< Addio Kabul di  Domenico Quirico, Farhad Bitani (NeriPozza)

Qui di seguito le recensioni di AddioKabul raccolte col torneo 'sag' (sino alla fase T12. / finale)

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Si tratta di una intervista con aspetti interessanti, specie per mostrare alcuni aspetti non noti ai piu’, come la differenza tra le due ere dei talebani, il momento dei mujayddin e i problemi citta’-campagna non considerati dalle forze di occupazione. Manca, a mio parere, una esaustiva ricostruzione del passato come causa della presente situazione, ma il sistema dell’intervista non lo ha consentito del tutto. Interessante e’ anche la posizione dell’intervistatore che, qualche volta, mostra un occhio molto occidentale sulla situazione afghana, ma non ho capito se e’ genuino o costruito al fine di ottenere spiegazioni.

Luisa Faldini

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Libro interessante soprattutto per la voce di Bitani, che racconta la sua diretta esperienza nel Paese e di quanto sia un afgano atipico nella mentalità grazie al fatto di essere cresciuto con la madre e non con il padre come da tradizione. Il dialogo con Quirico sviscera i nodi della questione afgana in modo diretto, l’esperienza di Bitani ci fa entrare nella società afgana e ce ne dà un quadro più relistico.

Elena Cicalini

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Il libro di Domenico Quirico, che preferisco, e’ un dialogo con Faharad Bitani sugli ultimi 40 anni di storia afghana.
La scelta del dialogo tra i due, rende la lettura vivace,
ed interessante anche per me che non sono abitua-
ta a leggere saggi.

Daniela Pacciani

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Il libro contiene elementi utilissimi per comprendere cosa è avvenuto in Afghanistan dalla fine del 1970, con brevi cenni a usi e costumi precedenti che hanno portato al consolidamento di tradizioni definite dagli occidentali come "barbare".
La forma dell’intervista con un afgano di livello culturale alto e che ha potuto vivere parte della sua vita in Italia rende più credibile la sua spietata analisi degli avvenimenti in corso.
Decisamente istruttivo e molto immediato.

Pierluigi Marinelli

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Alla lunga, lo stile, sia che voglia essere ’intervista’ sia che voglia essere ’conversazione’ (si oscilla tra i due) risulta pesante. Se l’attualità del tema attrae, si sente tuttavia la mancanza di approfondimento delle cause remote.
In più di una occasione, per mancata revisione del testo o per mancanza di un piano dell’opera, si ripetono concetti e narrazioni presenti in capitoli precedenti.
Apprezzabile quando mette in crisi le narrazioni di comodo (vd. esaltazione del ’generale’ Massoud) partorite dalla retorica, bellicista o pacifista che sia, anche se ne risultano ulteriori punti di vista personali, tutti da verificare.

Sandro Bergamo

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Lettura scorrevole e intrigante. Una sorta d’intervista che fa luce su molti aspetti della storia contemporanea che conosciamo solo attraverso il racconto dei media. Il giornalista dal punto di vista dell’occidente dialoga con Bitani, che racconta la violenza e la guerra da dentro, da chi l’ha respirate.Un libro che stimola curiosità, che fa vacillare conoscenze pregresse che credevamo essere verità. Il fallimento di una missione umanitaria che dall’esterno voleva portare in quel paese valori democratici, senza successo messo a confronto con l’Afghanistan, il suo essere frastagliato, ombroso e così lontano dal riconoscere i valori che da fuori volevano entrare.

Daniela Rossetti

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Anche questo libro è ben scritto e io l’ho scelto perché si occupa di un argomento contemporaneo, di attualità

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Un dialogo o forse un’intervista sulla questione afgana, sulle cause dell’invasione americana e sui motivi della loro ritirata. Da un lato il giornalista della Stampa Domenico Quirico dall’altra l’ex capitano dell’esercito afgano Farhad Bitani. Un atto d’accusa verso un sistema di aiuti che ha deluso una popolazione già profondamente provata dai regimi e dai conflitti precedenti. L’opera di democratizzazione dei paesi occidentali ha fallito nella misura in cui gli strumenti forniti arricchiscono i politici corrotti lasciando la popolazione nella più misera povertà. Migliaia di dollari spesi inutilmente in nome di un ideale che gli afghani ignorano, perché prima di tutto bisogna spiegare ai popoli il significato della democrazia, convincere loro che sia il sistema più giusto, adattarlo alla loro civiltà e fare in modo che ciò avvenga attraverso un processo lento e graduale al di là degli interessi politici ed economici. Un libro che analizza una civiltà complessa e una crisi umanitaria devastante le cui uniche vittime sono gli uomini e le donne di questa parte del mondo.

