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Il romanzo di Anna Benvenuti è una lettura destinata ai più giovani, che si riconosceranno nelle emozioni, negli slanci e nei dubbi della protagonista, l’adolescente Arianna, e dei coetanei che si muovono intorno a lei. Anche le figure degli adulti di riferimento vivono e hanno vissuto momenti di confusione emotiva che sono raccontati con sensibilità e attenzione. L’autrice alterna la narrazione in prima persona di Arianna sotto forma di diario (un suggerimento dell’insegnante di lettere in tempo di lockdown pandemico) a quella in terza persona dal punto di vista di altri personaggi. L’intreccio di voci e di tempi non genera confusione, al contrario ci ricorda che i nostri sentimenti e le nostre azioni mutano con noi e provocano inevitabilmente mutamenti in quelli degli altri. Proprio in questo si può riconoscere il messaggio di cui il libro è portatore, valido per i lettori di tutte le età: si impara a vivere e ad amare solo vivendo, e soprattutto non si finisce mai di farlo.
Paola Sissa
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Essere genitore non è un mestiere facile, come non è facile essere adolescenti negli anni di una pandemia epidemica che stravolge abitudini e opportunità. La storia che racconta la giovane Arianna nelle pagine di questo libro mostra infatti come ad ogni età e in ogni situazione tutti abbiano sempre qualcosa da imparare. Le vicende dei personaggi di questa storia si svolgono su due piani temporali diversi, uniti dal racconto di Arianna nelle pagine del suo diario. A pochi giorni dal suo diciottesimo compleanno, la giovane protagonista del libro ricuce gli eventi che da qualche anno movimentano la sua vita e la vita della sua famiglia. Tono e registro della narrazione cambiano in base ai personaggi e alle vicende raccontate. Con l’avanzare della narrazione si accorcia la distanza temporale che divide gli eventi e, mentre i fatti raccontati in terza persona diventano sempre più chiari ed evidenti, Arianna non è sempre sincera quando racconta in prima persona, spiazzando il lettore confessando la verità proprio quando sembrava arrivare la fine della storia. Il libro racconta la confusione del vivere e, in maniera leggera ma non per forza superficiale, come sia possibile ricominciare sapendo di avere ancora tutto da imparare.
GS
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Libro che prende le mosse da un passato recente e di forte impatto emotivo. La rievocazione del lock down, la descrizione quotidiana dei giorni dell’epidemia stuzzicano il lettore. La descrizione del quotidiano, il tempo in casa, la DAD, lo smart working riportano la mente che legge a quei giorni. E proprio in quei giorni la protagonista del libro inizia a scrivere un diario personale in cui scrive di sé, dei suoi affetti, di segreti di famiglia. Un viaggio a ritroso in una lettura incalzante. La fragilità dei sentimenti narrata con spontaneità e una giusta leggerezza che ben si associa con l’età anagrafica della protagonista del libro.
Daniela Rossetti
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Giuseppe Maria Mezzapesa
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Stella verde
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Questo romanzo di Anna Benvenuti si propone come uno spunto di riflessione generale sulla vita partendo dalle vicende di giovani protagonisti.
Una famiglia come tante, che ha però dei segreti da scoprire e da affrontare e sarà la più giovane della famiglia, Arianna, a farlo e quasi a gestire il tutto. Attraverso le vicende personali ed intime di questa famiglia e gli occhi della ragazza si ripercorrono in sequenze temporali sfalzate i vari cambiamenti interiori e il cammino che ognuno di loro percorre alla ricerca della propria felicità- risoluzione di vita. Interessante il cambio di narrazione: si passa dal racconto in terza persona, alla struttura del diario personale, al racconto in prima persona. Questo tipo di strutturazione permette di mettere a fuoco la confusione delle riflessioni adolescenziali e anche di collegare le vicende e le considerazioni dei vari personaggi, proprio in base alle caratteristiche del narratore di turno. Il linguaggio è scorrevole e abbastanza vicino alle nuove generazioni, peccato che sia sin troppo semplicistico. La cosa più interessante è la parte del romanzo in cui la protagonista scrive durante il periodo del lockdown, si sperava che si potesse avere una visione privilegiata di un periodo così vicino a noi per cogliere sfumature e riflessioni nuove, ma è un peccato che questo espediente letterario che avrebbe fatto la differenza, viene inserito quasi alla leggera insieme a tutte gli altri elementi. Nonostante i personaggi sino descritti abbastanza bene e l’autrice tenti di inserirsi nel mondo interiore di ognuno di loro, dalla giovane Arianna al nonno, che poco appare, il risultato finale, altro non è che l’ennesimo tentivo superficiale di dare lezioni di vita con argomenti banali e ripetitivi. E’ evidente che il messaggio finale, esplicito sin dal titolo, sia indirizzato agli adolescenti, ma l’intenzione dell’autrice sarebbe quella di generalizzare a tutte le generazioni del romanzo, credo che non ci sia riuscita proprio per una mancanza di struttura e argomentazione più matura ed originale.
Serena Crifò