< Uomini che piacciono alle donne. Le risposte scientifiche ai misteri d di  Emanuele A. Jannini (Sonzogno)

Qui di seguito le recensioni di UominiChePiaccionoAlleDonne raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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La scrittura di questo saggio è molto scorrevole e di facile comprensione ma non incontra i miei gusti. Pur essendo di facile fruizione e trattando un argomento che può interessare un ampio pubblico, in libreria non mi colpirebbe. A discolpa dico che sono amante dei romanzi

Maria Dezzani

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La scrittura è scorrevole e molto interessante. L’autore affianca contenuti scientifici a curiosità e aneddoti. La lettura mi ha stimolato molte riflessioni e non mancherò di rileggere alcuni passaggi.

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Difficile parlare d’amore, anche se con leggerezza, senza sconfinare in banalità

Francesco Aiello

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Cosa rimane degli uomini in questo secolo in cui le donne hanno raggiunto indipendenza, si sono ribellate al ruolo imposto loro da secoli e hanno cominciato a capire che possono pretendere più di un cavaliere che le scorti attraverso le insidie della vita? In realtà quello che c’era fin dall’inizio della storia biologica dell’umanità, e questo vale anche per le donne, se è vero che i meccanismi dell’attrazione e della scelta del partner sono ancora regolati dalle stesse dinamiche biologiche che hanno accompagnato i primordi della storia. Ma non è così semplice: in questo saggio interessante, di piacevole e scorrevole lettura, l’autore ci fa capire che al di là di tutti i meccanismi istintivi e istintuali che muovono le architetture dell’attrazione rimane qualcosa di non detto, di non comprensibile scientificamente, qualcosa che l’esperienza e la pratica magari clinica possono narrare, ma non spiegare. Un testo sincero, appassionante, con un linguaggio schietto e chiaro ma mai banale, che ci fa pensare che l’utopico uomo ideale è quel compagno che riesce ad accompagnare per mano la donna contemporanea non perché ha bisogno di protezione, ma perché è bello camminare con qualcuno che ci guarda da vicino con partecipazione, affetto e complicità.

Maria Cristina Venti

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Un libro che parla degli uomini e del loro amore per le donne può sembrare un po’ scontato, in realtà ci sono un sacco di spunti interessanti. Non sono una ragazzina eppure ho scoperto un bel po’ di cose che non sapevo. Un libro fatto di piccoli capitoli molto chiari e spesso anche illuminanti. Mi è decisamente piaciuto.

Donatella Signorio

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Un libro scritto da un uomo che spiega alle donne come fare a scegliere un uomo, curioso. Confesso che, essendo un uomo già avanti con l’età, non avevo nessun interesse a leggerlo ma l’ho fatto solo per il torneo e perciò non darò un giudizio sui contenuti specifici ma in generale, riferito a quella che è stata la mia esperienza. Ho letto cose su cui sono d’accordo e altre che sono puramente teoriche ma che poi nella realtà non accadono mai. Il libro è scritto in modo semplice e i concetti sono spiegati in modo comprensibile ma ho trovato eccessiva la suddivisione anche in paragrafi di una/due pagine.

Alessio Giavazzi

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Trovare nella prefazione un intervento di Piero Angela è di per sè una garanzia. La lettura è piacevole e per alcuni aspetti trattati, anche interessante per intraprendere discussioni tra maschi e femmine.

Lucia Crapuzzi

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In Uomini che piacciono alle donne la conoscenza del piacere diventa scientifica, affinata e profonda.
Dalle motivazioni alle scelte a tutte le trappole o antinomie che l’amore neurale può scatenare.
Si apre alla meccanica del sentimento ma è un testo molto vicino alle pillole offerte nella divulgazione scientifica, mi sembrava di sentire ad alta voce la spiegazione di un noto divulgatore scientifico, l’unico, il migliore nel settore.

Grazia Maria Scardaci

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"Ringiovanire
E svegli sorridere ridere
Il nostro amore non si muove
Testardo come un mulo"
Insomma, scomodare Prevert per venirci a dire che le donne amano gli uomini che le fanno ridere, non è proprio la più originale delle trovate.
Ci sono cose, talmente inafferrabili, al cospetto delle quali, credo che lo scienziato possa o debba proprio fare un passo indietro, tra queste, indubbiamente l’amore, che è troppo istintuale per essere rinchiuso in cassetti statistici, con la risultante di tanta ripetività, un buon ammasso di luoghi comuni e persino una dose di banalità finanche autoreferenziale.
" Amare, è un’arte, e come tutte le arti si impara con l’esperienza" : ecco questa è un espressione dell’autore che mi è piaciuta ed infatti mi sono detta che l’amore è tanto meglio esperirlo, farlo, viverlo e non vederselo raccontare "scientificamente"!

Ilaria Liccardo