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Un libro nato da una scommessa, secondo il mio parere vinta.
Ricorda un po’ un telefilm anni 80, “Ai confini della realtà”.
10 racconti, scritti con un linguaggio semplice, ma che ti catturano.
Il titolo già ti mette sulla buona strada, sono racconti cattivi, ma fino a dove si può spingere la cattiveria dei personaggi? E la nostra? Da lettori ci sentiamo bravi, educati, sopra le parti, eppure leggiamo in maniera quasi compulsiva perché curiosi di quanto può accadere. A ogni riga il nostro battito si fa più intenso e siamo rapiti da ogni storia. Siamo assorbiti da queste storie perché in fondo un po’ cattivi lo siamo tutti, soprattutto quando dobbiamo giudicare.
Giudichiamo chi sbaglia perché commette cattiverie, giudichiamo degli sciocchi chi si fa abbindolare e quando il finale rimane aperto non pensiamo mai al lieto fine, pensiamo subito al peggio. Perché siamo consapevoli che il lieto fine esiste solo nelle favole e questa non è una favola ma un libro che già da solo si autodefinisce “cattivo”
Quindi, ci si dimentica della prosa elementare, della scarsità di aggettivi perché si comprende che alla fine sarebbero stati ininfluenti.
Ciò che rende quasi magico questo testo non sono le parole ma la storia che tramite queste viene raccontata e che immergono il lettore in quella realtà lasciandolo un po’ stordito ad ogni finale.
Emilia Novali
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Lapetina Nando
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I racconti, scritti in modo scorrevole e con alcuni spunti interessanti e... singolari, si leggono piacevolmente. L’autore saprà, nei prossimi lavori, come ha fatto nei suoi tanti racconti per ragazzi, approfondire maggiormente i tratti e le caratteristiche dei vari personaggi.
Donatella D’Agostino
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Il testo è leggero e adatto a un pubblico di adolescenti, previa qualche epurazione riguardo ai contenuti.
Maria Pia Arrigoni