< Capolavoro d’amore di  Ruggero Cappuccio (Feltrinelli)

Qui di seguito le recensioni di CapolavoroDAmore raccolte col torneo 'nar' (tutte le fasi)

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Anche se ho scelto Indelebile, devo dire che non è stato facile decidermi: mi sono dovuta prendere due giorni di riflessione per arrivare ad una risoluzione. Di questo libro ho amato la dolcezza della narrazione, mi ha fatto molto pensare alla Perrin come modo di scrivere e di portare avanti l’intreccio, oltre che per la cura delle descrizioni e l’ottima resa dei personaggi. Ho apprezzato anche la capacità di mettere insieme diversi argomenti: mafia, elementi di attualità, racconto intimistico (una sorta di congé di un uomo che sa di voler morire), mistero e una storia d’amore senza tempo. Forse, l’unica critica che posso muovere riguarda la scelta del titolo: se avessi visto questo libro nella mia libreria di fiducia, e non avessi saputo niente sull’autore o sul genere del libro, non lo avrei comprato, perchè avrei pensato di andare incontro alla lettura di un romanzo rosa stile harmony. Però è anche vero che, come dice il proverbio, non bisogna "mai giudicare un libro dalla copertina".

Camilla Porcella

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purtroppo molto lento e prolisso nelle descrizioni dei dettagli. Questo fa sì che risulti un libro noioso

Veruscka Milanesi

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Gli Iperborei
Non ho ancora terminato la lettura, che trovo francamente faticosa, dato che il libro non mi piace affatto, forse per ragioni d’età.
Si tratta del racconto psichedelico (e forse anche onirico, ma non l’ho ancora capito) di un gruppo di amici di circa 30 anni, tutti figli dell’aristocrazia romana e dediti solo alla ricerca del piacere, al consumo smodato di droghe e alcool (ovviamente di qualità superiore) e al mancato rispetto di qualsivoglia regola, con un protagonista (talvolta voce narrante) vittima in passato di grave malattia, i cui contorni e conseguenze non sono però chiari.
Una sorta di ritratto del consumismo portato alle estreme conseguenze e della decadenza della nostra civiltà, o almeno di una parte di essa, ottenuto attraverso la rappresentazione di personaggi iconici dei mali che affliggono il nostro tempo.
Forse è proprio questo il motivo per cui non mi piace.

Cinzia Giambruno