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Il libro è molto scorrevole. È piacevole leggerlo però è molto lungo e ripetitivo. In 300 pagine vengono ripetuti gli stessi concetti più e più volte. Inoltre, affronta il tema del lavoro agile in una maniera che appare molto lontana dalla realtà. Leggendo il libro sembra tutto facile e realizzabile. E questo atteggiamento dell’autrice è un po’ fastidioso.
Angela Broccoli
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Agili e felici è un saggio su una nuova realtà del lavoro, prima sconosciuta. L’ho trovato attuale e di ampio spettro, con riflessioni interessanti sulle potenzialità sociali del lavoro agile.
Francesca Trevisani
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Con la pandemia il lavoro agile è diventato obbligatorio, una vittoria per l’autrice che sostiene appunto che la sua storia personale le ha insegnato che il lavoro agile è un viaggio. Un viaggio che parte dai bisogni dei lavoratori , attraversa le organizzazioni, si riversa sulle comunità, sulla condizione delle donne, sulle città e infine sull’intero paese. Ora il dibattito è aperto. Come andare avanti? Come lavoreremo nel futuro prossimo?Lettura attualissima anche se un poco ripetitiva e monotona.
Valentina Malito
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Molto interessante, argomenti che coinvolgono.
giorgio scalenghe
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Non conoscevo questo politico
Forse siamo anche parenti alla lontana,io Zatti.
La cosa che mi ha colpito di più è che leggendo mi sembrava di essere ai giorni d oggi.
Purtroppo la storia non insegna tutto uguale tutto scritto nulla cambia le dinamiche sempre uguali
Se così è anche la guerra Ucraina è una cosa già scritta xche se uno fa una mossa poi sa la risposta.
Saranno tutti d’accordo?
Come linea politica mi sembra il Prodi di oggi
Leggo volentieri di politica
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Agili e felici, chi non vorrebbe esserlo? È una lettura estremamente interessante, attuale e soprattutto è un saggio fatto bene. Sicuramente il punto di vista personalissimo dell’autrice è privilegiato ma non è l’unico esposto nel libro. Tante testimonianze, tanti i dati e gli studi citati, un approccio entusiastico ma non surreale al mondo dello smartworking. Prima della pandemia lo avrei considerato quasi futuristico, oggi quasi un ritardo. La nuova lotta del lavoro!
Alessio Pietrolungo