< Una scuola per il futuro di  Giulio Ferroni (LaNaveDiTeseo)

Qui di seguito le recensioni di UnaScuolaPerIlFuturo raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Una nuova riflessione sulla scuola di Giulio Ferroni. L’autore grande conoscitore dell’istituzione e dei suoi meccanismi propone quello che dovrà essere a suo avviso un modello di scuola che partendo dall’analisi del presente eviti un nuovo umanesimo ’tecnologico’.
Il saggio richiede competenze da lettore interessato all’argomento.

antonella barbaro

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Giulio Ferroni, dal suo osservatorio di intellettuale umanista quasi ottantenne, nel saggio Una scuola per il futuro, analizza le prospettive della società alla luce della deriva pandemica e auspica un rinnovamento nell’ambito dell’istruzione che valorizzi il sapere letterario, in correlazione al progresso scientifico e tecnologico. Moltissime generazioni di studenti universitari hanno affrontato lo studio della letteratura italiana percorrendo il suo lungo manuale con la copertina blu: in questo agevole volumetto si ritrovano le stesse intenzioni analitiche e classificatorie, l’attenzione agli aspetti “minori” e un riconoscimento di dignità. Nonostante alcune affermazioni anacronistiche, la lezione di Ferroni è molto efficace e la causa dei bistrattati umanisti viene difesa con passione, entusiasmo e convinzione: le letture antiche, ma inutile ripeterlo qui, non costituiscono certamente un sapere minore!

Silvia Vantaggiato

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La scuola è un tema sempre caldo, un nervo vivo che viene toccato sempre nella discussione. Lo è anche per l’autore di questo saggio che fa alcune proposte condivisibili e altre meno.

Gregorio Marini

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Buon libro, interessante anche se non presenta particolari novità o soluzione. Piacevole la lettura .

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L’opera nasce nel pieno della sospensione pandemica, dando origine ad una serie di riflessioni dell’autore che torna indietro ai suoi studi ed alla sua "Storia della letteratura italiana" rivisitando le proprie idee e calandosi nella realtà contemporanea, in bilico tra l’invadenza dei social, tra le ansie distruttive pre e post Covid19, tra le speranze collettive di generazioni diverse.
Il saggio costituisce una profonda riflessione del tessuto sociale contemporaneo, dell’importanza di mettere in discussione anche le più fervide convinzioni odierne da un lato e di ripensare il bagaglio concettuale dell’uomo contemporaneo dall’altro. Da questo punto, il cuore dell’opera si manifesta per riproporre il ruolo della scuola alla quale, mai quanto oggi, occorre affidare l’antica missione da anni martoriata. Nel quarto capitolo, infatti, è possibile trovare una serie di considerazioni relative alle molteplici riforme scolastiche che hanno, negli anni, piegato le istituzioni scolastiche alla logica dell’utile, della produttività economica, generando dei buoni esecutori ma scarsamente abili nell’esercizio critico e apre la strada ad altrettanti spunti per la creazione di una istituzione formativa finalizzata al disciplinamento delle menti, uscendo dalla logica di spettacolarizzazione passiva a cui assistiamo di recente.
Assolutamente consigliata la lettura a chi è interessato ad un approccio critico ed analitico della società contemporanea.

Fabiana Saccone

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Il libro mi è piaciuto molto perchè si focalizza sulla necessità di riconoscere l’umanesimo ambientale come l’unico in questo momento in grado di salvare il pianeta. E ci fa capire che per poterlo insegnare ai giovani è necessario che per primi lo acquisiscano gli adulti che fino ad oggi non lo hanno affatto praticato.

costantina righetto

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Il pamphlet di Ferroni analizza lo stato della scuola e dell’università italiana con uno sguardo sull’intera società e sulla cultura che ci circonda. La scuola e l’insegnamento è un problema che attanaglia da sempre la nostra società e, negli ultimi anni si constata un senso di stanchezza e di noia da parte degli studenti che, in quanto giovane studentessa universitaria e da poco uscita dal liceo posso confermare.

Fonzoli Maria Costanza

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A partire dalla revisione della storia della letteratura italiana scritta da sé medesimo, l’autore si lancia nel tentativo di dare un’interpretazione al mondo dopo lo strappo della pandemia. Se la scrittura ha il pregio di essere ricercata e limpida al tempo stesso, lo sguardo e le riflessioni sul presente sembrano più quelle di qualcuno pronto a condannare le storture di un presente fatuo e inconsistente, piuttosto che cercare davvero di capirlo. La sezione sulla "letteratura del coronavirus" però, vale da sola la lettura per profondità e lucidità di analisi di quanto (instant book o meno) uscito a ridosso (e sulla) della pandemia.

Francesco Cirica

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Ferroni è l’autore del mio libro di letteratura del liceo, e non mi piaceva già da allora. Ammetto di aver faticato non poco ad arrivare a metà, tanto mi sembrava autoreferenziale e poco significativo.

angela sirago