Monica Rosi

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L’argomento mi interessava molto e la firma di Quirico rappresentava una certezza di serietà. Mi è piaciuta la scelta del dialogo tra il giornalista occidentale e l’ex capitano dell’esercito afghano; ti ha fatto entrare piano piano all’interno dei problemi immensi che questo Paese, martoriato da una guerra perenne, ha e vive quotidianamente. Lettura scorrevole, linguaggio chiaro. Avevo letto parecchio sulla storia dell’Afghanistan ma sono rimasta colpita dal giudizio negativo e pessimista che Bitani dà del suo popolo. Mi ha dato l’impressione che abbia perso le speranze. Un saggio molto illuminante sulle figure dei Mujaidin e dei Talebani, sulla "costruzione" dei miti (Massoud) e dei mostri (Talebani) da parte dell’Occidente. Mi è piaciuto molto.

Maria Maddalena Zuccolo

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Il libro e’ fondamentalmente un dialogo tra un giornalista autore del libro e un ex-capitano dell’esercito afghano. Spiega in modo molto incisivo le motivazioni della veloce ritirata americana dall’afghanistan e il discutibile risultato di una missione che avrebbe dovuto portare democrazia ma che in realta’ non ha assolutamente aiutato la popolazione, anzi ha contribuito ad aumentare la corruzione.

Fabiana Benedetti

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Molto interessante e istruttivo. Quando leggo o sento qualcosa sull’Afganista mi sento molto più preparata. Un saggio ben scritto che si legge con gran partecipazione

Paola Barile

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Disordinato

Francesco Dozzi

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veloce e dettagliato. è un piacere leggerlo

Paolo Cunial

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È un saggio in forma di dialogo tra il giornalista inviato Domenico Quirico e Farhad Bitani, ex capitano dell’esercito afghano che ha vissuto nell’Afghanistan dei mujaheddin, poi dei talebani e ora in Italia, ripercorre la storia del paese cercando di far luce sui motivi del fallimento della "missione di democratizzazione" USA e Nato durato venti anni, fino al ritiro dell’agosto 2021. Molto utile e incisivo per comprendere la dittatura religiosa, la violenza con cui convivono e l’istinto di sopravvivenza dei profughi afghani.

Lucia Alessi

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La Cina è un Paese a cui non si pensa quasi mai eppure con il suo miliardo e 400 mila persone è una parte certamente importante del pianeta! Pieranni riesce con linguaggio semplice, a volte ironico a raccontartela, a incuriosirti perchè tu voglia approfondire la conoscenza di questo pianeta poliedrico e chiuso, per certi aspetti ancora alla ricerca di una sua identità. Lettura piacevole ed interessante.

Grazia Bartolo

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Un dialogo tra un giornalista italiano (Quirico) che le dinamiche "guerriere" del mondo islamico le conosce bene (è stato rapito e tenuto prigioniero in Siria), e un afghano (Bitani) che, cresciuto in una famiglia privilegiata afghana, si è trasferito in Italia, e quindi porta esperienze vissute in prima persona delle vicende che hanno travagliato l’Afghanistan negli ultimi anni. Molto interessante, mi ha offerto delle informazioni sugli interventi occidentali in quel paese da una prospettiva diversa rispetto alle poche e superficiali informazioni che avevo. 20 anni di occupazione americana che hanno portato un sacco di soldi nelle tasche di pochissimi "amici", e un distacco totale dalla popolazione, senza nessun interesse per le sue abitudini, le sue esigenze, le sue aspirazioni, con un distacco totale dal mondo fuori dalle città più popolose, mondo penalizzato e frustrato dal quale ha preso il via il ritorno dei talebani.

