fino al Medioevo.
Utili anche i riferimenti che rimandano ad altri storici per un ulteriore approfondimento.

Anna Vitucci

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Il saggio Un tempo senza storia, avente come sottotitolo La distruzione del passato, scritto da Adriano Prosperi per Giulio Einaudi editore, è una lettura fondamentale per approfondire e comprendere il periodo storico nel quale viviamo attraverso la definizione di concetti quali storia, memoria, oblio. Nella Postilla scritta in tempi di peste, a conclusione del volume, una domanda che ben chiarisce le finalità dello scritto: può la memoria rendere liberi?

Agnese Casarotto

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Spunti interessanti, come anche molte delle conclusioni a cui si arriva. Lettura un po’ faticosa perché un po’ manualistica, ma condivido molti punti di vista dell’autore.

Michela Mascitti

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Nell’ultimo libro di Andrea Prosperi, "Il tempo senza storia" emerge una sorta di riflessione tra Storia e Tempo, portando al centro dell’attenzione la memoria o meglio la perdita di memoria collettiva.
Quest’ultima viene a mancare non sono nell’ambito scolastico e quindi si potrebbe definire un indebolimento del sistema educativo e di conseguenza anche nella formazione scolastica, ma purtroppo la perdita di memoria sociale avviene anche nell’ ambito familiare e lavorativo.
Non c’è da stupirsi se le nuove generazione sono proiettate nel futuro, senza avere una benché minima idea del passato, senza tener conto che dopotutto nel passato si può intravedere la via per il futuro, oltre che a esser considerato uno "strumento" utile per evitare di commettere gli stessi errori.

Anna Saccotelli

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Un tempo senza storia guarda con preoccupazione alla perdita di memoria riscontrabile nella società in cui viviamo, in cui si osserva a un voler dimenticare il passato. In particolare, mette in evidenza il fatto che stiano prendendo nuovamente piede delle ideologie di stampo neonazista che inculcano l’odio nei confronti di chi arriva da fuori. Ma la cosa più preoccupante è che la società sembra non accorgersi di questa perdita di coscienza storica. L’autore presenta idee e spunti di riflessione su cui meditare per comprendere a cosa è dovuta questa carenza; tra questi è certamente l’importanza sempre minore data alla storia come disciplina scolastica e le conseguenze di questa situazione sulla memoria delle future generazioni.

Anna Maria Corda

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"Un tempo senza storia" tocca due argomenti, la memoria e l’oblio, estremamente attuali in questo periodo caratterizzato dalla digitalizzazione globale che accelera tutti i processi quasi ignorando l’identità della persona. La necessità della consapevolezza per l’individuo del diritto/dovere di ricordare e di dimenticare così come di essere ricordato e di essere dimenticato è ben dimostrata dall’autore attraverso una analisi rappresentata con elementi storiografici particolarmente significativi.

Carlo Crea

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L’argomento di per se potrebbe anche essere interessante, il collegamento col passato, la narrazione di un presente che diverra’ storia, la conoscenza di cio’ che fu, un futuro quasi previdibile nella lettura di ieri . Purtroppo le pagine scorrono lente, le frasi vanno rilette, i riferimenti a volte poco chiari.
"La nazione e’ il plebiscito di ogni giorno". La frase di E. Renan rimane scolpita nella mente. Perche’ racconta ieri, oggi e domani. E porta ad amare riflessioni.

Lorena Petrucci

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Un tempo senza storia è un libro ben scritto che ci ricorda quanto è necessario conoscere il passato per essere liberi nel presente. Il mondo della scuola non aiuta certo le generazioni che si sono succedute ad avere un panorama completo delle vicissitudini e questo, purtroppo, crea delle lacune che influenzano i comportamenti e i ragionamenti quotidiani. Non possiamo trarre insegnamenti da nozioni che non abbiamo appreso nella maniera corretta.

Paola Latini

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Interessante, ben argomentato.
I passaggi logici sono chiari e per quanto seguirli mi abbia fatto sentire triste e un po’ impotente la curiosità per proseguire la lettura resta sempre accesa.

Silvia Iesari