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E’ stato molto difficile entrare nel doloroso mondo dell’autrice, che peraltro stimo come giornalista e vedo volentieri in tv. A tratti pensavo di non continuare la lettura, troppo forti le tematiche spiattellate al lettore con un diario di sensazioni, preoccupazioni, traumi vecchi e nuovi. Non ho ben compreso poi questo continuo riferimento al fatto che già da piccola pensava di ammalarsi nei suoi 30 anni e la contraddizione tra il volere un figlio ma poi non volere o non sentirsi madre. Negatività giustificata dall’immensa malattia che ha certamente ma che non sono riuscito a sopportare pienamente. E’ stato particolare leggere il diario di una persona con la sclerosi multipla, considerando che mia zia ce l’ha avuta e non ho mai ben compreso come si sentisse in quello stato.
S.C.