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Non avrei mai pensato di leggere la biografia di un personaggio così poco simpatico e lontano da me.
Tuttavia, questo libro è pieno di rimandi storici, di note a margine interessanti e ricchi spunti di storia contemporanea.
Nonostante l’argomento spinoso, ahimé, l’autore mette in campo una serie di competenze che rendono lo stile accattivante e la lettura, nei limiti del possibile, semplice e lineare.
Anna Castiello
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Mariuccia Salvati ha un’impronta ben definita di storica informata ed attenta, ma proprio per questo, la lettura diventa leggermente faticosa, anche per il continuo ed esasperato ricorso alle note. La ricerca continua di inserire il personaggio nel contesto storico alla fine ne fa confondere un poco i connotati.
Massimo Bortolotti
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Testo molto approfondito, contestualizza ampiamente la figura di C. Pellizzi nel quadro storico, politico e sociale della sua epoca. Contenuti impegnativi, ma interessanti anche per i non esperti di storia.
Cristina Ferrero
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Bizzarro popolo gli italiani, 45 milioni di fascisti e, poco dopo, 45 milioni di antifascisti? Forse, come disse Churchill, questi 90 milioni di italiani non vennero tracciati dai censimenti. Ma Mariuccia Salvati traccia - e molto bene - la storia di uno di essi e conduce (o senza duce?) per mano il lettore in un’analisi approfondita di quasi un secolo di storia italiana, vista dall’Italia e da fuori. La storia di ieri per comprendere i fatti di oggi?
Riccardo Borghero
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Si tratta di un saggio corposo, rigoroso e impegnativo dedicato a Camillo Pellizzi, sconosciuto ai più e perfino negletto dal regime fascista nel quale militò convintamente fin dalla fondazione movimentista nel 1919, il cosiddetto Sansepolcrismo.
L’impostazione saggistica è ineccepibile e dimostra la qualità del “mestiere” dell’autrice, la storica Mariuccia Salvati: 432 pagine, una introduzione, quattro capitoli, un’Appendice, un articolo di Pellizzi riportato integralmente, un capitolo intitolato “Il Mulino: interviste ai fondatori” sul ruolo della casa editrice nel dibattito e nella costruzione della democrazia italiana nel secondo dopoguerra, un indice dei nomi di ben 11 pagine, senza dimenticare infine la ricchezza dell’apparato di note, oltre il centinaio per ogni capitolo, riportate a pié di pagina così da essere immediatamente visibili e consultabili in corso di lettura.
Il testo di Salvati potrebbe essere definito sinteticamente una biografia intellettuale il cui scopo fondamentale è quello di collocare Camillo Pellizzi (1896-1979) nel contesto storico, ideologico e soprattutto culturale in cui crebbe, si formò e produsse a sua volta, esprimendo un pensiero che abbraccia competenze storiche, filosofiche e sociologiche.
L’autrice segue le orme di Pellizzi fino alla sua morte indagando sulle molteplici relazioni intellettuali e sui contributi culturali che ha offerto: ne emerge un ritratto dottissimo e sicuramente prezioso per chi intenda approfondire l’indagine sul pensiero fascista e sui suoi possibili sviluppi una volta infranto il progetto politico, tuttavia non scatta nessun meccanismo empatico neanche in senso “negativo” che induca a proseguire la lettura che sembra riservata ad una nicchia di studiosi che devono, per necessità di indagine, approfondire anche questo personaggio e ciò che ha rappresentato.
lina p.
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Un saggio certamente di grandissimo spessore, che rivela e rende disponibile una ricerca approfondita e una lettura critica e mai scontata di un personaggio complesso e ricco e del vasto contesto storico, geografico e disciplinare in cui ha operato.
Non per tutti.
Elisabetta Bondioni
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Sarà una mia limitazione, ma il contesto storico in cui è immersa la narrazione non mi ha permesso di apprezzarne la scrittura. Per addetti ai lavori, molto lungo e pieno di rimandi.
Caterina Cavallone