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Poteva sembrare l’ennesima celebrazione della pizza napoletana da un napoletano, invece questo testo brillante e fuori dagli schemi è una divertente e onesta gita tra le mille declinazioni della pizza, con tante informazioni sulla storia della pizza e delle sue cugine prossime. Divertente, profondamente napoletano senza esserlo davvero.
Pino Lombardi
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Anche questo libro non è male, ma rispetto al prio libro, questo lo trovo un po’ prolisso.
Luigina Badiale
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Interessante, scritto in modo eccellente, forse un po’ lungo sul finire.
Roberto Benedetti
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Un libro di ricette? Non solo. Un’autobiografia? Sarebbe riduttivo. "Alla ricerca della pizza perfetta" è un viaggio nel mondo della pizza, un’ode romantica al simbolo napoletano per eccellenza. Un ritratto storico, un racconto di un percorso e uno scorcio sugli ingredienti di uno dei più importanti piatti della nostra tradizione. La suddivisione dei capitoli in base agli ingredienti dell’impasto sembra simboleggiare che una cosa così semplice, come l’unione di acqua, sale, lievito e farina possono arrivare a creare un capolavoro. La pizza, in questo volume, rappresenta un simbolo di unione non solo del nostro Paese, ma di tutto il mondo.
Jasmine Bianchini
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Non ho tempo di scrivere la recensione. Devo preparare l’impasto. Insopprimibile voglia di pizza.
stefano selvi
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molto interessante la scelta di far conoscere la vita dello scrittore suddividendo il vissuto nei quattro ingredienti principali dell’alimento principe della sua città d’origine ovvero la PIZZA; interessando oltremodo il lettore alla storia e all’evoluzione della stessa.
lorenza roccaro
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Davvero serviva un libro sulla pizza? - mi chiedo. Leggo l’introduzione e mi colpisce che l’autore lo definisca una autobiografia gastronomica. Potrebbe essere interessante. Anche la ripartizione dell’esposizione in quattro parti intitolate come gli ingredienti della pizza – acqua, sale, lievito, farina - avrebbe potuto dar luogo ad una curiosa ed originale presentazione.
Invece, è il tipico libro dell’affabulatore seriale, quello casualmente seduto a tavola accanto a te, che non conosci ma che occupa tutto lo spazio comunicativo su un tema di suo interesse. Tu, dopo un po’ che lo ascolti, cerchi per educazione di spostarlo su altri temi ma appena lui ha ripreso la parola, ecco che ripiomba sul suo tema e non cede il turno. Non ascolta, parla solo e inevitabilmente si ripete, si ripete, si ripete. Dopo vari tentativi, cambi posto a tavola a vai a chiacchierare con qualcuno che conosci.
Sostanzialmente questa è l’esperienza di lettura. L’autore parla di pizza napoletana e ne dà una ricetta alla fine della prima parte (Acqua); poi, alla fine della seconda, dà la ricetta della pizza romana (ma non doveva parlare di Sale? Solo accennato). Nel procedere dei capitoli e capitoletti smentisce le comuni supposizioni: che a fare la differenza tra pizza e pizza sia l’acqua, il sale, il lievito, la farina, per concludere sull’importanza del forno di cottura e sull’impossibilità sia di preparare a casa una pizza (decente) sia di definire una pizza perfetta.
La pizza del futuro è la pizza perfetta, perché la pizza mi¬gliore è sempre quella che dobbiamo ancora mangiare
Però, va bene anche quella di una pizzeria di catena, basta che sia situata sotto casa sua.
La lingua è quella italiana orale che vorrebbe assumere un registro brillante. Anche i segni di punteggiatura sembrano poco conosciuti.
Ridicoli i ringraziamenti. I parenti della famiglia allargata, tutti pizzaioli o quasi, tutti gli amici o quasi, tutti … quasi quasi anche noi pochi o tanti lettori.
L’impressione è di aver perso tempo.
Vittoria Sofia
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Dario De Marco narra invece la sua passione e la sua ricerca nell’arte della pizza. Anche questo è già stato fatto molte volte, ma ho trovato il suo racconto più sentito e personale.
Antonio Pisano
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Più che un saggio (interessante senza dubbio) per me un viaggio tra tutte le pizze che ho mangiato - così come l’autore -da adolescente degli anni’80
Maria Antonia Crivello