< Bunny Boy di  Lorenza Ghinelli (Marsilio)

Qui di seguito le recensioni di BunnyBoy raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

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Bunny boy, mi ha dato molti brividi e non è stato per me una lettura piacevole, perché troppo inventato troppa fantasia mi disturba, insomma una mi mancanza senz’altro, ma in questo caso ho preferito l’altro titolo in gara.

chiara nocentini

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Storia molto coinvolgente e incalzante. L’introspezione dei personaggi risulta molto accurata e aiuta il lettore a sentirsi immerso nella storia. Trama originale, sviluppata e scritta davvero bene.

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Di BunnyBoy ho apprezzato molto i personaggi, soprattutto Nina, di come la sua disabilità (la sordità) sia stata usata come punto di forza e non di debolezza. Delicata la descrizione della famiglia di Nina, cresciuta circondata da affetto e amore; forte il vissuto di Graziano.
Si può dire che si tratta di un libro giallo-fantasy, una ragazzina con poteri in grado di fermare un serial killer.
Prevedo nuove avventure per Nina.

Anastasia Diste.

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BUNNY BOY
di Lorenza Ghinelli

Bunny Boy è un giallo inquietante, un horror in certi momenti, che ha come protagonista Nina, una undicenne, che grazie alle sue particolari doti percettive, che si attivano quando si toglie dall’orecchio il suo dispositivo cocleare, risolve il mistero di chi è Bunny Boy.
Non è fondamentale aver letto il romanzo precedente (io non l’ho letto) perchè comunque la storia cammina autonoma.
La lettura è appassionante, i binari narrativi si intersecano con maestria, tenendo viva l’attenzione del lettore. Oltre al tema principale del bullismo e della vendetta c’è spazio anche per situazioni attente a temi sociali, la sordità, l’omosessualità, la tossicodipendenza, il recupero.

Scelta difficile, come al solito. Due libri diversi.
Voto per BUNNY BOY.

MASSIMO BRILLO

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È un libro enigmatico, che nello stesso tempo mi prospetta in una realtà nera e buia e in un mondo surreale ,ma non mi coinvolge In questo buio dell’anima che forse la scrittrice voleva farci intraprendere nel nostro viaggio interiore ,sottolineando quanto i sensi siano fondamentali e l’ascolto deleterio

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Appassionante e con un ritmo incalzante. A tratti la storia è un po’ inquietante.
Il finale lascia aperta ogni possibilità.

Chiara Quadrini

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Troppo crudo e, per qualche motivo che non sono riuscita a capire, non permette di tenere un distacco da spettatore a differenza di scrittori come Jo Nesbo.

Maddalena Fratelli