Anna Bettinelli

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Buonasera
Trovo che l’idea di Quirico è stata notevole
Incontrare ed intervistare un personaggio come Bitani
È stata una fortuna.
Ho scelto qs libro perché mi ha ha fatto conoscere
Situazioni a me del tutto sconosciute .
La parte centrale del libro è istruttiva.
Capire la differenza fra la prima e la seconda ondata dei talebani in Kabul con due obiettivi diversi.
Un paese senza bandiera per la mancanza di un
Futuro è di un obiettivo comune a tutta la popolazione.E proprio vero è un dialogo tra intervistatore e intervistato scorrevole e chiaro.

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Il libro si presenta come una lunga conversazione tra l’uomo occidentale e quello orientale e passa in rassegna la storia dell’Afganistan focalizzandosi soprattutto sul periodo di invasione Americana e quello attuale post ritirata. Analizza gli errori commessi dagli Americani che non hanno dotato il popolo Afgano di strumenti per governare in maniera giusta ma hanno perpetrato una politica di corruzione priva di alcuna meritocrazia che ha spianato la strada alla presa dei talebani. Conversando di storia, religione, potere e ruolo delle donne emerge la differenza tre pensiero occidentale e islamico e come sia difficile rendere veramente libero un paese dalle profonde contraddizioni.

Francesca Migliavacca

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“Addio Kabul” è un saggio scritto da Domenico Quirico.
Il libro ha lo scopo di capire le ragioni che hanno portato agli eventi successi un anno fa: l’abbandono di Kabul da parte degli Americani e la conseguente presa di potere da parte dei talebani.
La narrazione avviene sotto forma di intervista: Quirico pone le domande a Farhad Bitani per cercare di capire le cause e ripercorrere gli eventi di quei giorni.
La scrittura è molto scorrevole e il libro si legge molto facilmente. L’unica nota negativa è che gli eventi successi alla fine degli anni ’90 che hanno poi portato all’11 settembre, vengono ripercorsi velocemente e spesso dati per scontati. Quindi, per chi come me è nato in quegli anni, è difficile rimettere in insieme tutti i pezzi e avere una visione chiara e globale degli eventi.
Anche in questo caso la scelta è molto complicata. Alla fine ho scelto di far vincere questo libro perché è la prima volta che leggo un saggio posto sotto forma di intervista.

Alice Ronzoni

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Addio Kabul - Molto interessante il metodo della narrazione degli eventi per tramite di un’intervista a un testimone e protagonista diretto. Il linguaggio è asciutto, calibrato, senza enfasi, crudo quanto basta per uno stile che fonde giornalismo d’inchiesta e documentazione storica. Narra di eventi drammatici senza indugiare nella drammaticità e smitizza il concetto di democrazia esportata riportandolo nella sua inesorabile realtà.

Roberto D’Urso

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Il saggio di Domenico Quirico consta di una lunga intervista-conversazione con Farhad Bitani, un afgano di famiglia benestante, legata al regime dei Mujaeddin, formatosi in Italia. L’autore, dopo un breve riepilogo degli ultimi venti anni di storia dell’Afghanistan, formula le domande, dolenti e mai corrive, che ogni occidentale si è posto all’indomani del ritiro delle truppe americane. Le risposte di Bitani sono illuminanti e mettono in risalto gli errori dei vari invasori che si sono succeduti al potere in quel paese. Si tratta di una lettura interessante e disperante al tempo stesso, che non suggerisce soluzioni ma invita alla riflessione. Purtroppo il contendente della sfida è troppo agguerrito e il duello - che avrebbe meritato un giudizio di ex-aequo - è, a mio parere, a svantaggio di ’Addio Kabul’.

Isa Bonomi

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Descrizione di una realtà abberrante
così lontana dal nostro mondo occidentale..

Valeria Pittaluga

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Un libro molto,interessante su un argomento da me poco approfondito, che mi ha dato la possibilità di capire meglio la situazione in Afganistan.

Gabriele Corba