< Alla fine lui muore di  Alberto Caviglia (Giuntina)

Qui di seguito le recensioni di AllaFineLuiMuore raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

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Uno scrittore scopre di essere vecchio a 30 anni. Il suo flusso di coscienza racconta episodi della sua quotidianità, come filo conduttore le varie sfaccettatura della depressione. 

Il tono dell’autore è l’ironia, ma non strappa un sorriso. L’atmosfera è triste e la ricerca del paradosso suona inverosimile. 

Giuseppe Balzano

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La capacità di trattare temi comuni nella società odierna lo rende un reale punto di confronto tra la vita quotidiana del protagonista e del lettore. La generalizzazione delle esperienze porta a riflessioni profonde di assonanza o discordanza con alcune opinioni espresse dall’autore per mezzo della scrittura.
Tuttavia, lo stile di scrittura appare eccessivamente moderno e non concorda con la delicatezza dei temi.

Giulia Perfetto

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Alla fine lui muore non è un vero e proprio romanzo. Si tratta più che altro di un racconto, composto da capitoli che sembrano spesso esercizi di stile. Arguto, divertente, lascia però in bocca la sensazione che la storia sia un pretesto, che colleghi tra di loro alcune idee, perlopiù riuscite ma a sé stanti. L’autore è simpatico, la Roma che conosco più da vicino di tutte mi seduce ma è tutto troppo familiare perché io lo possa considerare un romanzo completo. In alcuni punti poco curato nella lingua (ci sono errori grammaticali, aggettivazioni scontate), ricorda nei punti più riusciti qualche atmosfera alla Achille Campanile. Il mio voto è un 6 perché può essere apprezzato da chi cerca una lettura di svago.

Carola Faelli

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Scorrevole e ben strutturato, a tratti divertente, racconta le sensazioni di molti di noi non già vecchi anagraficamente ma nello spirito e nelle abitudini. Forse volutamente eccessivo, il mio cds (coefficiente di sopportazione) visto il poco tempo che ci resta da vivere, è troppo basso per apprezzare questo romanzo. Ho apprezzato il titolo, meno il finale.

Elisa M.

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Ironico e leggero, forse un po’ prevedibile e a tratti ripetitivo.

Silvia Roggero

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pur essendo sostanzialmente il soliloquio di un segaiolo mentale e fisico, il libro è fresco, divertente, e mi ha estorto parecchie risate , l’ ho finito senza difficoltà, non è un capolavoro ma merita di essere letto

ivo clarini